Lagomarsini S.

In: La Civiltà Cattolica n. 3947


Sandro Lagomarsini, La bella umanità. Mente, ragione e cuore nel Gesù dei Vangeli, 

Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 2014


L’A. è parroco in alcuni borghi di un comune in provincia di La Spezia, dove fin dagli anni ’70 ha aperto un doposcuola per i figli dei contadini di montagna, sulla falsariga di don Lorenzo Milani. I temi della scuola e di don Milani sono stati già al centro di sue pubblicazioni precedenti.

Cuore di quest’ultimo suo libro è l’umanità di Gesù, analizzata attenendosi soltanto al testo dei quattro vangeli. La posizione dell’A., riecheggiando quella del noto teologo tedesco K. Berger, è in chiaro contrasto con la posizione critica e illuministica di quegli esegeti che hanno finito col mettere in discussione sia alcuni passaggi dei vangeli (e quindi della vita di Gesù), relegandoli a livello di costrutti mitologici, sia tante sue parole, mettendone in dubbio l’autenticità.

Contro una simile «ermeneutica del sospetto», l’A. si affida ai racconti evangelici e si fida degli evangelisti e dei loro testimoni di riferimento. Si augura innanzitutto che Gesù susciti nel lettore lo stupore e la meraviglia che senza alcun dubbio il maestro ha suscitato nei suoi contemporanei. I vari capitoli mettono in luce non soltanto gli insegnamenti di Gesù, soprattutto attraverso le parabole, ma anche il suo modo di stare al mondo, di vivere le relazioni con gli altri e il suo rapporto con la natura e con la società del suo tempo.

Gesù non ha intenzione di compiere da solo la missione affidatagli dal Padre e così, fin dagli inizi della sua vita pubblica, sceglie e forma gli apostoli, dando in questo modo origine alla Chiesa. E sceglie come suo punto di riferimento iniziale una persona con cui non avrà sempre un rapporto sereno, Pietro.

È un Gesù che, nella sua breve vita pubblica, non vive ansiosamente orientato soltanto alla sua missione, ma procede con calma, non perde tempo ma si concede tempo, gusta i piaceri della vita come la tavola e la convivialità, vive relazioni umane profonde e disinteressate, come quella con Lazzaro e le sue sorelle, o quella con l’amico Giovanni. 

Profondo conoscitore dell’essere umano, Gesù lo descrive con realismo, ne esalta le potenzialità, ne prova compassione e per lui compie opere straordinarie come i miracoli. Ama la sua terra, è profondamente radicato nella realtà che lo circonda, la osserva e la descrive nei dettagli: dalla vita familiare e sociale, alla coltivazione del grano e della vite, alla pastorizia e alla pesca.

 Dai Vangeli, quindi dai testimoni originari e dalla trasmissione intergenerazionale delle prime testimonianze, risalta anche l’intelligenza di Gesù, come pure la sua creatività: egli è anche un poeta, un affascinante narratore e creatore di immagini, metafore, storie e personaggi.

Le folle e gli amici non incontrano un maestro che fa soltanto teoria, ma una persona autentica che prova e manifesta emozioni e sentimenti, a volte anche intensi, come la compassione, la delusione, e la rabbia. Di Gesù tutti hanno sempre apprezzato e continuano ad apprezzare l’umanità, così come il suo amore per l’umanità. Ma il rischio è proprio questo: confinarlo nella sola dimensione umana.

L’analisi dell’A., invece, pur concentrandosi esclusivamente sull’umanità di Gesù, non conduce alla sintesi riduttiva di un «grande uomo», maestro di vita, guaritore, profondo conoscitore della natura umana, riformatore sociale. Tanta umanità, indubbiamente particolare, non fa scomparire la realtà del Figlio unigenito di Dio che si è incarnato per rivelare agli uomini il Padre.

Scrittura scorrevole e colloquiale, capitoli brevi che vanno subito al dunque e offrono sempre una conclusione di sintesi, e che coinvolgono il lettore in prima persona e lo invitano a riflettere sulla «bella umanità» di Gesù: ecco alcuni tratti caratteristici di questo libro.