CARITAS IN VERITATE
CARITAS IN VERITATE
"Ecco che egli manda a due a due i discepoli a predicare, perché sono due i precetti della carità: l’amore di Dio, cioè, e l’amore del prossimo. Il Signore manda i discepoli a due a due a predicare per indicarci tacitamente che non deve assolutamente assumersi il compito di predicare chi non ha la carità verso gli altri". // Dalle «Omelie sui vangeli» di san Gregorio Magno, papa - Ufficio delle letture
Oggi più che mai si parla di carità ma se ne parla in modo errato rispetto a ciò che afferma ad esempio la Parola di Dio, nel caso specifico S. Paolo Apostolo (1Cor 13,6 e Ef 4,15) il quale sottolinea il bisogno di coniugare la carità con la verità.
Benedetto XVI nell'Enciclica "Caritas in veritate" (29 giugno 2009) afferma: "Tutti gli uomini avvertono l'interiore impulso ad amare in modo autentico: amore e verità non li abbandonano mai completamente, perché sono la vocazione posta da Dio nel cuore e nella mente di ogni uomo. Gesù Cristo purifica e libera dalle nostre povertà umane la ricerca dell'amore e della verità e ci svela in pienezza l'iniziativa di amore e il progetto di vita vera che Dio ha preparato per noi. In Cristo, la carità nella verità diventa il Volto della sua Persona, una vocazione per noi ad amare i nostri fratelli nella verità del suo progetto. Egli stesso, infatti, è la Verità (Gv 14,6).
Dunque siamo chiamati "ad amare i nostri fratelli nella verità del Suo progetto". E cosa significa? Beh si può sintetizzare questa frase in una parola: Santità! Dio ci vuole tutti Santi! Infatti se ci riflettiamo attentamente quando diciamo al nostro prossimo "Ti voglio bene" in realtà ciò significa (o dovrebbe significare) che noi vogliamo il bene dell'altro. Di qui si può collegare un altro concetto: tutti noi siamo custodi del nostro prossimo. Abbiamo una responsabilità che si fonda sulla carità nella verità e attenzione anche sulla giustizia. E qui è necessario citare di nuovo l'Enciclica: "la giustizia [...] induce a dare all'altro (e questa è la carità) ciò che è “suo”, ciò che gli spetta in ragione del suo essere e del suo operare. Non posso « donare » all'altro del mio, senza avergli dato in primo luogo ciò che gli compete secondo giustizia. Chi ama con carità gli altri è anzitutto giusto verso di loro. Non solo la giustizia non è estranea alla carità, non solo non è una via alternativa o parallela alla carità: la giustizia è « inseparabile dalla carità », intrinseca ad essa. La giustizia è la prima via della carità o, com'ebbe a dire Paolo VI, « la misura minima » di essa, parte integrante di quell'amore « coi fatti e nella verità » (1 Gv 3,18), a cui esorta l'apostolo Giovanni".
Quindi, cara amica, abbiamo il sacrosanto dovere di portare all'altro la "Buona Novella" così come è. E' un dovere di giustizia. E' cosa buona e giusta che l'altro ascolti il Vangelo così com'è, senza glossa come diceva S. Francesco. Affinché si allontani per sempre dal peccato e cammini in una vita nuova in Gesù e Maria SS.
Preghiamo.
Silvia