Scola A.

In: La Civiltà Cattolica n. 3961


Angelo Scola, Capaci di infinito

Marcianum, Venezia, 2014


L’essere umano vive da sempre un paradosso che lo costituisce: «è capace di infinito e tuttavia, quando agisce, è sempre prigioniero della finitudine». Così comincia la riflessione del card. Angelo Scola, già Patriarca di Venezia e ora Arcivescovo di Milano, teologo e autore di numerose pubblicazioni.

Da una simile constatazione di base deriva una domanda fondamentale: come l’uomo può liberarsi da questa condizione? Per l’A. la risposta può essere rintracciata nella vita di tutti i giorni: «Attraverso mille segni l’uomo può accorgersi del mistero ed è spinto a costruire relazioni buone e pratiche virtuose che lasciano emergere quel Quid misterioso che la grande tradizione di tutti i popoli chiama Dio» (p. 7).

Se si pone in ascolto della propria coscienza, ciascuno di noi può riconoscere l’apertura al «mistero», la sete di infinito che è radicata in noi. A cominciare dalla sua capacità di cogliere il senso della realtà. Spunti ulteriori provengono dalla naturale capacità di essere in relazione all’altro e, ancor più, dalla percezione della propria finitudine unita alla capacità di infinito, che fa sorgere la domanda: chi mi libererà da questa condizione?

Ma nella nostra cultura, scettica e tranquillamente accomodata nella finitudine, la presa di coscienza di tale dimensione è resa più difficile. Il cristiano non corre meno rischi, ma può ridurne la portata. A tal fine è fondamentale che tenga viva la propria fede, al centro della quale c’è Gesù, la Parola di Dio vivente e personale.

Ma finché siamo quaggiù, non possiamo evitare il problema del male e della sofferenza nel mondo. A questo c’è una sola soluzione pratica: seguire Gesù. La sequela di Gesù e i suoi effetti sulla vita personale non devono rimanere una ricchezza soltanto per il singolo: oggi più che mai è fondamentale la testimonianza, che non è soltanto il buon esempio, ma è un metodo di conoscenza della realtà e di comunicazione della verità.

Quella del cristiano è fondamentalmente testimonianza dell’amore. Attraverso di essa il cristiano, contrastando la cultura dominante, può proteggere e risvegliare anche nell’altro la sua potenziale apertura al mistero, gli incancellabili frammenti del desiderio di Dio.

Il libro del card. Scola affronta temi che toccano il cuore della proposta cristiana, e lo fa con un approccio semplice e uno stile diretto.