Venditti R.

In: La Civiltà Cattolica n. 3784


Rodolfo Venditti, Piccola guida alla grande musica, vol IX. Sibelius. Rachmaninov

Casale Monferrato (Al), Sonda, 2007


Si tratta del nono volume di una bella e apprezzata Guida alla musica che l’A. porta avanti ormai dai primi anni Novanta. In questo volume esamina Jean Sibelius e Sergej Rachmaninov: tra loro contemporanei, ambedue vivono la loro piena maturità artistica nella prima metà del ventesimo secolo.

Utilizzando le parole dell’A., Jean Sibelius (1865-1957) è «il compositore che “mise in musica” la Finlandia» (p. 9). Tra le sue opere spiccano certamente le sette sinfonie, ma va ricordata anche la produzione pianistica e da camera, nonché i suoi Lieder. È opinione condivisa dai più che nell’esperienza musicale di Sibelius riviva la grande tradizione romantica, arricchita dal folklore musicale finnico. 

Come l’A. pone ben in evidenza, Sibelius riesce a raccogliere i frutti dell’antico patrimonio di musiche popolari finlandesi e crea un vero e proprio filone di musica classica finnica, apprezzato a livello europeo. L’opera di Sibelius è caratterizzata soprattutto da una «arditezza armonica e ritmica», chiaramente anticipatrice di quel gusto sinfonico che si imporrà nel tempo successivo a Sibelius. 

Sergej Rachmaninov (1873-1943) è, per l’A., «un russo che entusiasmò il mondo con le sue melodie e con il suo pianismo acrobatico» (p. 73). Le sue composizioni ebbero un grande successo internazionale, soprattutto quando eseguite direttamente da lui, straordinario pianista. È un vero peccato che nel caso di Rachmaninov, l’apprezzatissima attività di esecutore si sia mantentuta sempre poco conciliabile con quella di compositore. Numerose, in ogni caso, sono le sue composizioni, alcune delle quali si sono imposte all’attenzione generale fin dagli inizi della sua attività. 

Risale già alla sua produzione giovanile, ad esempio, il brano che resterà per sempre legato al suo nome: il Preludio in do diesis minore. Della sua produzione vanno ricordati soprattutto i Concerti per piano e orchestra, i Preludi e le Sonate per pianoforte, le Sinfonie, le Danze sinfoniche che chiudono la sua attività compositiva. Tra i Concerti per pianoforte e orchestra due sono particolarmente noti: il Secondo (op. 18) e il Terzo (op. 30), quest’ultimo diventato un cavallo di battaglia per ogni pianista, in considerazione della sua considerevole difficoltà esecutiva.

In definitiva si tratta di due bibliografie utili e che, seppure necessariamente brevi, risultano complete e tengono sempre desta l’attenzione del lettore. Interessanti e convincenti risultano i collegamenti che l’A. propone tra le principali composizioni dei due musicisti e gli eventi personali e storici. Davvero apprezzabili, inoltre, sono quegli squarci di approfondimento che Venditti riserva alle opere più significative dei due compositori e che, in modo appropriato, definisce «piste di ascolto». 

Nella sua esposizione, inoltre, l’A. si confronta senza alcun timore anche con alcuni tra i più importanti critici musicali che hanno espresso giudizi su J. Sibelius e S. Rachmaninov, e questo arricchisce la conoscenza dei due compositori. La scrittura risulta accattivante, agile, didattica. Il lettore potrebbe essere invogliato non solo ad approfondire la conoscenza dei due compositori, ma soprattutto ad ascoltare direttamente la loro musica, in particolare quei brani che l’A. pone giustamente in maggiore evidenza.