De Mattei R.

In: La Civiltà Cattolica n. 3765


Roberto De Mattei, De Europa. Tra radici cristiane e sogni postmoderni

Firenze, Le Lettere, 2006 


L’A., attualmente anche vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, insegna all’Università di Cassino. Ha pubblicato numerosi volumi di storia e filosofia politica, tradotti anche all’estero. Conosce la questione europea non solo in teoria: negli anni 2002 e 2003 ha partecipato ai lavori della Convenzione europea e della Conferenza intergovernativa. Così, anche da questa esperienza diretta prende corpo il presente volume. L’A. esamina innanzitutto la storia recente della costruzione europea, ponendo l’attenzione sull’avvio e sulla successiva fine del Trattato costituzionale europeo. Si scoprono così i retroscena e le responsabilità dei singoli protagonisti.

Nell’interessante ricostruzione storica un argomento spicca in modo particolare: l’imprevista rilevanza che ha assunto il dibattito sulle radici cristiane dell’Europa. L’A. pone in evidenza i forti e continui richiami di Giovanni Paolo II sull’argomento, ricapitolati nell’Esortazione apostolica Ecclesia in Europa. In merito a tale problema fondamentale l’A. prende posizione contro la rimozione di Dio e del cristianesimo dalla nuova «Costituzione europea» e contro il retrostante laicismo, che si traduce in «una forma di integralismo che vuole negare qualsiasi rilevanza sociale alla religione e, nel migliore dei casi, si propone di ridurre la fede al campo strettamente privato» (p. 72). 

Non meno netta è la presa di posizione contro quanti — soprattutto tra gli esponenti del pensiero debole — negano che l’Europa abbia un’anima, intesa come un principio unitario e sovrano che la identifichi. Certo, l’identità e l’unità europea non è data dalla geografia, né dalle etnie, né dalle lingue, eppure esiste sotto gli occhi di tutti. Qui l’A. sposa in pieno il pensiero espresso nell’Ecclesia in Europa: «Più che come luogo geografico […] l’Europa è qualificabile come un concetto prevalentemente culturale e storico, che caratterizza una realtà nata come continente grazie anche alla forza unificante del cristianesimo, il quale ha saputo integrare tra loro popoli e culture diverse ed è intimamente legato all’intera cultura europea» (p. 132).

Lavoro agile e ben documentato, si legge con facilità e interesse. Alla fine il lettore non può non sentirsi provocato su temi fondamentali e soltanto apparentemente lontani, quali l’identità storica e culturale dell’Europa e il suo patrimonio di valori che — inconfutabilmente — ha radici cristiane. Il De Mattei non nasconde la sua preoccupazione di fronte a quel fenomeno di «necrosi» che investe oggi l’Europa, vera e propria cristofobia strisciante che non solo ha rimosso le radici cristiane dell’Europa dal Trattato costituzionale del 2004, ma le vorrebbe rimuovere da ogni luogo pubblico. 

La situazione è grave, ma c’è spazio anche per la speranza. Alla fine della sua analisi l’A. provoca gli intellettuali a un compito ben preciso: «I sogni postmoderni rischiano di rivelarsi incubi. Ristabilire la memoria, restituire l’identità, riscoprire l’anima cristiana dell’Europa, rivitalizzare le sue radici, secondo l’appello di Giovanni Paolo II, ripreso da Benedetto XVI. Questo è il compito attuale degli uomini di cultura» (p. 140).