In: La Civiltà Cattolica n. 3824
Massimo Negrelli, Assunta Viscardi e l’Opera di S. Domenico per i Figli della Divina Provvidenza,
Bologna, La Casa Vivente, 2008
Il 9 marzo 2009, nel 62° anniversario della sua morte, è stato aperto il processo di beatificazione e canonizzazione di Assunta Viscardi che, come ha ricordato il cardinale C. Caffarra, «ha amato i poveri e i bambini più di se stessa».
Ma chi è Assunta Viscardi (1890-1947)? Disponiamo dell’autonarrazione della prima parte della sua vita, dal 1890 al 1920, dal titolo: Gentilezza Italica. A questa si aggiunge ora il presente volume in cui l’A., domenicano, narra la seconda parte della vita di Assunta, dal 1920 al 1947. Nata a Bologna, Assunta impara dalla nonna la pratica della preghiera, l’attaccamento ai valori religiosi e soprattutto l’amore per i poveri. Crescendo, dimostra un carattere aperto e generoso. Durante gli studi per il diploma si allontana dalla pratica religiosa che, invece, recupera intorno ai 20 anni e, non molto tempo dopo, entra nel Terz’Ordine domenicano. Diplomatasi, comincia presto a insegnare.
Poco tempo dopo avverte la chiamata alla vita religiosa. Così, nonostante l’opposizione della famiglia, nel 1919 entra nel monastero delle carmelitane scalze di Parma. Ma già l’anno dopo, per motivi di salute, deve abbandonare il suo sogno e lasciare il monastero. Tornata a Bologna riprende i contatti con i domenicani e comincia a frequentare il Convento di san Domenico, dove le terziarie si prendono cura umana e spirituale dei bambini per toglierli dalla strada. Così in Assunta prende corpo la passione per i bambini privi di affetto e istruzione, quelli più poveri e a rischio di sfruttamento. Sarà la passione che caratterizzerà tutta la sua vita.
Per il suo impegno viene ritenuta di fatto la fondatrice della già esistente «Opera di San Domenico per i Figli della Divina Provvidenza», finalizzata a dare sollievo a ogni tipo di bisognosi. L’Opera ottiene il riconoscimento ufficiale a titolo definitivo nel 1948, e nel 1955 ottiene dalla Repubblica Italiana la personalità giuridica come ente morale. Grazie all’Opera, un gran numero di bambini e bambine vengono tolti dalla miseria e dalla strada e mantenuti in collegi di tutta Italia. Assunta amava definire quest’opera: «La Casa Vivente».
Un’altra attività caritativa avviata da Assunta è «La Porticina della Provvidenza» presso piazza San Domenico, per dare sostegno materiale ai poveri. È un’istituzione che, attiva ancora oggi, fin dagli inizi si è rivelata molto concreta e utile, vero punto di riferimento per la carità dei bolognesi. Successivamente, su richiesta del cardinale arcivescovo di Bologna, fonda un orfanatrofio, che resterà aperto fino al 1994. Nel 1946 inaugura il «Nido dei Farlotti» per i bambini, spesso ancora lattanti. Anche per favorire economicamente le sue opere di carità, Assunta scrive e pubblica molto. Oltre al diario dei suoi primi trent’anni e alle Strenne che scrive in ricorrenza di ogni Natale, sono da ricordare tre libri di spiritualità in cui manifesta la sua anima contemplativa, la sua intima unione con Dio, in particolare il suo tenero e fiducioso abbandono al Padre.
Alle sue esequie è presente una folla così numerosa che l’orazione funebre viene tenuta in piazza, anziché nella chiesa parrocchiale. A lei è stata dedicata una scuola elementare statale a Bologna. Ma la sua memoria in città è viva ancora oggi grazie alle attività che a lei risalgono, come la Porticina, «L’Istituto Farlottine» e le «Scuole San Domenico», che ospitano centinaia di bambini dall’asilo nido alla scuola media. Tanto impegno umano e cristiano meritava dunque un’attenzione particolare da parte della Chiesa, a cominciare da quella locale, e questo è avvenuto con l’apertura del processo di canonizzazione.
In tale occasione il cardinale Caffarra ha sottolineato in particolare due qualità di Assunta Viscardi, anche oggi indispensabili per la testimonianza cristiana: l’insegnamento della cultura e la pratica della carità. Assunta Viscardi costituisce allora l’ennesimo esempio di una vita spesa per Dio e per i fratelli nonché, insieme, una conferma dell’insostituibile impegno della Chiesa anche nel sociale. Il testo, ben scritto e documentato, potrà interessare innanzitutto i tanti bolognesi che conoscono l’opera della Viscardi, ma anche tutti coloro che vogliono confrontarsi con modelli laici di impegno cristiano nel sociale.