I delitti di Whitechapel. Il mistero di Jack lo Squartatore

Guido Sgardoli e Massimo Polidoro

Scheda Tecnica

Titolo: I delitti di Whitechapel. Il mistero di Jack lo Squartatore

Autori: Guido Sgardoli e Massimo Polidoro

Pubblicato da: De Agostini

Genere: Young Adult

Pagine: 351

Prezzo del formato cartaceo: 16,90 €

Prezzo del formato digitale: 7,99 €

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi

Mendicanti, marinai appena sbarcati al porto, ubriaconi, ladri. Questa è la gente che si aggira per i vicoli bui e maleodoranti dell’East End di Londra. Difficile uscire da quelle strade indenne. Impossibile se sei una donna e l’ora di Jack lo Squartatore è scoccata. Sybil Conway però è quanto di più lontano dal miserabile mondo di Whitechapel. È una giovane donna acculturata e benpensante, che abita fuori Londra insieme a sua zia Elizabeth. Conduce una vita monotona e semplice, priva di grandi emozioni. Fino al giorno in cui riceve un telegramma da Scotland Yard che le rivela che sua madre è la quarta vittima dello Squartatore. Davanti a una notizia così scioccante Sybil vorrebbe provare qualcosa ma… non è facile empatizzare con la donna che l’ha abbandonata da piccola, diventando una senzatetto, una prostituta da due soldi. Zia Elizabeth in effetti sostiene che se la sia cercata. Anche i giornali, in un certo senso. Come se lo Squartatore, con le sue vittime, stesse ripulendo le strade. Sybil però non è disposta ad accettare un pensiero solo perché è la convenzione. Intende scoprire lei stessa chi fosse sua madre e perché sia stata assassinata. Ma addentrarsi per le vie di Whitechapel non è mai saggio, soprattutto se la scia di sangue lasciata da Jack lo Squartatore è ancora fresca… Un romanzo misterioso e dalle tinte oscure, che catapulta nella Whitechapel di fine Ottocento, raccontando in modo inedito le donne di Jack lo Squartatore.

L'opinione di Samuela

Fin dall’adolescenza mi hanno sempre attirata i libri che vedevano protagonista Jack lo Squartatore. Il fatto che questo caso nella realtà non abbia mai avuto una soluzione mi ha portata a leggere ogni singola storia in cui si provava a immaginare l’identità di questo serial killer. Così non appena ho scoperto che stava per uscire “I delitti di Whitechapel. Il mistero di Jack lo Squartatore” di Guido Sgardoli e Massimo Polidoro non ho avuto dubbi che avrei letto anche questo romanzo. Non solo per l’argomento trattato, ma anche perché è stato scritto da due autori che seguo ben volentieri da anni. Ho adorato ogni parte di questo libro che mi ha catturata dalla prima all’ultima pagina. Ho trovato anche molto originale e interessante chiamare la protagonista Sybil e ho apprezzato che alla fine della storia romanzata siano presenti nozioni riguardanti i fatti reali che permettono di avere un quadro completo dell’intera vicenda. A livello narrativo il romanzo è strutturato magistralmente e una volta concluso un capitolo si ha subito voglia di proseguire con il successivo. Il lettore segue lo svolgersi degli eventi dal punto di vista di Sybil, la figlia di Catherine Eddowes (la quarta vittima di Jack lo Squartatore) e Thomas Conway. In questo romanzo la ragazza cercherà in tutti i modi di capire chi è il colpevole dell’omicidio della madre e almeno nella finzione narrativa una risposta ci viene data. Le vittime di Jack lo Squartatore accertate nella realtà sono cinque, ma tra il 1888 e il 1891 ci furono ben undici omicidi perpetrati con le stesse modalità. Purtroppo non sapremo mai l’identità di questo pluriomicida, ma ritengo che Guido Sgardoli e Massimo Polidoro siano stati in grado di creare una storia verosimile e molto credibile. Non saprei dire se “I delitti di Whitechapel. Il mistero di Jack lo Squartatore” sia un romanzo autoconclusivo perché se da un lato il mistero è risolto dall’altro il finale lascia pensare a un possibile proseguimento della storia di Sybil. Se mai dovesse esserci un nuovo libro che la vede protagonista, io certamente lo leggerò. Nel frattempo consiglio questo romanzo a tutti coloro che sono incuriositi dai casi irrisolti e vogliono leggere una plausibile soluzione fittizia che risolva il mistero di Jack lo Squartatore.

VALUTAZIONE IN STELLE: 5 su 5

Incipit

Wolverhampton.

Sabato, 29 settembre 1888


La donna aveva bussato a lungo, incurante della pioggia che la infradiciava, sotto un cielo livido e basso.

Ma Sybil non aveva aperto.

L’aveva sentita chiamare il suo nome e mettere le mani a coppa ai lati degli occhi per sbirciare all’interno, attraverso lo spesso vetro incassato nella porzione superiore della porta.

Ma non aveva aperto.

Minuti lunghi come ore, finché, proprio quando stava per decidersi a lasciarla entrare, la mano di zia Elizabeth le aveva serrato il braccio, in silenzio.

Non aprire, sussurrava quella stretta. Lasciala dov’è.

Poi la donna aveva smesso di bussare. Aveva dato le spalle alla casa e si era allontanata.

«Bene» aveva sentenziato zia Elizabeth tornando alla poltrona accanto al caminetto.

Sybil non aveva risposto. Era rimasta per un tempo indefinito lì dove stava, alla finestra del salottino, nascosta dalle pesanti tende di tessuto, scure come drappi funebri, le mani gelate, il viso in fiamme, a osservare lo spazio vuoto fino a poco prima occupato dalla donna. Avvertiva dentro di sé qualcosa di indistinto, un vago strappo, la consapevolezza di avere sbagliato e al contempo di aver fatto la cosa giusta. Era possibile? Non sapeva definire quel che provava, una combinazione sconnessa di rabbia e senso di colpa. Poi le era tornato in mente quando, a sette anni, lei e i suoi fratelli avevano accompagnato la madre in una strada di Londra a vendere stracci. La donna aveva detto di aspettarla nell’androne di un palazzo e di non allontanarsi, e i bambini avevano obbedito. Poi si era fatto buio e aveva cominciato a piovere forte, ma nessuno era tornato a prenderli.

I bambini erano stati portati in un orfanotrofio e ci era voluta una settimana intera per rintracciare la donna e obbligarla a riprendersi i suoi figli.

Ce n’erano stati altri di episodi simili nell’infanzia di Sybil Conway.

No, ripensandoci non provava nessun senso colpa. Solo rabbia.

Probabilmente la donna voleva chiederle soldi. Altri soldi.

O forse voleva solo parlare. Domandare scusa.

Sybil non poté mai scoprirlo, poiché, poche ore dopo, la donna – quella donna – fu rinvenuta cadavere in una piazzetta dell’East End di Londra.

Si chiamava Catherine Eddowes.

Ed era sua madre.

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