MATTEO FARINA
MATTEO FARINA
Matteo nasce ad Avellino il 19 settembre de 1990. È un bambino allegro, solare e dolce. “Vivere la vita, perché la vita è bella”.
Questa consapevolezza fa sì che egli viva tutto con intensità e profondità e lo porta ad essere molto attivo e volitivo in tutti i suoi impegni.
Le sue capacità, la sua volitività, fanno di lui un ragazzo brillante, stimato dai professori e amato anche dai compagni, attratti dalla sua maturità, mitezza, dolcezza e semplicità, ma anche dalla sua risolutezza nel combattere le ingiustizie e difendere i più deboli. Queste doti naturali, in Matteo, non brillano di luce propria ma sono illuminate dal dono soprannaturale della Fede, l’unico che dà senso pieno alla vita”
La Fede per lui è un dono. A nove anni mostra una conoscenza del Vangelo insolita per quell’età. Vive un rapporto intimo con Gesù che incontra nella lettura quotidiana del Vangelo e nella contemplazione dei suoi misteri nella quotidiana recita del Rosario.
Matteo si accosta molto frequentemente al Sacramento della Riconciliazione, partecipa all’Eucaristia e l’Adorazione Eucaristica con grande raccoglimento e consapevolezza. Matteo, nel suo cammino spirituale, si è ispirato a san Pio da Pietrelcina, a san Francesco d’Assisi, a santa Gemma Galgani e Teresa di Gesù Bambino, di cui ha letto gli scritti, e al beato Piergiorgio Frassati.”
Nel settembre del 2003 si presentano i primi sintomi della sua malattia, affronta una pericolosa biopsia al cervello; subisce un primo intervento per asportare il tumore cerebrale, seguito da quaranta giorni di dura chemio e radio. Nel dicembre 2007 affronta un nuovo intervento per una prima recidiva, e nell’anno successivo compare una seconda recidiva tanto che, tra dicembre 2008 e gennaio 2009, verrà sottoposto ad altre tre operazioni chirurgiche, che però non gli salveranno la vita.
Matteo sale alla casa del Padre il 24 aprile del 2009.
“Nella malattia Matteo conserva la gioia di vivere, che si traduce nella tenacia e nella forza di volontà a voler vivere la quotidianità tenendo fede, anche durante i periodi duri della chemio, agli impegni della sua vita ordinaria, recuperando brillantemente nello studio e continuando ad occuparsi delle sua passione, la musica. La sua gioia di vivere gli permette, nonostante la malattia, di innamorarsi di una ragazza, Serena, che gli starà vicino negli ultimi due anni della sua vita, per la quale Matteo proverà un amore umano, profondo e casto, basato sui valori cristiani.
Ancor più rilevante è l’impatto che la malattia avrà nella sua vita spirituale. Da subito sente che sta vivendo una “rifioritura spirituale”, come egli stesso la definisce, in cui riesce a percepire, fin in fondo, l’amore e la misericordia di Dio. “
In Lui cresce il più totale abbandono alla volontà divina, consapevole che il futuro che Dio Padre Misericordioso ha in serbo per lui è un futuro buono, felice, qualunque esso sia. “La sua prima preoccupazione è quella di non far pesare agli altri la propria sofferenza, perciò si mostra forte, con lo sguardo sorridente, mai ripiegato su se stesso, ma sempre rivolto a chi gli sta vicino. Persino durante i diversi ricoveri in clinica ed in ospedale, quasi dimentico di se stesso, è sempre intento a pregare per gli altri ammalati e a confortarli, trasmettendo loro tutta la dolcezza dell’amore divino. Più passa il tempo e più Matteo vede la propria malattia come una prova da offrire a Dio. Essa è il fuoco con cui viene provata la sua fede che si rafforzerà e maturerà in quei sei anni, nei quali i periodi di tranquillità si alternano con i momenti difficili dell’acuirsi del male.”
Il suo amore per Gesù era così grande che che negli ultimi giorni della sua vita, si offre vittima per la salvezza delle anime e la conversione dei peccatori.
“Negli ultimi tempi, quando le forze lo avevano abbandonato, registrò la recita del rosario con la sua voce, con una pausa nell’enunciazione del mistero, per poter contemplare sempre i misteri del Signore conformandosi ad essi. Quanti nella malattia lo hanno incontrato testimoniano l’eroicità della sua fede che lo ha contraddistinto, consentendogli di vivere tutto in perfetta letizia e di accogliere sorella morte nella serenità che contraddistingue i giusti.”
Papa Francesco l'ha dichiarato Venerabile il 5 maggio 2020. Se vuoi approfondire la storia di Matteo visita la pagina: https://www.santiebeati.it/dettaglio/96658
//Stefania Famà