Mistica personalità

G. Esposito - S. Consiglio, Mistica e personalità: Gemma Galgani

 

A volersi mantenere rispettosi della complessità, non è facile accostarsi alla figura di Gemma Galgani in qualità di studiosi, ancor meno se psicologi. La sua storia, infatti, sfugge agli ordinari criteri d’indagine di questa disciplina. Inoltre, fin dagli inizi ed ancora oggi, è significativamente segnata da equivoci e polemiche generati proprio da una visione riduttivamente psicologica. In questa sede non affrontiamo il rapporto tra mistica e psicologia, né la correlazione tra mistica e disagio mentale. Ci proponiamo, invece, di ricostruire la formazione del Sé psico-spirituale nel divenire di Gemma, cercando di entrare virtualmente nell’itinerario da lei percorso. A questo livello, però, rifiutiamo dualismi del tipo mente-cervello o mente-corpo o realtà spirituale-realtà fisica. Possiamo distinguerli, ma non separarli. Per questo la nostra lettura di Gemma tiene presente, almeno sullo sfondo, anche la base neurobiologica dell’esperienza psico-spirituale. Così nell’analisi conviene ricordare che, tutti gli elementi che danno forma all’esperienza cognitivo-emotiva di Gemma, trovano posto nel suo cervello, e devono fare i conti con neuroni, connessioni sinaptiche ed attività elettrochimiche. 

Oltre ai dualismi rifiutiamo anche i riduzionismi. In tal senso non facciamo nostra la visione in cui la dimensione spirituale sia – necessariamente ed esclusivamente – un “prodotto” della storia, della cultura, della neurobiologia e psicologia del soggetto, anche se da queste variabili evidentemente non può prescindere. E rifiutiamo anche la posizione opposta: quella che – nella vita spirituale e di santità – vede tutto e solo come opera di Dio, indipendentemente dalle altre variabili. Quindi, nel rispetto della complessità, eccoci ora ad una essenziale rassegna delle variabili che più si correlano alla formazione psico-spirituale e mistica di Gemma. In tale ottica accenniamo al contesto storico-religioso, alla spiritualità del tempo, alla variabile familiare, alle relazioni più significative. Nell’analisi, però, dobbiamo prescindere dall’intervento di Dio: per i credenti è una variabile decisiva ma non è indagabile dalla nostra disciplina. In un certo senso potremmo dire che ci occupiamo di ricostruire la Gemma che il Dio della rivelazione cristiana incontra, e quali trasformazioni avvengano in lei, nell’ambito della profonda relazione che si instaura tra loro.

  

Contesto storico-religioso

 

Le variabili più lontane e meno direttamente influenti su Gemma sono individuabili nella situazione storico-religiosa del tempo. Sono quegli aspetti che diventano parte dell’“immaginario cattolico” disponibile per Gemma, un vero e proprio filtro interpretativo della realtà, importante nella cultura religiosa dei Galgani. La breve vicenda umana di Gemma si svolge tutta durante il papato di Leone XIII, cioè dal 1878 al 1903. È un periodo molto delicato per la storia civile e politica italiana, ma anche per la Chiesa. Nel perdurante conflitto tra lo Stato italiano e la Santa Sede, si inasprisce ulteriormente l’anticlericalismo. Per reazione in ambito cattolico domina un clima culturale ‘difensivo’, di ‘posizione contro’ il male. In ambito culturale, poi, si diffonde un clima razionalistico. In particolare in ambito medico e psichiatrico cresce l’interesse per temi quali i disturbi della coscienza e l’isteria, estendendone l’ambito di applicazione anche al religioso, in particolare ai fenomeni mistici, ancor più se riguardanti donne. 

