Ligato G.

In: La Civiltà Cattolica n. 3999


Giuseppe Ligato, Fortezze crociate. 

La storia avventurosa dei grandi costruttori medievali, dai Templari ai Cavalieri Teutonici, 

Milano, Edizioni Terra Santa, 2016



Ligato è uno storico, esperto di crociate, Ordini monastico-cavallereschi e pellegrinaggi in Terra Santa. Autore di diverse pubblicazioni specifiche, da anni collabora con la Custodia francescana di Terra Santa e lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. 

Nella sua Nota iniziale l’A. riconosce il suo debito nei confronti di fra Rosario Pierri, docente di greco biblico presso lo Studium Biblicum Franciscanum, per il suo contributo di idee e suggerimenti alla stesura del volume.

Il libro passa in rassegna tanti aspetti della storia della Terra Santa fra il 1099 e il 1291, date di inizio e di fine della presenza crociata, vale a dire il tempo che intercorre fra due eventi chiave: la conquista di Gerusalemme e la caduta di S. Giovanni d’Acri, ultimo baluardo della cristianità latina orientale.

Dopo la conquista di Gerusalemme, alcuni cavalieri decidono di non rientrare nelle terre europee d’origine, dove non avrebbero più un futuro, e di rimanere in Terra Santa. In loro si mescolano due scelte di vita: quella monastica e quella cavalleresca, con l’aggiunta delle opere di carità. 

Abbastanza velocemente si organizzano e vengono riconosciuti come Ordini monastico-cavallereschi. Sono i Templari, gli Ospitalieri, i cavalieri Teutonici. Sono proprio loro i principali protagonisti della creazione e gestione delle difese militari in Terra Santa.

I due secoli di occupazione crociata, con la sua incessante attività di costruzione e di manutenzione di edifici fortificati, hanno lasciato segni indelebili nel territorio, ancora oggi ben visibili, cui si aggiungono quelli che la ricerca archeologica riporta continuamente alla luce. 

A ragione l’A. può parlare di: «un fervore edilizio raramente uguagliato nella storia dell’umanità» (p. 37).

Si tratta di un’opera incessante, svolta dai crociati veri e propri ma anche da tanti pellegrini e penitenti che, in cambio anche di semplice manovalanza nelle fortezze, spesso si vedevano promettere benefici spirituali.

I castelli medievali dei secoli XI-XIII sono severe macchine da guerra: sobrie e funzionali, appena ingentilite da edifici sacri e botteghe artigianali, per le necessità spirituali e materiali della guarnigione e delle relative famiglie. Piuttosto sono rari gli abbellimenti scultorei e i mosaici, poco frequenti gli affreschi, almeno a giudicare dalle scarse parti sopravvissute.

Il castello viene concepito sia per la difesa sia per dare sostegno logistico alle campagne di conquista di territori a loro volta bisognosi di sicurezza.

L’A. raggruppa i vari castelli di Terrasanta in cinque categorie: quelli del re e dei suoi vassali; dei templari; degli ospitalieri; dei cavalieri teutonici; dei sultani.

Tra i più importanti e famosi castelli del re c’è sicuramente la cosiddetta «Torre di Davide», la prima fortificazione dell’Oriente crociato, a Gerusalemme, su ciò che resta della fortezza fatta erigire da Erode il Grande.

I principali castelli oltre il Giordano sono Shawbak e Moab, ambedue nell’attuale Giordania, e i castelli della valle di Petra. 

Tra i castelli dei templari si ricordano in particolare quelli di Galilea: quello di Athlit, quello del «Guado di Giacobbe», e quello di Safed.

Tra i castelli degli ospitalieri l’A. descrive minuziosamente soprattutto quello di Belvoir in Galilea e il siriano Crac de Chevaliers. Il più importante castello teutonico, invece, è quello di Monfort, nella Galilea occidentale. Tra i castelli dei sultani l’A. menziona quello sul monte Tabor, edificato su ciò che restava di un monastero, e quello di Subeybeh o di Nimrud, in Galilea.

Quella proposta dall’A. è una rassegna storica delle crociate attraverso i loro castelli. Alla storia dei castelli crociati si accompagna la storia dei tanti personaggi convolti, prevalentemente cristiani, ma anche tanti musulmani, gli uni e gli altri epurati da ogni alone leggendario. 

Così i castelli, descritti dall’A., si rivelano come i luoghi in cui si intrecciano affascinanti storie di uomini, anche se spesso non corrispondono agli eroi raccontati dalle varie propagande crociate. È una descrizione realistica, non idealizzata e non di parte, che certo sarà capace di incuriosire il lettore.