In: La Civiltà Cattolica n. 3866
Roberto Nardin – Giorgio Picasso, Un’esperienza monastica tra storia medievale e spiritualità contemporanea. I Benedettini di Monte Oliveto,
Siena, Abbazia di Monte Oliveto, 2010
Il libro è suddiviso in due parti. Nella prima G. Picasso propone un’indagine storica sulle origini e sulla tradizione di Monte Oliveto. In brevi ma densi capitoli vengono presentati alcuni temi basilari per la Congregazione. Si parte, ovviamente, da cenni biografici di San Bernardo Tolomei (1272-1348), canonizzato nel 2009 da Benedetto XVI.
Si passa quindi all’analisi degli importanti motivi di convergenza tra il carisma del fondatore e la Regola benedettina: la ricerca di Dio; la preghiera liturgica; la pratica delle grandi virtù dell’umiltà, obbedienza e silenzio. In ogni caso, l’adozione della Regola benedettina non fa dimenticare lo spirito olivetano delle origini, che si richiama fortemente anche alla spiritualità dell’antico monachesimo.
Altro tema proposto dall’A. è quello della figura dell’Abate nella tradizione olivetana, dalle origini fino alle nuove costituzioni promulgate nel 2002. Viene poi presentata una ricostruzione dell’ambiente originario, nel quale operarono il fondatore e i suoi nobili amici senesi. Vengono poi passati in rassegna i valori monastici nella vita di Francesca Romana (1384-1440), santa a cui la congregazione è legata in modo particolare. I contributi di G. Picasso si chiudono con una ricostruzione degli ultimi 50 anni della Congregazione, passati in rapida rassegna attraverso i ricordi personali dell’A.
Nella seconda parte R. Nardin propone una lettura dell’esperienza olivetana alla luce del monachesimo contemporaneo. Egli narra innanzitutto la cronaca del capitolo generale straordinario, riunitosi nel 2001 per adeguare il corpuscostituzionale della Congregazione olivetana. Ne descrive, quindi, riflessioni e sviluppi, ponendo in risalto la dimensione teologico-giuridica dell’unum corpus, inteso come comunione dei fratelli e delle comunità olivetane. Il lettore può confrontarsi, così, con tematiche fondamentali: il carisma olivetano; il principio di sussidiarietà; la stabilità; la formazione; la figura dell’Abate generale; gli abati locali e il loro rapporto con la Congregazione e con le comunità loro affidate; il ruolo di Monte Oliveto Maggiore.
Nell’ambito del successivo confronto con la vita dei benedettini confederati, in particolare i sublacensi, l’A. tende a mettere in evidenza lo specifico olivetano. Richiama comunque l’attenzione sul fatto che tutta la vita benedettina è orientata a vivere con intensità l’esperienza della comunione, nella consapevolezza che la «communio discende dalla partecipazione personale alla communio trinitaria, ossia, in definitiva, dipende dal concreto di santità di ciascuno» (p. 123).
Nardin analizza, quindi, la Ratio formationis dei benedettini di Monte Oliveto, con particolare riferimento agli aspetti teologici e spirituali. Pone in risalto soprattutto: l’orizzonte fondativo cristologico; l’importanza del maestro di formazione e della comunità monastica nel percorso formativo; la forza trasformante dell’opus Dei e della lectio divina; il lavoro; lo studio; la formazione permanente.
Descrive, poi, la prima riunione plenaria dei Superiori olivetani, tenutasi nel 2007. Questo il dato di fondo più importante: l’attenzione alla persona concreta, al monaco e alla monaca considerati nella loro esistenza quotidiana, nell’ambito di una visione realistica e integrale, capace di tenere insieme la dimensione spirituale e quella materiale. Si delineano, in tal modo, veri e propri orizzonti di vita monastica per il terzo millennio.
L’ultimo contributo mette ben in luce l’identità olivetana, che è benedettina, ma che ha anche un suo specifico: la communio vissuta nella singola comunità affidata al proprio abate, ma insieme partecipando alla communio più grande della famiglia olivetana guidata dall’abate generale, il cui centro è la casa-madre.
Il libro si chiude con tre utili appendici: il messaggio di Giovanni Paolo II nella ricorrenza del 650° della morte del fondatore Bernardo Tolomei; due contributi di Benedetto XVI: l’omelia per la canonizzazione del fondatore e il discorso pronunciato in occasione del quarto centenario della canonizzazione di santa Francesca Romana. Il libro si rivolge principalmente ai monaci olivetani e a quanti condividono questa sempre attuale esperienza di Chiesa.