  

Spiritualità del tempo

 

Su questo sfondo, alcune immagini e temi diventano dominanti nella spiritualità del tempo: la sofferenza di Gesù e della Madonna, il Cuore di Gesù trafitto e grondante sangue, la giusta ira di Dio giudice più che padre, la necessità della riparazione e corredenzione, la forte unione con una Chiesa attaccata dall’esterno (anticlericalismo) e dall’interno (preti indegni o traditori). Significativo è il numero degli Istituti ed Ordini religiosi che, sorti nel periodo, si fondano sui temi della riparazione, del S. Cuore, della penitenza. Così pure, nel periodo, è indicativa la tipologia di santità proposta come modello, attraverso beatificazioni e canonizzazioni (per Gemma è direttamente significativo l’iter di Margherita Maria Alacoque). Probabilmente correlato a questo scenario poco favorevole alla Chiesa, c’è poi da segnalare la poderosa rinascita della mistica proprio tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Così, dopo un lungo periodo di latenza, la mistica ritorna in primo piano, risvegliando attenzione e reazioni. In ogni caso, non solo suscita l’interesse della gente e della Chiesa, ma può diventare un percorso-tipo, un possibile modello di itinerario verso Dio soprattutto per alcuni credenti particolarmente impegnati. Questa vera e propria cultura mistica ruota intorno a temi caratteristici: il sogno iniziatico, l’infanzia di Gesù, la corporeità di Gesù e di Maria, le piaghe ed il sangue, il peccato, la sofferenza, la riparazione, l’espiazione, il ‘vissuto mistico’ secondo stadi ben individuati, l’“io” come oggetto passivo dell’azione divina. Anche il linguaggio è tipico (fusionale… profetico-apocalittico…), così pure le visioni (sofferenza di Gesù, giusta ira divina… rinnovamento della Chiesa). E Gemma si rifornirà abbondantemente a questa spiritualità.

 

La variabile familiare

 

Con la variabile familiare ci avviciniamo più direttamente al microcosmo individuale di Gemma. Le relazioni primarie danno forma alla sua mente relazionale, alla personale visione del mondo e, per certi aspetti, pongono le basi per la propria dimensione spirituale. Le figure-chiave sono i nonni paterni ed i genitori. Nonno Carlo si impone con la sua visione religiosa della realtà, la fede profonda, il coraggio di manifestarla e difenderla, l’attenzione ai bisognosi e soprattutto ai sofferenti. Agli influssi religiosi si affiancano quelli psicologici: serietà e costanza nella vita, ma soprattutto la sensibilità. Di nonna Margherita evidenziamo sia la viva religiosità (Gemma conserva la sua corona fino alla morte), sia una severa educazione al rapporto con il proprio corpo. Qui domina la spinta all’autocontrollo e, soprattutto a salvaguardia della purezza, l’uso di rituali preventivi (la stessa Gemma ricorda il consiglio di pregare con le braccia raccolte sotto le ginocchia). Quella con mamma Aurelia è la relazione dominante e decisiva, da cui deriva la motivazione spirituale più forte. La morte della mamma segna l’avvio di un progetto vitale: raggiungerla in paradiso e per questo diventare santa. Tra gli elementi principali derivanti dall’identificazione materna abbiamo: tendenza fusionale, fisicità relazionale, amabilità, capacità di attaccamento e accudimento, sponsalità e maternità, senso del dovere, capacità di sacrificio, visione religiosa del mondo e della vita. 

Il babbo Enrico conta meno, sia psicologicamente che spiritualmente. Stravede per la figlia che, pur affezionata, lo mantiene ad una distanza di sicurezza. Restano comunque importanti gli elementi derivanti da questa identificazione. C’è il continuo bisogno di paternità, di figure maschili forti, autonome e non bisognose del suo accudimento. E c’è la particolare amabilità agli occhi dei maschi, vero e proprio potere di seduzione, certamente non voluto né ricercato. È una capacità di attrazione certamente non confinata alla sessualità, ma molto più estesa. Ma la facilità si associa alla pericolosità: c’è sempre il rischio – che è anche inconsapevole desiderio – di dipendenza. In fondo, comunque, domina sempre la capacità di controllare sia se stessa che l’altro. Nella relazione con ambedue i genitori, poi, sperimenta desiderabilità, predilezione, merito. Così Gemma sviluppa: elevata immagine di sé, convinzione di potercela fare, senso di capacità, ma anche ansia di evitare la delusione dell’altro. La vita, così, nella consapevolezza di potercela fare ma con la paura di poter deludere, può essere guidata da un senso di “missione” particolare, di un compito importante che, di volta in volta, può consistere nel sostenere la madre, il padre, la famiglia... Gesù. È così infatti che Gemma, mettendo da parte i normali ritmi di crescita e le fisiologiche esigenze della maturazione, vive l’adeguamento a questo modello ideale: entra precocemente nel ruolo dell’adulta non deludente e... ci riesce. Nel sistema familiare infatti questa figlia, con coerenza e costanza, svolge ruoli importanti: accudire tutti, non deludere nessuno, sostituire gli assenti, attutire gli effetti dei crolli psicologici che indeboliscono il sistema.

