Artusi L.

In: La Civiltà Cattolica n. 3760


Lorenzo Artusi, Hans Urs von Balthasar. Un’anima per la bellezza. 

Origini dell’estetica teologica nell’Apocalisse dell’anima tedesca

Panzano in Chianti (FI), Feeria, 2006


L’A., laureato in Filosofia, fa parte della Comunità di San Leolino (diocesi di Fiesole), fortemente impegnata nella ricerca e nell’apostolato nel campo della cultura. Con questo lavoro egli offre un’analisi piuttosto dettagliata di una pubblicazione giovanile di H. U. von Balthasar (1905-88): l’Apocalisse dell’anima tedesca. Con quest’opera degli inizi l’allora giovane gesuita si confronta con le più eminenti personalità della cultura tedesca — filosofi, poeti, letterati — da Lessing fino al 1930, nell’intento di «“rivelare” l’interiore, personale, disposizione verso le “cose ultime” di un autore, oppure di un periodo storico; “disposizione” che ogni essere umano, in quanto tale, non può non avere […] in maniera più o meno cosciente» (p. 23). 

Venne così alla luce un’opera vasta — consta di ben tre grossi volumi — e complessa, rimasta in penombra nonostante la successiva grande notorietà di Balthasar. Artusi non si propone soltanto di presentare ai lettori italiani quest’opera poco nota perfino ai frequentatori abituali del teologo, ma anche di individuare e porre in evidenza in questo primo decisivo lavoro di Balthasar «i temi della sua ricerca successiva, forse fin troppo sinteticamente espressi […] ma indicativi e determinanti per la comprensione» (p. 29) di tutto il suo lavoro teologico.

L’analisi di Artusi si svolge in tre parti. La prima prende in considerazione quegli aspetti che, nell’iniziale formazione di Balthasar precedente la stesura dell’Apocalisse, sono più correlabili al successivo sviluppo del suo «metodo teologico». Di tale periodo l’A. pone in debito risalto soprattutto le figure di R. Guardini, Goethe e K. Barth. 

La seconda parte mette a fuoco alcuni aspetti fondamentali dell’estetica teologica di Balthasar, al fine di valutare quanto possano radicarsi nella precedente Apocalisse. Viene affrontato soprattutto il problema dell’unità metodologica nell’opera complessiva di Balthasar, che si identifica con il terzo trascendentale: il pulchrum, a completamento dei primi due: il verum e ilbonum. La «bellezza» diventa così punto di partenza di tutta la sua ricerca, e la prospettiva estetica si propone come la più idonea «per leggere tutta la rivelazione biblica, la teologia plurisecolare della Chiesa e tutto il pensiero filosofico, religioso e letterario dell’Occidente» (p. 108). Questa seconda parte, arricchita anche da numerosi riferimenti alle opere più mature e certamente più conosciute di Balthasar, offre al lettore la possibilità di conoscere in modo sintetico il nucleo del pensiero complessivo del teologo.

La terza parte, infine, affronta direttamente l’Apocalisse dell’anima tedesca, ponendo in particolare evidenza la sua «escatologia mitica». Ognuno dei principali diversi atteggiamenti dell’anima tedesca verso le cose ultime (Idealismo, Esistenzialismo, Cristianesimo), si rivela in una immagine «mitica»: Prometeo, Dionisio, il Crocifisso. E opportunamente l’Artusi dedica a queste tre figure tutta la parte finale del suo lavoro. Anche grazie al confronto diretto con ampi stralci dell’opera tradotti direttamente dall’A., il lettore riesce a farsi un’idea precisa dell’Apocalisse. Alla fine non si può non apprezzare la preparazione e lo sforzo dell’A. In particolare appare convincente la dimostrazione della sua tesi di fondo: le origini della riflessione estetica di Balthasar sono rintracciabili in questa sua opera iniziale, mostrando così la continuità tra il «primo» e l’«ultimo» Balthasar. 

Tra gli elementi fondanti tutta la vasta ed estremamente erudita riflessione di Balthasar, che l’Artusi pone a più riprese in giusta evidenza, è da segnalare l’assoluta centralità che assume il mistero dell’Incarnazione. In proposito riportiamo le parole di Benedetto XVI nel suo Messaggio per il centenario della nascita del teologo (e che mons. Bruno Forte riporta nella prefazione al lavoro di Artusi): «In questo von Balthasar vedeva la logica della rivelazione: Dio si fa uomo, perché l’uomo possa vivere la comunione di vita con Dio» (p. 9). Il mistero dell’amore trinitario di Dio che si rivela in Gesù: ecco la bellezza della fede e il cuore dell’estetica teologica di Balthasar, in qualche modo abbozzata già nella sua Apocalisse dell’anima tedesca.

Il testo, corredato da un ricco apparato di note, da una corposa bibliografia e da un utile indice dei nomi, risulterà particolarmente utile soprattutto ai conoscitori del grande teologo svizzero. Ma potrebbe anche spingere quanti non lo conoscessero abbastanza ad avvicinarsi a colui che è stato definito «l’uomo più colto dei nostri tempi».