In: La Civiltà Cattolica n. 3958
Edmund Power, Ciò che occhio non vide... Teologia visiva dell'Abbazia di San Paolo Fuori le Mura,
Lateran University Press, Roma, 2015
L’A., monaco benedettino, dal 2005 è Abate della Basilica di San Paolo Fuori le Mura, luogo in cui la cristianità venera le spoglie mortali dell’Apostolo delle genti. L’originario piccolo edificio commemorativo del martirio divenne basilica sotto Costantino. Essa fu consacrata da papa Silvestro I nel 324. Nei secoli successivi subì ampliamenti, distruzioni e ricostruzioni. La basilica attuale è stata edificata dopo il disastroso incendio del 1823, per volere di papa Leone XII (1760-1829).
La comunità benedettina dell’Abbazia di San Paolo fu fondata proprio per custodire e venerare la memoria di San Paolo. È all’incirca dall’anno 720 che, su richiesta del papa Gregorio II (669-731), i benedettini sono nella basilica, che è unica anche per questa sua caratteristica di essere insieme una basilica papale e monastica.
Il titolo «teologia visiva» chiarisce bene l’obiettivo del libro che è quello di guardare, leggere, meditare, contemplare e pregare la basilica, senza dimenticare il campanile e il chiostro medievale, per finire, in una sorta di visita ideale, con la clausura del monastero, normalmente non accessibile al visitatore della basilica.
L’A. invita il lettore a «fare una lectio divina su una parola di Dio che è pronunciata o proclamata dalla basilica stessa» (p. 7) e offre una serie di stimolanti riflessioni sul significato spirituale di questo edificio. A tal fine il testo è disseminato di brani biblici, prevalentemente ma non soltanto paolini, di volta in volta posti in relazione alle varie componenti della basilica che l’A. sottopone alla nostra attenzione. Ciò permette di meglio comprendere e gustare sia la figura e la parola di Paolo, sia la riflessione che la Chiesa ne ha fatto attraverso l’arte.
Il lettore si sente accompagnato passo passo in questo percorso proprio grazie alle conoscenze fornite dall’A., l’eloquenza della basilica e dei suoi principali contenuti si arricchisce progressivamente, in un crescendo percepibile concretamente.
Dipinti, mosaici e statue di Paolo, che si susseguono dai primi passi della visita nel quadriportico fino al chiostro medievale e alla visita ideale nella clausura dell’abbazia, offrono tanti differenti volti dell’apostolo, ognuno in grado di comunicare qualche aspetto di una personalità decisamente ricca e complessa.
Il percorso, e quindi il libro, si snoda lungo ventiquattro capitoli, diciannove dei quali, per questa occasione aggiornati e a volte radicalmente revisionati, sono stati originariamente pubblicati sulla rivista «Paulus» durante l’anno paolino (2008-09).
Il libro – riccamente illustrato con splendide fotografie – è molto più di una pur interessante guida storico-artistica: è anche e soprattutto un efficace strumento di meditazione, capace di cogliere le possibili relazioni fra ciò che si vede nella basilica e la parola di Dio vivente nelle Scritture e nel pensiero della Chiesa.
In questo accompagnamento nel percorso artistico-spirituale della basilica, risaltano due figure chiave: quelle di Paolo e di Benedetto.
Le suggestioni dell’A. fanno davvero sperimentare la basilica e le sue componenti come «sacramentali», vale a dire come oggetti che ci parlano in tanti modi diversi della presenza di Dio. Alla fine possiamo ben dire che l’obiettivo dell’A. – aiutarci a leggere ciò che Dio può dirci attraverso l’arte e l’architettura – sia stato pienamente raggiunto.
È un libro da raccomandare ai fedeli che vogliono conoscere di più Paolo e Benedetto, e a tutti coloro che intendono recarsi o si sono già recati a visitare la Basilica perché, attraverso le riflessioni dell’A., possono arricchire e gustare ancora di più l’esperienza del pellegrinaggio per rendere omaggio all’apostolo delle genti.