UNA GENEROSA CORRISPONDENZA
UNA GENEROSA CORRISPONDENZA
"Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio infatti non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui". (Gv 3,16-15).
Il Vangelo di oggi ci invita a riflettere sulla grandezza di Dio e sul suo infinito Amore. Solo l'unico e vero Dio poteva e ha dato il Suo Figlio Unigenito attraverso la cui Passione, morte e Risurrezione ci ha aperto le porte della salvezza, per ristabilire in modo perfetto con il Sacrificio di Cristo, l'alleanza distrutta con il peccato originale.
In una società egoista e nichilista come la nostra, dove Dio viene rifiutato per la superbia di salvarsi da soli, l'evangelista Giovanni ci richiama a riflettere sulla grandezza di Dio e sulla chiamata che Egli volge a ciascuno di noi.
Siamo infatti tutti chiamati alla santità, ad accogliere il disegno che Dio ha su di noi, ad alzarci con prontezza d'animo sull'esempio di Maria Santissima e degli Apostoli ai quali "un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: «Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita»" (At 5,20).
Il nostro carcere è il peccato che ci tiene incatenati e incapaci di testimoniare con amore vero il Signore. Ma Egli ci ha liberato dalle tenebre con la Redenzione, fornendoci tutti gli strumenti per vedere la luce tra le sbarre e uscire dalla porta per andare incontro alla Grazia e annunciare le meraviglie di Dio.
Lo stesso Salmo 33 ci ricorda: "Guardate a Lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce”.
Quante volte nei momenti di prova e difficoltà si è tentati di allontanarsi dal Signore accusandolo e lasciandosi vincere dalle tenebre, quando Egli stesso è venuto a salvarci e ad aprirci le porte del Paradiso.
In questo periodo in cui abbiamo da poco celebrato la Pasqua del Signore, è bene soffermarsi a riflettere sui doni del Signore e quanto nella nostra vita siamo a Lui uniti.
Ci ricorda infatti Gesù che “Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio”.
Solo con Dio e in Dio avremo la vita eterna, chi non è con Lui è contro di Lui, per questo la nostra vita deve essere tutta rivolta a Colui da cui ogni cosa deve avere inizio e compimento.
In Lui, come ci ricorda ancora il salmo, troviamo rifugio e risposta nei tempi e nei modi che Egli ha pensato per noi.
Rivivendo assieme a Gesù la Sua Passione, il nostro cuore non può non essere toccato dall’Amore infinito di Dio. Ogni sofferenza di Gesù, ogni sguardo, ogni dolore, tutto Egli ha offerto per noi come “agnello condotto al macello” nel silenzio.
“La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio” (Gv 3, 18-21).
Interroghiamoci dunque su come rispondiamo alla chiamata di Dio, se abbiamo messo la nostra vita al suo servizio, abbandonandoci a Lui senza riserve, se davvero abbiamo a cuore la Luce e la Verità, che è Cristo stesso e che da lui viene.
Siano scolpite nel nostro cuore queste parole di Gesù a Nicodemo, perché la Pasqua sia l’inizio di un nuovo cammino verso il Salvatore, nella consapevolezza che da soli non possiamo nulla e che se la nostra Fede rimane tiepida non può portare alcun frutto.
La Vergine Maria, nostra corredentrice, ci sia da guida e da maestra, Lei che perfettamente unita al Figlio suo, sotto la croce ha rinnovato il suo Fiat a Dio, nell’obbedienza e nel totale dono di sé alla Divina Volontà.