In: La Civiltà Cattolica n. 3927
Romano Piccinelli, Veronica. Sposa intelligente di Gesù,
Todi (PG), Tau Editrice, 2012
Il testo si colloca nell’anno veronichiano (2010-11), indetto dalla diocesi di Città di Castello (PG) per celebrare il 350° anniversario della nascita della santa mistica Veronica Giuliani (1660-1727). Tale ricorrenza fa sorgere subito una domanda: al di là delle comprensibili esigenze della Chiesa locale di celebrare la memoria di una sua così insigne cittadina, il suo pensiero e la sua esperienza umana e spirituale dicono ancora qualcosa al credente di oggi? Una risposta può venire proprio da questo libro.
In effetti l’A., docente di Teologia fondamentale e Teologia dogmatica presso l’Istituto teologico di Assisi, con questo suo lavoro si prefigge l’intento prioritario di rendere intelligibile il percorso della santa alle persone del nostro tempo, di ampliare la sua conoscenza e di far apprezzare la sua esperienza di relazione con Dio.
Nota anche al di fuori dell’ambito ecclesiale, per lo più per le sue penitenze e per le stigmate, la santa è stata oggetto anche di analisi psicologiche, alcune tutt’altro che favorevoli, chiaramente riduzionistiche, cui l’A. fa un breve cenno, e che riporta nei loro giusti limiti.
Veronica è scrittrice prolifica: ha redatto lettere, relazioni autobiografiche, poesie. Questi scritti offrono la possibilità di un confronto diretto con la santa. La fonte principale per ricostruire il suo pensiero rimane il Diario, composto da ben ventiduemila pagine manoscritte, che coprono trentaquattro anni di vita claustrale. Da un’opera così estesa, e di non facile lettura per un contemporaneo, risaltano soprattutto una personalità complessa, un’esperienza spirituale fuori del comune, un pensiero molto ricco e articolato, non facile da sintetizzare in poche battute.
Un tentativo di comprensione è quello proposto dall’A., attraverso alcuni elementi di sintesi che possono guidare il confronto con la santa. In Veronica risalta l’ascolto biblico, in particolare di colui che lei definisce «il mio san Paolo». E spicca la sua intelligenza delle cose spirituali, il suo sensus fidei.
L’A. mette in evidenza anche l’animo ecclesiale di Veronica. La sua è una spiritualità marcatamente cristologico-sponsale: Gesù è lo sposo della sua vita, lo ama con tutta se stessa. È il Gesù redentore che, in obbedienza alla volontà del Padre, si cala nella nostra storia, ci rivela il Padre e si offre totalmente, per tutti e per ciascuno. Ed è proprio da questo amore sponsale che proviene l’amore di Veronica per la Chiesa.
Veronica, sposa di Cristo, partecipa alla sofferenza del Figlio di Dio incarnato per amore. Partecipa alla sua passione, è espiatrice con Lui; con amore e con fede sente il bisogno di tutti e intercede per tutti, dalla Chiesa locale alla Chiesa universale. Da qui la sua particolare esperienza e teologia della croce. Altri aspetti che l’A. sottolinea nell’esperienza di Veronica sono la sua intensa percezione della vicinanza e operatività della «Trinità d’amore»; l’Eucaristia; Maria Santissima.
Tutta l’analisi proposta si fonda sul «Diario», di cui viene riportato opportunamente un adeguato numero di brani. Seguendo la pista interpretativa dell’A., soprattutto nell’ottica dell’ecclesiologia promossa dal Concilio Vaticano II, Veronica ci appare decisamente più vicina, quasi una compagna di viaggio verso la santità. Quello dell’A., quindi, non è un tentativo di «salvare» a tutti i costi un’esperienza del passato ormai datata, di renderla forzosamente moderna e quindi più vicina alla nostra sensibilità contemporanea.
Certo, non è facile superare le tante difficoltà che nascono dal confronto con il linguaggio, la cultura, la religiosità e la teologia del suo tempo. Ma alla fine del confronto si viene premiati: si può scoprire e apprezzare una Veronica per tanti aspetti a noi contemporanea, una santa che può aiutarci a incontrare il Cristo e che, attraverso un esempio non confinato solo alla vita claustrale, può indicarci come vivere i fondamentali della vita cristiana nel nostro presente.