 

Altre relazioni significative

 

Innanzitutto le due suore Zitine: Camilla e Giulia. Persa la mamma, in una fase di grave disagio psicologico, con loro sviluppa una relazione significativa: sono loro che avviano Gemma alla spiritualità della Passione. Senza sforzo, in lei l’attenzione cognitivo-emotiva si concentra su questo mistero. La sofferenza, così, trova sempre più una concreta spiegazione e valorizzazione: soffrire ha senso ed è un privilegio. C’è poi la famiglia Giannini, in particolare la signora Cecilia. Non è solo una nuova famiglia ma anche lo spazio ideale per viversi liberamente la dimensione spirituale. E c’è il confessore mons. Volpi: controllore della emozionalità spirituale. Fondamentalmente scettico, specie agli inizi, di fronte alle manifestazioni spirituali di Gemma. Per certi aspetti egli costituisce quella razionalità spirituale che in Gemma tende ad essere sovrastata dalla corrispondente emozionalità: è in questa relazione più che in altre che la ragazza sperimenta il controllo, un limite al lasciarsi andare alle emozioni spirituali. Anche se in una posizione più defilata, non dobbiamo dimenticare il dottor Pietro Pfanner, il medico amico di Volpi. Credente, stimato professionista, avalla la riduzione dell’esperienza mistica all’isteria. Così, senza saperlo né volerlo, avvia un dibattito complesso che non si limiterà alla storia di Gemma. Ed eccoci a padre Germano: entra in scena per ultimo ma diventa subito protagonista nella vita spirituale di Gemma. È il validatore della sua spiritualità e ne controlla gli aspetti più sentimentali. Non solo crede nell’opera di Dio in Gemma ma, a volte con minor capacità critica, accetta come autentiche un po’ tutte le manifestazioni spirituali che osserva nella ragazza. 

 

Dimensione psicologica

 

Il Sé spirituale di Gemma emerge progressivamente, da una storia piena di eventi di vita stressanti, particolarmente a rischio per la salute psico-fisica: malattie, morti, crollo finanziario, povertà, precarietà totale, disagio psicologico personale e familiare, allontanamenti da casa, discredito, isolamento. Consideriamo solo le dinamiche fondamentali di questa vita psicologica. Anzitutto le due caratteristiche base del Sé: la “relazionalità fusionale” e la “corporeità”. È una ragazza sempre in-relazione-con l’altro, esseri umani ed esseri spirituali. Ama con tutta se stessa, con tutto il Sé: così l’emozionalità relazionale coinvolge anche il corpo. Il lasciarsi andare fiduciosamente e senza controllo è il suo desiderio più profondo ma anche il più temuto: è insopportabile l’idea di dipendere dall’altro e di poterlo perdere. Accetta il rischio relazionale, ma solo se mantiene il controllo di sé e dell’altro: lo ottiene assumendo il ruolo di adulta che accudisce. Gemma si riconosce, così, quasi esclusivamente nell’accudimento: è empatica, “diventa” l’altro, ne fa propria soprattutto la sofferenza. L’altro elemento base di questa mente relazionale è la “corporeità”: in Gemma la relazione si in-carna, l’attaccamento è “a pelle”. Nel suo fisico “prende corpo” l’io-tu: sia le proprie emozioni verso l’altro, sia le emozioni che lei avverte provenire dall’altro. Desidera, è desiderata, e conosce il potere del corpo come mediatore di piacere e di relazione. Per lei, amante appassionata, il corpo deve esistere solo per il suo amato: nel corpo deve incarnarsi la sofferenza dell’amato. Sul corpo, allora, Gemma esercita un controllo continuo. 

