LA VIRTU' DELLA PRONTEZZA
LA VIRTU' DELLA PRONTEZZA
Che cos'è la prontezza? Vuol dire essere svegli; però non basta essere svegli per essere pronti. Per essere svegli bisogna essere leggeri. Non può essere sveglio colui che si perde dietro l'immagine di questo mondo, perdendo completamente il senso dell'eternità. Non può essere sveglio perché è addormentato in quanto è catturato dal momento presente: vede, vive, ragiona secondo l'evento del momento presente. Non secondo ciò che è eterno. Quindi essendo tutto fermo lì sulle piccole cose di questo mondo non può essere sveglio perché dorme, nel senso che segue il ritmo della scena di questo mondo. Chi vive di eternità ha un ritmo vitale diverso: un ritmo dell'anima che si riflette poi sul corpo.
E' necessario avere un cuore disponibile, vuoto cioè libero. Un cuore come quello degli uomini di Ninive (Gio 3,1-5.10), oppure come quello dei quattro primi discepoli di Gesù (Mc 1,14-20). Un cuore che non è pieno di "se", che non è pieno di "ma", che non è pieno di prudenze, di cautele [...] un cuore che non è sottomesso alle regole canoniche del "salviamoci la vita", ma un cuore che si apre anche al rischio.
[...] Molti di noi forse hanno perso questa santa impulsività fatta di sangue, che vuol dire che c'è un cuore dentro che pulsa. Perché anche il cuore ha un suo νοῦς cioè ha un suo pensare, non c'è solamente il cervello che pensa. Anche l'amore sa pensare e, quando è vero, supera di gran lunga l'intelligenza.
➔ tratto da un'omelia di P. Giorgio M. Faré
https://www.veritatemincaritate.com/wp/2018/01/la-virtu-della-prontezza/