De Sanctis M.

In: La Civiltà Cattolica n. 3811


Gioacchino De Sanctis, Gemma Eufemia Giannini: «Gemma seconda». 

Memorie biografiche

Lucca, Sorelle di Santa Gemma, 2008


L’A. (1916-92), passionista, ebbe modo di conoscere personalmente Gemma Eufemia Giannini (1884-1971), che stimava. Perciò scrisse queste «memorie biografiche». Ma, pur avendo completato questo suo lavoro di «cronistoria biografica» molti anni prima di morire, non poté vederne la stampa, resa possibile solo ora. La protagonista è stata proclamata venerabile nel marzo del 2008, entrando così a pieno titolo tra le grandi figure della Chiesa di Lucca. Eufemia nasce nella famiglia Giannini, giustamente nota per aver ospitato per quasi quattro anni la mistica e futura santa Gemma Galgani (1878-1903). 

In effetti le due storie in parte si intrecciano: la diretta conoscenza di Gemma si rivelerà, per Eufemia, un’esperienza decisiva nella sua vita spirituale. Non a caso nel titolo l’A. la definisce «Gemma seconda», secondo quel programma di vita datole dal padre Germano, direttore spirituale di Gemma Galgani prima e della stessa Giannini poi, che si condensa in questa frase: «Faccia Gemma seconda ciò che fece Gemma prima». Nel 1906 Eufemia entra fra le Passioniste e prende il nome di Gemma di Gesù. Comincia una vita religiosa lunga e non sempre facile. Dopo non poche difficoltà avvia l’istituto delle Sorelle di Santa Gemma, missionarie passioniste, con sede nella casa nativa di santa Gemma Galgani, a Borgonuovo di Camigliano.

Scorrendo la lunga storia della venerabile Gemma Eufemia, ci si confronta anche con un gran numero di figure con cui lei è entrata in contatto, soprattutto per la sua attività di fondatrice. Tra loro, alcune figure di spicco, come Pio XII, don Giacomo Alberione, san Pio da Pietrelcina, il cardinale Ildefonso Schuster. Si rimane colpiti dalle difficoltà da lei sperimentate per l’attuazione del suo progetto di fondazione, soprattutto nell’ambito della Chiesa locale di Lucca, dalle incomprensioni, dalla povertà umana di tante persone, dalle invidie che possono scatenarsi anche nella Chiesa.

Quanto al lavoro dell’A., in realtà non è da ritenersi del tutto esaustivo sul conto della venerabile. L’A., infatti, nella sua stesura non ha potuto usufruire, se non in minima parte, degli scritti di Gemma Eufemia e di altri documenti della Congregazione Missionaria Sorelle di Santa Gemma, che oggi invece disponibili. Di conseguenza, come riconosce anche il passionista Max Anselmi nella sua introduzione, il testo presenta qualche lacuna e non sempre offre sufficienti approfondimenti, soprattutto in merito ad alcune tematiche che tendono a problematizzare indebitamente la figura e l’opera di Gemma Eufemia.

Si tratta comunque di un’opera davvero meritevole, dall’indubbio valore storico e pionieristico, che permette di conoscere una figura degna di attenzione e che diventa base per ulteriori approfondimenti sul suo conto. Il libro potrà interessare non solo quanti conoscono l’opera delle Sorelle di Santa Gemma e siano incuriositi dalla loro storia, ma anche coloro che vogliano sapere di più in merito ad una fase significativa della storia ecclesiale lucchese.