In definitiva, l’attaccamento di Gemma è ansioso-evitante. Da una parte c’è angoscia d’abbandono e di vuoto, con controllo continuo dell’aggressività relazionale. Qui dominano: idealizzazione ed identificazione. Dall’altra c’è la paura di lasciarsi andare nella relazione: l’inconscia percezione del bisogno di fusionalità ma anche della labilità dei confini sé-altro, generano un continuo controllo della fisiologica spinta verso l’altro. Conserva, comunque, una empatia profonda ed una notevolissima sensibilità. È prudente, riservata, semplice, evita l’attenzione. Rifugge l’“apparire” e non si cura affatto della propria immagine, nemmeno di quella spirituale, fino a deludere volutamente i curiosi. I cambiamenti – soprattutto relazionali – si correlano a vistosa emozionalità, con vasta componente psicosomatica. Anche se capace di rapportarsi alla realtà, l’esplorazione del mondo esterno è limitata, mentre è molto ricca quella del mondo interno, a contenuto prevalentemente spirituale. È una mente che evidenzia una notevole capacità di immersione e concentrazione tematica, un limitato contatto con la realtà non spirituale, una facile modificabilità degli stati di coscienza e di passaggio da una realtà all’altra. Così, una storia ed una neuropsicologia particolari, sembrano fattori che ben predispongono al modello ed a al percorso ‘santità-mistica’ scelto da Gemma. Ma a tali predisposizioni deve aggiungersi il concreto impegno quotidiano della ragazza, in una realtà personale ed interpersonale spesso non facilitante. Il Sé psicologico rimane, con le sue fragilità: così, soprattutto nelle situazioni di stress, può prendere transitoriamente il sopravvento. Ed è quello che – forse – accade nella paralisi del 1899, nella scomparsa del Diario e nella dispersione delle lettere del padre spirituale.

 

Dimensione spirituale

 

In Gemma il Sé spirituale affiora precocemente. Soprattutto nelle svolte critiche della vita familiare e personale, lo spirituale diventa da subito una base sicura, costituendo una parte significativa del Sé fino a diventare il vero nucleo dell’identità. La sua specifica spiritualità è esito di diverse variabili. Conta la visione religiosa dominante nel tempo e nella specifica cultura in cui Gemma si forma. Ma ancor più conta la sua psicodinamica, che risente dello schema io-tu formatosi con le primarie figure di accudimento, e degli eventi di vita che bersagliano il divenire. Almeno in parte, poi, incidono anche le altre figure significative (suore, confessore, padre spirituale). Conta, infine, la scelta personale – voluta e cosciente – di alcuni temi chiave (su tutti: la Passione), particolarmente coerenti con la propria psicodinamica. Consideriamo, allora, alcuni aspetti della spiritualità di Gemma.

Cominciamo dalle relazioni. Gesù è centro e meta di questa mente relazionale. Gesù non è un’idea teorica ma una persona reale, con cui lei vive una relazione concreta di amore. Ed ecco che i topos spirituali sono quelli in cui Gesù si manifesta come uomo, con un corpo ed una storia: l’Eucarestia, il S. Cuore, la Passione. Inevitabilmente, privilegia il Gesù sofferente. In Gemma tutto converge sulla spiritualità della croce, centro di una poderosa elaborazione cognitivo-spirituale e di un’esperienza vitale coinvolgente. Si identifica con Gesù che la ama fino alla morte, e lei si offre vittima per riparare le offese al suo amato. Anche le altre figure del suo mondo spirituale collaborano a questo divenire. C’è la Madonna, soprattutto la mamma del Gesù sofferente e morente. C’è l’angelo custode: vero e proprio compagno di viaggio. E poi Gabriele dell’Addolorata, Paolo della Croce, Margherita Maria Alacoque: fonti di temi-chiave e modelli di percorso spirituale coerenti con l’insieme già individuato. E non manca il male, nella figura del diavolo impegnato ad ostacolare il percorso verso Dio. Per inciso ricordiamo che ognuna di queste relazioni va letta anche alla luce del Sé psicologico: diversi loro aspetti – in realtà i più marginali – risentono effettivamente della dimensione psicologica. Questa, però, nel divenire spirituale incide progressivamente sempre meno ed anzi, perde completamente i suoi aspetti fobici.

Quanto ai fenomeni spirituali, Gemma li sperimenta quasi tutti. A cominciare da quelli cognitivi: locuzioni, visioni, rivelazioni, discernimento degli spiriti, profezia. In ognuno ci sono tracce del Sé psicologico, ma nessuno si spiega esclusivamente con esso. Un po’ per tutti comunque, così come per le relazioni, si registra una maturazione nel divenire, una progressiva liberazione dal condizionamento psicologico in direzione di una sempre maggiore spiritualizzazione. 

