UN ABISSO E' IL CUORE DELL'UOMO
UN ABISSO E' IL CUORE DELL'UOMO
Nel 1370, quando Caterina [S. Caterina da Siena] aveva 23 anni, Gesù rispose a una delle sue più fervide preghiere. Caterina aveva chiesto che il Signore prendesse il suo cuore, ovvero la sua volontà, e la sostituisse con la Sua.
Un giorno, mentre stava pregando “Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo” (Salmo 51), Gesù le apparve. Il beato Raimondo da Capua, confessore di Caterina e suo primo biografo, riferisce:
𝐿𝑒 𝑠𝑒𝑚𝑏𝑟𝑜̀ 𝑐𝘩𝑒 𝑖𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑆𝑝𝑜𝑠𝑜 𝑠𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎𝑠𝑠𝑒 𝑎 𝑙𝑒𝑖, 𝑙𝑒 𝑎𝑝𝑟𝑖𝑠𝑠𝑒 𝑖𝑙 𝑓𝑖𝑎𝑛𝑐𝑜 𝑠𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑟𝑜, 𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑖𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑒 𝑒 𝑙𝑜 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑠𝑠𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑆𝑒́, 𝑒 𝑞𝑢𝑖𝑛𝑑𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑙𝑜 𝘩𝑎 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑖𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑣𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑟𝑖𝑎, 𝑒 𝑖 𝑠𝑖𝑛𝑡𝑜𝑚𝑖 𝑑𝑖 𝑙𝑒𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑜𝑟𝑑𝑎𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑡𝑎𝑙𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑐𝘩𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑛𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑙𝑜̀ 𝑎𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑒𝑠𝑠𝑜𝑟𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑑𝑖𝑠𝑠𝑒 𝑐𝘩𝑒 𝑑𝑎𝑣𝑣𝑒𝑟𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑎𝑣𝑒𝑣𝑎 𝑢𝑛 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑒.
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Un abisso è il cuore dell'uomo, cara sorella in Cristo, "esso è la sede dei sentimenti, ma anche della conoscenza spirituale, il luogo dove avviene la decisione fondamentale della volontà indirizzata a Dio o contro di Lui. Lontano da Dio il cuore è freddo, ristretto, vano, e duro come la pietra del diamante. Ma, penetrato dal segreto del costato di Cristo, viene inondato dal sangue caldissimo dell'Agnello, e la pietra si spezza, si dissolve, si allarga, si apre. Diventa allora la <<fontana di lagrime>>, il <<vasello di dilezione pieno del mare della Deità eterna>>, la **lampana riempita dall'olio dolce della sposa". //Alessandra Bartolomei Romagnoli, Santità e mistica femminile nel Medioevo
** "Per la lampana s'intende el cuore nostro, però che 'l cuore è fatto come la lampana. Tu vedi bene che la lampana è larga di sopra e stretta di sotto: e così è fatto el cuore, a segnificare che noi el dobiamo sempre tenere largo di sopra - cioè per santi pensieri e per sante imaginazioni, e per continova orazione (...). Dissi che la lampana è stretta di sotto, e così è 'l cuore nostro: a significare che 'l cuore debba essere stretto verso queste cose terrene, cioè di non desiderarle né amarle disordenatamente". //S. Caterina da Siena