Molignini-Farina

In: La Civiltà Cattolica n. 3950


Luca Molignini - Federico Farina, 

L’Abbazia di Casamari dal Concilio di Trento all’introduzione della riforma trappista (1717),

Casamari (FR), Edizioni Casamari, 2013


Lo splendido complesso monastico di Casamari, nel comune di Veroli in provincia di Frosinone, edificato nel 1203, continua comprensibilmente a essere oggetto di attenzione scientifica e di pubblicazioni storiche e artistiche. Ora i due AA., monaci cistercensi, arricchiscono la storiografia relativa all’abbazia approfondendo un periodo storico poco studiato, quello che va dal Concilio di Trento al 1717.

L’Ordine cistercense, che ebbe origine nell’abbazia di Cîteaux in Borgogna nel 1098, caratterizzato da semplicità, povertà e austerità di vita, fu da subito molto apprezzato e si diffuse rapidamente in Europa. Ma tra il XIV e il XVI secolo, come gli altri Istituti di vita monastica, anche l’Ordine cistercense andò incontro a un periodo di decadenza, con drastica diminuzione del numero delle fondazioni e dei religiosi.

Prima di entrare nel cuore della loro analisi, gli AA. passano in rapida ma efficace rassegna questo periodo di crisi, ponendone in luce le cause esterne e quelle interne, così come i diversi tentativi di riforma messi in atto per farvi fronte. Su tutti la grande riforma degli istituti di vita religiosa a opera del Concilio di Trento, affrontata in successive sessioni, soprattutto dagli inizi del 1553, per giungere al decreto conclusivo alla fine del 1563. 

Ai suoi inizi la riforma cistercense si incarna soprattutto in J. Souchier (1508-71), prima abate soltanto di Clairveaux, poi anche di Cîteaux, elevato alla porpora cardinalizia nel 1568. Egli si avvale molto dell’opera del priore di Casamari, G. Biffolati, il quale si dedica alla riforma della sua comunità. Agli inizi del 1570 il papa Pio V (1504-72) emana la bolla Ex immuneris curis per richiamare i religiosi dell’Ordine all’osservanza comunitaria e alla disciplina monastica, cui fanno seguito le Ordinationes del Souchier. Ma anche questi interventi non migliorano la situazione né dell’Ordine né di Casamari.

Volendo promuovere la riforma della vita religiosa, nella prima parte del XVII secolo il Capitolo generale favorisce l’accorpamento dei monasteri secondo aree geografiche omogenee per storia, cultura, politica, le quali successivamente vengono istituzionalizzate in Province e in Congregazioni. Ma nemmeno così la situazione migliora, con particolare riferimento alle condizioni economico-finanziarie, all’indigenza materiale, al rigore nella disciplina monastica e alla povertà spirituale della comunità di Casamari. 

Intanto, anche per iniziativa di papa Clemente XI (1649-1721), intenzionato a favorire il rinnovamento della vita religiosa in Italia, comincia a prendere consistenza il progetto di introdurre  l’apprezzata riforma trappista anche a Casamari, come seconda fondazione in Italia. Dopo non poche difficoltà, ciò accade nel 1717. Da quel momento comincia per Casamari una nuova fase.

Il libro è corredato da una ricca appendice documentaria. Al di là dei tanti particolari giuridici e di storia locale, è interessante in riferimento non soltanto alla storia dell’Abbazia di Casamari in generale e nel periodo considerato, ma anche alla storia della vita religiosa nel suo insieme.