In: La Civiltà Cattolica n. 3836
Siri. La Chiesa, l’Italia, a cura di Paolo Gheda,
Genova-Milano, Marietti 1820, 2009
Il cardinale Giuseppe Siri (1906-89), arcivescovo di Genova per oltre 40 anni, è stato certamente una delle figure più significative della Chiesa universale e dell’Italia e nella seconda metà del Novecento.
Il testo ripropone gli interventi al Convegno nazionale «Momenti, aspetti e figure del ministero del card. Giuseppe Siri», tenutosi a Genova nel settembre 2008, e li integra con ulteriori contributi. Come afferma il Curatore, uno degli obiettivi di questa raccolta è di contribuire «a una futura biografia scientifica di Siri, organica ed equilibrata, priva di intenti agiografici o polemici, che potrà costituire uno spaccato di storia contemporanea utile a precisare momenti decisivi per l’Italia e la Chiesa universale» (p. XI).
Il testo è suddiviso in cinque parti. La prima – «La Chiesa e la società» –, si apre con una lunga riflessione di P. Gheda sui rapporti umani e pastorali intercorsi per alcuni decenni tra Siri e G. B. Montini. Al di là di semplificanti contrapposizioni emerge una reciproca stima spirituale e un concreto spirito di cooperazione. G. Feliciani mostra il pensiero di Siri circa la CEI e le Conferenze episcopali, nella tensione a far riconoscere autorevolezza alle decisioni delle Conferenze, ma senza mai intaccare la centralità della Santa Sede e del Papa. L. Ornaghi si occupa del fecondo rapporto tra Siri e A. Gemelli, e dell’evidente sintonia tra i due, soprattutto nell’ambito dell’organizzazione delle Settimane sociali, tema, questo, trattato da P. Borzomati.
D. Veneruso esamina l’attività del cardinale nell’Onarmo (Organizzazione Nazionale per l’Assistenza Religiosa e Morale degli Operai), altro concreto esempio della dimensione fortemente sociale presente nella strategia pastorale di Siri. Il Cardinale, poi, intervenne anche sul tema della moralità nell’ambito della finanza cattolica, in particolare nelle questioni dei cosiddetti «banchieri di Dio», come sottolinea il contributo di B. Lay.
La seconda parte – «La cultura e la politica» – si apre con il contributo di R. De Mattei su Siri e la rivoluzione culturale del ventennio 1958-78, volto a porre in evidenza l’impegno del cardinale contro la crescente laicizzazione della società italiana. Sul piano teologico viene rimarcata l’attività della rivista Renovatio, soprattutto come strumento di difesa della tradizione nella Chiesa. G. Quagliarello considera Siri e il quadro politico italiano, alla luce di tre elementi: critica della modernità; sostegno al principio gerarchico interno; difesa dell’unità partitica dei cattolici. D. Preda considera Siri nella sua progressiva attenzione ai fenomeni europeistici.
A. Tornielli mostra la libertà di giudizio di Siri in merito al Vaticano II, la sua visione severa e acuta, capace di prevedere alcune tendenze che successivamente si affermeranno nel mondo ecclesiale. Ripropone anche un ampio appunto di Siri sui lavori del Concilio Vaticano II, risalente alla fine del 1962, dopo la conclusione della prima sessione. Il documento anticipa la crisi che in effetti avrebbe poi caratterizzato l’immediato post-concilio. Questa parte si chiude con le riflessioni di G. Lombardi sul contributo di Siri alla riflessione giuridica, che si concretizza nella concezione della Chiesa come istituzione.
La terza parte – «Il clero» – è introdotta da M. Piacenza, che analizza il magistero di Siri sul sacerdozio e la sua costante attenzione al tema. A. Livi riflette sulla teologia, la filosofia e il magistero di Siri, sempre coerente e fermo nell’esercitare la sua funzione di guida della fede, in unione con il collegio episcopale e il pontefice. Questa parte si conclude con i contributi di U. M. Lang sul Siri liturgo, e di A. G. Filipazzi sulla predicazione mariana del Cardinale.
La quarta parte – «Testimonianze» – comprende gli interventi di A. Bagnasco; L. Negri; G. Barabino; P. de Bernardis; E. Artiglieri. La quinta parte – «Appendice» – riporta interventi di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, T. Bertone, A. Bagnasco.
I contributi, che fanno ricorso a fonti scritte e orali in buona parte inedite, permettono di stemperare il quadro di giudizi sulla figura del Cardinale, perlopiù dovuto alla sua personalità forte, decisa, imperiosa, nonché ad alcune sue posizioni in campo teologico, ecclesiale, politico, sociale. A fine lettura Siri appare soprattutto un uomo di fede, fortemente impegnato a difendere e promuovere il cristianesimo e la Chiesa.
Si tratta, in definitva, di un libro che può sicuramente contribuire a un’analisi più serena e meno pregiudiziale di una figura così centrale nella cattolicità italiana.