IL VALORE REDENTORE DELLA PASSIONE E MORTE DI GESU'
IL VALORE REDENTORE DELLA PASSIONE E MORTE DI GESU'
Introduzione
La misericordia di Dio è manifestata ai fedeli in Gesù Cristo, che è «la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana» (GS 10). Il mistero della Passione e Morte di Gesù s’inserisce nel progetto divino di restaurazione dell’ordine della creazione, alterato profondamente dal peccato.
San Giovanni Paolo II scrive nella Lettera enciclica Dives in Misericordia, 7: «La dimensione divina della redenzione non si attua soltanto nel far giustizia del peccato, ma nel restituire all'amore quella forza creativa nell'uomo, grazie alla quale egli ha nuovamente accesso alla pienezza di vita e di santità che proviene da Dio. In tal modo, la redenzione porta in sé la rivelazione della misericordia nella sua pienezza»1.
La missione messianica di Gesù2
La redenzione degli uomini e la loro unione con Dio è il fine della missione messianica della Seconda Persona della Trinità, che ha assunto in sé la realtà umana offesa dal peccato e l’ha offerta al Padre, ristabilendone l’ordine.
La misericordia che Dio aveva offerto a Israele rifulge nella vita pubblica di Gesù, che perdona i peccati al paralitico e lo guarisce, risuscita il figlio unico della vedova di Nain, sfama miracolosamente le folle che lo seguono, promette il Paradiso al ladrone pentito. Se in ognuno dei misteri della vita terrena di Cristo si è realizzata questa restaurazione, il culmine si riconosce negli eventi della Passione. Il tempo non ancora maturo cui Gesù accenna in occasione del segno alle nozze di Cana (cf. Gv 2,1-11) trova invero pieno compimento sul Calvario (cf. Gv 12,23.27; 13,1; 16,32; 17,1): il Verbo, che ha sposato l’umanità (cf. Fil 2,6-7) e che nell’orazione nel Getsemani si riferisce al Padre con il rispetto e l’intimità dell’appellativo ‘Abbà’ (cf. Lc 22,42), realizza pienamente la sua kenosis. San Paolo istruisce i Filippesi spiegando che Gesù, «apparso in forma umana, umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,7-8). Nel pieno possesso della sua umanità, il Verbo Incarnato è il mediatore unico, universale, definitivo ed eterno della salvezza.
Proprio a Colui che sempre ebbe misericordia e che meritava misericordia, fu però riservato l’obbrobrio della morte di croce, che i romani riservavano ai malfattori, ai ribelli e agli schiavi e che per i giudei attestava la maledizione divina (cf. Dt 21,23; 1Cor 1,23). Il Messia Umile viene esaltato dall’Onnipotente (cf. Fil 2,8-9) e consegnato nelle mani di farisei, scribi, capi dei sacerdoti e anziani del popolo (cf. Mt 26,45). Il Figlio soffre il silenzio del Padre, che è Signore del cielo e della terra e che è perciò fedele al disegno salvifico preannunciato dai profeti. Il Risorto, parlando ai discepoli diretti a Emmaus, offre un’esegesi dell’economia della salvezza: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi» (Lc 24,44).
La preesistenza e la pro-esistenza del Verbo Incarnato3
L’apostolo Giovanni ci introduce nel mistero dell’infinita misericordia di Dio: «In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1Gv 4,10). Dal seno della Trinità sgorga dunque l’invio del Verbo nel mondo per opera dello Spirito Santo, «secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio» (At 2,23). Quest’offerta sacrificale trova un’ulteriore espressione nel dialogo di Gesù con Nicodemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16; cf. 1Gv 49-10; Rm 8,32). Nell’olocausto unico, perfetto e volontario (cf. 2Cor 5,14; Gal 2,20; Ef 5,25) del Sacerdote eterno il Padre offre a tutti gli uomini il perdono dei peccati (cf. Eb 9,26; 9,27-28; 1Gv 2,2). La Misericordia che Jahvè dimostrò al popolo d’Israele e che si attribuì quale suo nome – dunque quale sua essenza – sul monte Sinai (cf. Es 34,5-6), si manifesta pienamente nell’Unigenito: come attestano i tre annunci della Passione Egli è il Figlio dell’Uomo e il Servo di Jahvè (cf. Mc 8,31; 9,31; 10,33-34).
La misericordia del Padre, manifestata e compiuta nel Figlio, ha concesso agli uomini la redenzione dal peccato e ha aperto loro la possibilità di entrare in comunione con Lui; in Cristo e per Cristo l’amore ha reso salvifico il dolore. La Passione e Morte di Cristo sono dunque il sacrificio che permette l’espiazione e la purificazione per i peccati (cf. Rm 3,25; Eb 1,3; 1Gv 2,2) e che fonda la Nuova ed Eterna Alleanza (cf. Is 42,6; Ger 31,31-33; Ez 37,26) suggellata nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Questo atto di redenzione e di liberazione apre agli uomini la possibilità di accedere al Regno dei cieli: «È Lui che ci ha liberato dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione: la remissione dei peccati» (Col 1,13-14).
Conclusione
La misericordia risplende nel corso di tutta l’esistenza del Verbo Incarnato, che «per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo», e raggiunge l’apogeo negli eventi della sua Passione e Morte.
Alla luce dell’unità delle Tre Persone divine si conosce che nel Figlio e nella sua libera decisione di offrire la sua vita è sempre presente il Padre misericordioso, che lo invia e lo dona per la salvezza degli uomini e che nella sua giustizia volle restituire loro i beni persi a causa del peccato. Possiamo affermare che «Gesù Cristo è la misericordia di Dio in persona: incontrare Cristo significa incontrare la misericordia di Dio»4. In Gesù – il cui nome significa “Dio salva” – coincidono Persona e Missione (cf. CCC 430): Egli è il nostro Redentore, la causa costitutiva della salvezza di tutti gli uomini.
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(1) Giovanni Paolo II, Lett. enc. Dives in Misericordia, 30 novembre 198, in AAS 72 (1980), p. 1201.
(2) Cf. R. Battaglia, Gesù Cristo luce del mondo, Antonianum, Roma 2013, pp. 145-171.339-358.
(3) Ibidem, pp. 145-171. 339-358.
(4) J. Ratzinger, Omelia nella Messa Pro eligendo pontifice, 18 aprile 2005, in:
http://www.vatican.va/gpII/documents/homily-pro-eligendo-pontifice_20050418_it.html
(consultato il: 4/6/2020).
Bibliografia
Giovanni Paolo II, Lett. enc. Dives in Misericordia, 30 novembre 198, in AAS 72 (1980)
Ratzinger J., Omelia nella Messa Pro eligendo pontifice, 18 aprile 2005
Battaglia R., Gesù Cristo luce del mondo, Antonianum, Roma 2013