IO NON PREGO PER IL MONDO...
IO NON PREGO PER IL MONDO...
Torniamo ancora al fatto che Gesù prega affinché, mediante l'unità dei discepoli, il mondo possa riconoscerlo come l'inviato dal Padre. [...] Si rende evidente l'universalità della missione di Gesù [...]. Mediante i discepoli e la loro missione il mondo nel suo insieme deve essere strappato dalla sua alienazione, deve ritrovare l'unità con Dio.
[...] Ma in che rapporto con questo universalismo sta la parola dura che si trova nel versetto 9 della Preghiera sacerdotale: «Io prego per loro; non prego per il mondo»? Per comprendere l'unità interiore delle due richieste apparentemente contrastanti, dobbiamo considerare che Giovanni usa la parola «cosmos» - mondo - in un duplice senso. Da una parte, essa indica tutta la buona creazione di Dio, particolarmente gli uomini come creature sue, che Egli ama fino alla donazione di se stesso nel Figlio. Dall'altra, la parola designa il mondo umano come storicamente si è sviluppato: in esso corruzione, menzogna, violenza sono diventate, per così dire, la cosa "naturale". Blaise Pascal parla di una seconda natura che, nel corso della storia, si sarebbe sovrapposta alla prima. Filosofi moderni hanno illustrato questa situazione storica dell'uomo in molteplici modi [...]. Con questo, la filosofia descrive in fondo precisamente ciò che la fede chiama «peccato originale». Questa specie di "mondo" deve scomparire; deve essere trasformato nel mondo di Dio. Proprio questa è la missione di Gesù, nella quale i discepoli vengono coinvolti: condurre il "mondo" fuori dall'alienazione dell'uomo da Dio e da se stesso, affinché il mondo torni ad essere di Dio e l'uomo, nel diventare una cosa sola con Dio, torni ad essere totalmente se stesso.
Questa trasformazione, però, ha il prezzo della croce e per i testimoni di Cristo quello della disponibilità al martirio.
//Benedetto XVI