Introvigne M.

In: La Civiltà Cattolica n. 3849


Massimo Introvigne, Il cortile dei gentili. 

La Chiesa e la sfida della nuova religiosità: «sette», nuove credenze, magia

Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2010

 

La prima parte del titolo ricorda il richiamo di Benedetto XVI al «cortile dei gentili» del Tempio di Gerusalemme, noto perché da lì Gesù scaccia i mercanti, meno noto come luogo di ricerca di Dio per quei pagani che erano scontenti dei loro riti e miti. Secondo l’A., il cortile dei gentili di oggi è ancora più pieno di religioni e miti e di mercanti. E questa nuova religiosità è ancora una volta al centro della riflessione dell’A. 

Dopo qualche cenno autobiografico, egli passa a descrivere la storia e le attività del Cesnur (Centro Studi sulle Nuove Religioni), che ha ormai un posto di rilievo tra le maggiori istituzioni che si occupano di rilevare e descrivere le presenze religiose in Italia e nel mondo. 

L’A. riflette poi su ciò che si definisce «nuova religiosità», quella di tante persone che, pur senza aderire ai nuovi movimenti religiosi, si lasciano influenzare dalle loro idee anche su aspetti essenziali della loro originaria fede di appartenenza. È il tema delle «credenze» — si pensi a quella della reincarnazione — e delle «influenze» che derivano da romanzi come Il Codice Da Vinci e da film come Avatar

Sono credenze suggestive che influiscono sul panorama religioso e sul modo di credere anche di non pochi cattolici che, con superficialità, tendono a non cogliere la reale e profonda incompatibilità di tali suggestioni con i contenuti fondamentali della fede autentica.

Il lettore si confronta con alcuni dei più importanti concetti della sociologia della religione: sètte; nuovi movimenti religiosi; i «culti di audience» che sorgono intorno ad autori, film, libri che trasmettono idee religiose nuove, ma i loro fruitori non si organizzano in movimenti; i «culti di clientela» con un rapporto economico con il diffusore di nuove idee religiose; i movimenti di culto con organizzazione e diffusione delle idee; la magia popolare con il crescente ricorso a maghi, cartomanti, indovini; i movimenti magici; la cultura esoterica.

Nel progressivo allontanamento dell’Occidente dalla visione cattolica, l’A. distingue innanzitutto i nuovi movimenti religiosi in quattro gruppi: quelli che rifiutano soltanto la Chiesa; quelli che rifiutano anche il ruolo di unico mediatore di Gesù Cristo; quelli che, oltre al Cristo, rifiutano anche il Dio cristiano; quelli che rifiutano il senso religioso in genere.

Del panorama della nuova religiosità fanno parte integrante anche i movimenti magici: di tipo iniziatico; di tipo spiritistico; di magia cerimoniale. La lettura fa emergere come, per la Chiesa che si trova a vivere nell’epoca postmoderna, il vero problema non sia la mancanza di religione, ma il diffondersi di un’ideologia religiosa fatta di sincretismo e New Age.

Il testo è corredato da tre utili appendici che arricchiscono l’analisi condotta dall’A. C’è la Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica Orationis formas su alcuni aspetti della meditazione cristiana (Congregazione per la Dottrina della Fede, 1989). C’è la Relazione generale del Card. Francis Arinze, dal titolo: «La sfida delle sette o nuovi movimenti religiosi: un approccio pastorale» (Concistoro Straordinario, 1991). Ci sono, infine, le «Direttive per la valutazione del Reiki come terapia alternativa» (Commissione per la Dottrina della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, 2009).