Ci sono poi i fenomeni “psico-fisiologici”, soprattutto le estasi, che colpiscono per quantità e qualità. Non indicano una patologia mentale, ma solo un Sé spirituale dominante: appena può, Gemma si immerge nelle relazioni spirituali. Troppo differente la realtà dello spirito, e troppo poco capace il Sé psicologico di contenerla nella sua coscienza: l’estasi, allora, è un passaggio quasi obbligato e comunque terapeutico, contenitore dello spirituale e tutela dello psicologico. Nella specifica combinazione psico-spirituale di Gemma, sempre così totalizzante e fusionale, non è possibile uno stato di coscienza unitario quando lei si immerge nel mondo dello spirito. Quasi “priva” dei filtri cognitivi – di quella razionalità che garantirebbe un minimo distacco dalla realtà cui si avvicina – lo spirituale la inonda immediatamente e totalmente. La sua passività è totale, senza difese: mente e fisico non possono contenere una simile irruzione. Diventa allora inevitabile il passaggio dalla coscienza psicologica alla coscienza spirituale, l’unica in grado di relazionarsi con questi input nel modo così totalizzante tipico di Gemma. Fuori del tempo estatico, comunque, il Sé psicologico dimostra continuamente tutto il proprio senso di realtà. E conserva, inoltre, tutta la elaborazione intanto avvenuta nella coscienza spirituale, in una maturazione complessiva indiscutibile. In questo, quindi, le fuoriuscite dal mondo esclusivamente psicologico, non danneggiano e nemmeno impoveriscono la vita mentale e comportamentale di Gemma. 

I fenomeni somatici, infine, sono quelli più appariscenti e discussi. Si manifestano durante le estasi e traducono nel corpo di Gemma i passaggi chiave della Passione di Gesù: stimmate, sudorazione di sangue, coronazione di spine, flagellazione, ferita alla spalla. Anche in questi fenomeni è presente la componente non esclusivamente spirituale. Ma la variabile psicologica non riesce a spiegare tutto.

Dopo l’accenno ai contenuti della spiritualità, ritorniamo al suo divenire. Sé psicologico e Sé spirituale non procedono di pari passo. Nel primo permane la “fissità” fobica che controlla il desiderio di relazione. Nello spirituale, invece, Gemma si libera e si lascia andare alla relazione, in un divenire con stadi ben identificabili. Progressivamente, infatti, il Sé spirituale sembra svincolarsi da quei limiti che caratterizzano la coerenza base del Sé. Nella dimensione spirituale sembra avvenire proprio quel processo di fisiologica maturazione che, almeno lungo alcune direttrici, risulta bloccato nel Sé psicologico.

Tali passaggi maturativi, anche se non netti e continui nel tempo, sono ben identificabili. Gemma è figlia, innanzitutto. In questo stadio permangono le caratteristiche fusionali, sensitive e corporee del Sé psicologico. Anche il Sé spirituale esige dall’altro attenzione ed accudimento continui, che lei deve sperimentare concretamente. È il mondo relazionale da lei sempre sognato, in cui smettere i panni dell’adulta, liberarsi di quel ruolo in cui gli altri l’hanno sempre incontrata. Proprio nella dimensione spirituale, allora, si evidenzia il Sé infantile che, invece, solitamente riesce a tener sotto controllo nella vita ordinaria, nelle relazioni umane. Qui può dare libero sfogo ai bisogni di consolazione, accudimento, comprensione: può essere bimba. Sono esigenze più psicologiche che spirituali.

In una fase successiva, con Gesù sperimenta quel “fisiologico” processo di allontanamento-avvicinamento che, in sostanza, nel divenire psicologico è mancato. Anche se fonte di desolazione, la periodica distanza di Gesù la fa crescere: l’altro continua ad esistere nonostante la fine della percezione diretta e continua, diremmo nonostante il lutto spirituale. Ma, ad ogni allontanamento, fa seguito un avvicinamento. Ogni volta, quindi, Gemma sperimenta che il legame è indistruttibile, ma anche che non è controllabile a piacimento o secondo i suoi bisogni psicologici. Ed ogni volta la relazione riparte, anche con il recupero della vicinanza: allora il Sé spirituale si svincola dai primari bisogni di fusionalità e fisicità. Ed è più definito: anche lei può allontanarsi, ad esempio “minaccia” Gesù quando non ottiene qualcosa. Ora la relazione è tra due adulti, paritaria. Qui, fusionalità e fisicità sono sempre presenti, ma in modo più maturo, più coerente con l’attuale forma della relazione. 

