In: La Civiltà Cattolica n. 3853
Storia della Direzione spirituale, vol. II. L'età medievale,
a cura di Sofia Boesch Gajano,
Morcelliana, Brescia, 2010
Il volume porta a compimento l’opera in tre tomi – Storia della direzione spirituale –, curata da G. Filoramo (il primo e il terzo volume sono stati già recensiti: cfr Civ. Catt. 2009 I 203 s). Questa volta curatrice è Sofia Boesch Gajano che ha insegnato Storia medioevale nelle Università di Siena, L’Aquila, Roma Tre. Presidente dell’Associazione Italiana per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia e del Centro Europeo di Studi Agiografici, è autrice e coautrice di numerosi lavori specifici.
Il libro è suddiviso in tre parti. La prima affronta la varietà della direzione spirituale nella cultura monastica orientale e occidentale, dal VI secolo ai secoli centrali del medioevo. Diversi i temi trattati: il cenobitismo occidentale fra tardoantico e altomedioevo (S. Pricoco); il ruolo femminile nella direzione spirituale nell’ambito della cultura monastica anglosassone nei secoli VII-VIII (L. Lazzari); i padri spirituali a Bisanzio (R.M. Parrinello); la direzione spirituale nell’agiografia monastica mediobizantina (V. von Falkenhausen); Pier Damiani, grande protagonista della vita monastica del secolo XI (U. Longo); maternità e direzione di coscienza secondo Ildegarda di Bingen (L. Moulinier Brogi).
La seconda parte tratta di autorità spirituale ed élites sociali. In particolare troviamo studi su Gregorio Magno e la sua fondamentale Regula Pastoralis (C. Leyser); Alcuino di York (M. Cristiani); la direzione spirituale dei laici in età carolingia (R. Savigni); le scuole universitarie (C. Frova); la figura dello starec nel Medioevo russo (M. Garzaniti); precetti e consigli nella teologia del XIII secolo (S. Vecchio).
La terza parte si occupa di carismi e istituzioni. Gli studi riguardano le lettere di Francesco d’Assisi ai frati minori (R. Michetti); l’ordine dei Predicatori nel XIII secolo (A. Tilatti); le religiosae mulieres (A. Benvenuti); la dissidenza catara in Linguadoca (P. Jiménez Sachez - B. Brouns); i magistri valdesi alla fine del Quattrocento (M. Benedetti); le tradizioni agostiniana e gesuata (I. Gagliardi); la mistica nel medioevo renano (S. Spanò Martinelli).
Ne risulta un’analisi del percorso verso la perfezione inteso non tanto dal punto di vista teologico, dogmatico e sacramentale, quanto come «risultato di un rapporto vivo, pratico e concreto tra maestro spirituale e discepoli, che comprende apprendimento, formazione, trasmissione dei contenuti religiosi, elaborazione di modelli di comportamento e loro interiorizzazione, rapporto fra norme e libertà interiore» (p. 5).
In linea con l’intera opera, anche questo volume pone in evidenza come la direzione spirituale rappresenti un aspetto fondamentale della storia del cristianesimo. Il lettore coglie il divenire e il progressivo definirsi del fenomeno, in una dialettica costante tra persistenze e innovazioni, tra carisma e norma. Sebbene il fenomeno trovi la sua istituzionalizzazione nell’età della Controriforma, in realtà ha radici già nei secoli precedenti come conferma questo secondo volume, con riferimento al medioevo. È un’epoca che presenta luoghi e protagonisti nuovi per la direzione spirituale: la realtà monastica, gli ordini mendicanti, le confraternite laiche, gli spazi pubblici e quelli domestici. Così come presenta dislivelli sociali e culturali, differenze di status (monaci, chierici, laici, e, all’interno del laicato, di condizione sociale) e di genere (uomini e donne).
La visione proposta rifiuta la prospettiva destoricizzante e continuista, e privilegia invece la contestualizzazione, nell’intento di cogliere le concrete dimensioni storiche, antropologiche, sociali e intellettuali di un fenomeno che, soprattutto nel periodo medioevale, risulta piuttosto diversificato.
A lettura ultimata, si ricava una più chiara visione del divenire di una realtà ancor oggi così importante come la direzione spirituale. In qualche passaggio si tende a sottolineare un po’ troppo ciò che viene definito come «uno dei problemi di fondo della storia della direzione spirituale»: il rapporto tra norma e pratica, tra ruolo istituzionale e spiritualità carismatica. È una sottolineatura che lascia intendere la direzione spirituale come strumento di controllo della libertà spirituale di coloro che vengono diretti, in particolare contro ogni «tentazione» mistica, soprattutto nelle donne. Tale controllo, se così lo si vuol definire, non è volto primariamente a difendere l’istituzione e l’ortodossia, ma a individuare quelle caratteristiche proprie dell’essere umano che potrebbero risultare di ostacolo alla personale relazione con Dio, nonché generare una visione di Dio non corrispondente ai fondamenti della fede e causare «scandalo» ai credenti.
In ogni caso il volume, così come i due precedenti, merita attenzione. Accanto alla ricchezza e varietà delle fonti considerate, si apprezza la scientificità complessiva dell’opera, cui contribuiscono anche una vasta bibliografia e gli indici delle fonti e dei nomi. Pertanto, per coloro che a vario titolo si occupano dell’argomento, l’approccio storico di questo lavoro si presenta senza dubbio come un sussidio indispensabile.