Scribano S.

In: La Civiltà Cattolica n. 3821


Santina Scribano, Nascosta nel Cuore di Cristo. Autobiografia, a cura di Alessandro Andreini, 

Panzano in Chianti (FI), Feeria, 2008

 

Emanuela Giovanna Scribano (1917-68) nasce a Ragusa da una modesta famiglia di operai. A sei anni perde la mamma: questa esperienza segnerà tutta la sua vita se, quando scrive l’Autobiografia a 45 anni, dice di sentire ancora il vuoto di essere cresciuta senza mamma. Dopo un periodo trascorso presso la nonna paterna, torna a vivere con il padre e la sua seconda moglie. È questo uno dei periodi peggiori della sua vita, a causa delle continue angherie cui la sottopone questa donna. Emanuela prega molto e, dai 15 anni, ci comunica ogni giorno: da allora l’attrazione per l’Eucaristia diventerà una caratteristica fondamentale della sua vita spirituale. Pur se presa dal desiderio di formare una famiglia, a 16 anni si sente chiamata alla vita religiosa. 

La chiamata è un’esperienza che velocemente la trasforma sempre di più. Cambia la preghiera che diventa «silenzio» e si attua soprattutto davanti al tabernacolo, presso il quale si sente fortemente attratta da Gesù: «Il suo amore mi rapiva fin da allora e solo per questo volevo consacrare a Lui la mia vita, per rendergli amore per amore» (p. 59). In quel periodo legge La storia di un’anima di santa Teresa di Lisieux: è un incontro decisivo per il suo itinerario spirituale, così come decisivo sarà l’incontro con Elisabetta della Trinità e, poi, con Giovanni della Croce e Teresa di Gesù. La sua vita da religiosa, con le Suore del S. Cuore di Ragusa fondate dalla beata Maria Schininà (1844-1910), comincia tra incomprensioni e umiliazioni. Fedele alla chiamata del Signore, Elisabetta completa il cammino di formazione e diventa suora con il nome di Santina. Dopo il corso per infermieri, abbraccia la vita ospedaliera, sempre attenta a che l’intensa attività non fiaccasse lo spirito. Nel tempo deve sperimentare anche una continua ed intensa sofferenza fisica per la malattia che la porterà alla morte.

L’Autobiografia mette in luce i passaggi fondamentali del suo cammino spirituale: il forte desiderio di perfezione e di assoluto, una spiritualità profondamente eucaristica, caratterizzata dalla identificazione con il Cuore di Cristo, dal desiderio di riparazione per i peccati degli uomini, dall’offerta della propria vita per i sacerdoti. Con semplicità e senza specifica preparazione né competenza teorica sull’argomento, suor Santina sperimenta un divenire spirituale e mistico, punteggiato da un intenso dialogo interiore con Gesù e da esperienze di vera e propria intimità mistica. Su richiesta del suo primo direttore spirituale, don Giovanni Raciti, comincia a scrivere il Diario spirituale che, accanto alla Autobiografia, descrive bene il suo progresso spirituale.

La vita di suor Santina è un concreto esempio di una vita in cui agisce Dio, di una relazione intima tra un essere umano ed il suo Creatore. Non è una storia «del passato», da relegare ai suoi pur inevitabili condizionamenti storici e culturali. Offre, invece, quegli elementi invarianti che caratterizzano una specifica modalità di relazione uomo-Dio, ben rappresentata dal titolo scelto per questa autobiografia. Il testo, che si avvale della introduzione e delle note di Alessandro Andreini, si legge con facilità e interesse. Questa autobiografia, che è innanzitutto un bel dono alla Chiesa locale di Ragusa e della Sicilia, può interessare anche quanti si occupano di spiritualità, di agiografia, di mistica.