Nella terza fase la relazione appare definitivamente matura, la percezione “sensibile” dell’altro non è più indispensabile, il corpo non ha più la centralità precedente. In definitiva, l’emozionalità spirituale cede il passo alla pura fede. Gemma non vuole più nulla: si limita solo a credere nel suo amato, a “stare con” lui, anche senza la sua percezione sensibile. Tutto torna “spirituale”, così come dovrebbe essere in questa dimensione.

 

Sé mistico

 

Di certo è un divenire psico-spirituale non ordinario, non tanto per i suoi inizi – con una psicodinamica in effetti non eccezionale – ma per il suo esito. La particolare intimità-con-Dio e la ricca fenomenologia conseguente, inseriscono questa storia in ciò che la teologia definisce “mistica”. Noi potremmo parlare di “personalità mistica”. Qui non troviamo solo un Sé spirituale che, almeno da un certo punto, appare dominante sul Sé psicologico, in cui cioè la visione della vita e la personale autonarrazione sono rapportate a Dio in modo pressoché esclusivo. La differenza dall’ordinario è altrove: è nella combinazione “autopotenziantesi” tra una particolare personalità ed una specifica spiritualità. In questo caso il Sé spirituale trae particolare linfa dal Sé psicologico, ed anche grazie a questo raggiunge la configurazione mistica. Così, in ambedue troviamo gli stessi elementi portanti: fusionalità, identificazione, perforabilità dei confini, iperemozionalità, fisicità, concentrazione cognitiva profondissima e continua, facile modificazione degli stati di coscienza, una notevole capacità di amare. Elementi del Sé psicologico, certo, ma progressivamente maturati e sempre più al servizio del Sé spirituale. L'esito finale è qualcosa di ulteriore e specifico: il Sé mistico. Qui, una precisa psicodinamica ed una spiritualità coerente con la stessa, unite alla libera volontà ed allo sforzo quotidiano, consentono una profondissima esperienza di Dio. 

 

Note conclusive

 

L’analisi del divenire psico-spirituale di Gemma, così come qui ricostruita, esige però almeno un piccolo elenco di considerazioni finali. Non potendole ovviamente analizzare nel dettaglio, le lasciamo solo come affermazioni, quasi come semplici spunti di riflessione.

- Spiritualità e mistica sono profondamente “incarnate” nella storia del soggetto e, quindi, molte sono le variabili che entrano in gioco.

- Quanto all’esito mistico, non è determinante nessuna delle variabili ad esso correlate presa a sé stante, e nemmeno un particolare cocktail di variabili.

- La personalità non genera la spiritualità – né la mistica – ma di certo contribuisce a dar loro una forma.

- Il Sé mistico esita, in particolare, da una psicodinamica e da una spiritualità specifiche, tra loro intimamente correlate.

- Il Sé spirituale “diviene” attraverso fasi, in modo non automatico né sempre lineare. Agli inizi ricalca gli elementi fondamentali del Sé psicologico, anche nei suoi punti più fragili, sempre pronti a rievidenziarsi nei momenti di crisi. Poi realizza una maturazione ­– per certi aspetti anche psicologica – e soprattutto una dominanza nel Sé.

- Il tipo di spiritualità non dipende solo dalla psicodinamica individuale inconscia, ma anche dalla riflessione cosciente del soggetto.

- L’identificazione nella sofferenza di Gesù non è solo un elemento psicologico, ma anche un elemento spirituale autonomo, un valore fondamentale nel credo cristiano.

- Gli stati modificati di coscienza e la facilità di passaggio tra le due coscienze, non indicano necessariamente un disturbo mentale e, in più, possono facilitare l’esperienza spirituale e mistica.

- La spiritualità e la mistica possono giovare anche alla psicologia del soggetto, pur non trasformando in toto i suoi meccanismi fondamentali.

- La psicologia, esauriti gli spazi per la propria indagine, deve lasciare ad altre discipline il compito di dire la propria sull’altra variabile fondamentale: il contributo di Dio.