Fedalto G.

In: La Civiltà Cattolica n. 3760


Giorgio Fedalto, Storia e metastoria del cristianesimo. Questioni dibattute

Verona, Mazziana, 2006


L’A., già ordinario di Storia del cristianesimo e incaricato di Storia bizantina all’Università di Padova, da anni compie ricerche sul cristianesimo orientale, concretatesi in diverse e corpose pubblicazioni. In questo volume, con la consueta perizia, affronta interessanti questioni relative ad alcuni eventi storici del cristianesimo. Oltre gli argomenti più strettamente storici, l’A. affronta temi metastorici interessanti, tra i quali: «Tempo e spazio di fronte all’eterno» e «Per una Chiesa indivisa». Inoltre, tra i «fatti metastorici» del cristianesimo delle origini che l’A. prende in considerazione e che più possono incuriosire il lettore c’è anche quella «particolare effusione di fatti ed eventi straordinari» riportati dal Nt. 

Raccomandando di evitare interpretazioni riduttivistiche, l’A. rivaluta la loro possibile autenticità, pur condividendo la storica cautela della Chiesa in proposito. Si ripropone quindi il possibile conflitto fra ragione e mistero, da sempre presente anche all’interno della Chiesa. Condividendo l’analisi di P. Verdeyen, per l’A. il conflitto si sarebbe inasprito anche per quella separazione fra teologia e spiritualità che si avvia agli inizi del sec. XIII, al tempo della nascita della Scolastica. Qui prese corpo la convinzione che la logica potesse rendere comprensibili le verità della fede. E così «staccando teologia e spiritualità si operava un vero divorzio, in quanto la prima si sviluppava secondo i canoni della filosofia scolastica, mentre la spiritualità veniva relegata ai margini dell’ascesi e della mistica» (p. 79).

Il tema ritorna nel finale del volume, nel capitolo: «Dalla dottrina rivelata alle rivelazioni private: gli ultimi tempi». Qui l’analisi dell’A. si allontana vistosamente dall’impostazione storica, entrando in un campo che, fra l’altro, è dibattuto anche all’interno della stessa teologia. La posizione dell’A. in merito alle rivelazioni private, e più in generale alla teologia della mistica, è chiara: «All’interno della ricezione della Parola di Dio, per così dire, in forma extraufficiale, c’è anche tutta una storia che non va dimenticata, ma che viene spesso recepita con uno scetticismo diffuso» (p. 163). Il problema del divorzio tra riflessione teologica e vita spirituale, soprattutto nella Chiesa latina, esiste. Così come esiste il rischio di razionalismo, più evidente soprattutto nel rifiuto a sopportare l’idea di mistero. Fin qui, sono condivisibili le provocazioni dell’A. Un po’ meno condivisibile è quel suo raffronto finale tra magistero della Chiesa e dottrina rivelata da una parte, e le note rivelazioni private di Maria Valtorta dall’altra. Su queste ultime ricordiamo, come giustamente fa anche l’A., la posizione molto cauta della Chiesa.

E così, soprattutto agli specialisti o anche soltanto ai lettori abituati all’indagine storica, l’accostamento proposto dall’A., tra storia e metastoria, potrebbe apparire insolito, se non addirittura inappropriato. In ogni caso, si è portati a condividere la riflessione che l’A. propone per motivare la propria posizione: «Ridurre la storia del cristianesimo a una successione di date, di eventi e, se si vuole, di persone che lo dirigono o lo seguono, è togliere la parte sua più originale e sorprendente, quale invece è stata l’irruzione del mondo soprannaturale nel mondo storico. Di questo, infatti, si tratta!» (p. 9). Il  volume è certamente raccomandato agli specialisti, quand’anche si occupassero soltanto di storia profana. In realtà è utile per tutti i credenti, anche se non acculturati su tali questioni, perché stimola alla riflessione sulla storia della fede cristiana.