Guardare e Vedere
Guardare e Vedere sembrano verbi sinonimi. Come se uno valesse l’altro.
Eppure se li si guarda meglio si può vedere che hanno grana e profondità differente.
Quante cose guardiamo ogni giorno? Quante immagini passano davanti ai nostri occhi: case, strade, volti, panorami, oggetti quotidiani.
Sfilano davanti a noi senza quasi che ce ne accorgiamo. Immerse nelle nostre abitudini.
Eppure qualcosa, a volte, ferma lo sguardo. Lo tiene lì qualche attimo in più.
Non c’è una regola. Forse è un dettaglio che non avevamo mai notato, forse un oggetto che non dovrebbe essere nel posto in cui si trova, forse un raggio di sole che illumina ciò che non ci aspettavamo.
E insieme allo sguardo si ferma il pensiero. Anche solo per un attimo, a volte.
Come quando un bambino resta incantato da qualcosa. Come perso in qualche altra dimensione.
Cosa sta facendo?
Chissà? Forse sta vedendo l’essenza di ciò che sta guardando.
Come se vi fosse entrato dentro con la sua capacità di meravigliarsi.
Con la capacità di quel dettaglio di portarci lontano: nel passato, nel futuro, dentro e fuori di noi.
Questo è un libro che mostra i dettagli su cui uno sguardo si è posato, si è fermato, si è incantato.
Lo sguardo di Eric, innanzitutto, che ha colto e catturato le immagini, le ha curate e rese come qui le troverete.
E lo sguardo di chi lo ha condotto in luoghi conosciuti e meno conosciuti di Balangero a cercare l’insolito che li abita.
Attenzione, però. L’immagine di una cosa non è la cosa in sé.
Nell’epoca dominata dalle immagini digitali e dalla cosiddetta realtà virtuale, che tanto virtuale non è per quanto spazio occupa nelle nostre vite, è facile fare confusione.
Ogni immagine è rappresentazione.
Senza scomodare Magritte e la sua famosa frase “Questa non è una pipa” scritta sul quadro in cui ha dipinto una pipa, anche le immagini di questo libro sono una rappresentazione. Un frammento di verità. Il suggerimento ad andare sotto alla superficie delle cose che ogni giorno guardiamo, per cercare di vedere l’anima che le abita.
Per sentirle risuonare in noi.
Allora grazie a Balangero, il paese che amiamo, per essersi lasciato guardare e averci fatto vedere alcuni dei suoi tanti, piccoli, segreti.
La Pianca
Eric Da Roit, autore degli scatti
Il Circolo di promozione culturale La Pianca con questo Quaderno realizza un sogno che coltivava da diversi anni. Si tratta di un volume fotografico dal titolo «Balangero. L’impressione del Tempo» contenente una cinquantina di fotografie selezionate tra le diverse centinaia scattate da Eric Da Roit, autore della raccolta, e corredate sia da note storiche ad opera della Pianca sia da commenti dell’autore stesso.
Da Roit, balangerese di adozione da otto anni, è di origini bellunesi. Nel 2000 ha conseguito il diploma di grafico pubblicitario, campo in cui da sempre lavora. È un artista eclettico: musicista, illustratore, fotografo.
Ne « L’impressione del Tempo» le immagini fissano particolari di edifici sacri o civili, scorci naturalistici, luoghi dismessi che il tempo inesorabilmente trasformerà o, in alcuni casi, cancellerà.
Si è trattato di un vero e proprio lavoro di équipe che ha coinvolto da un lato i soci del Circolo che hanno stilato un elenco di ciò che poteva essere fotografato, individuando aspetti, a volte nascosti o comunque difficilmente raggiungibili, ma caratteristici del paese, dall’altro Eric con la sua sensibilità artistica nello scattare le fotografie.
Foto di rito scattata al termine della presentazione.
In prima fila: Cesarina Bo, Eric Da Roit, Corrado Federighi.
In seconda fila: Silvano Antonelli, Felice Cardone, Enrico Bo
Da L’ERACLIANO organo mensile dell’Accademia Collegio de’ Nobili
Non si tratta di un semplice album fotografico, ma una vera raccolta di immagini artistiche che solamente un professionista serio e competente come Eric Da Roit poteva realizzare. Una passeggiata completamente diversa attraverso lo storico Comune piemontese di Balangero: visto attraverso lo sguardo da una immaginaria finestra aperta, offertoci dall’estro geniale di un maestro dell’arte fotografica. «Lo sguardo di Eric, innanzitutto che ha colto e catturato le immagini, le ha curate e rese come qui le troverete – è scritto nell’introduzione dal significativo titolo “Guardare e Vedere” – E lo sguardo di chi lo ha condotto in luoghi conosciuti e meno conosciuti di Balangero a cercare l’insolito che li abita. Attenzione, però. L’immagine di una cosa che non è la cosa in sé. Nell’epoca dominata dalle immagini digitali e dalla cosiddetta realtà virtuale, che tanto virtuale non è per quanto spazio occupa nelle nostre vite, è facile fare confusione.»
Ogni immagine è un perfetto quadro d’ammirare con interesse e passione, i giochi di luci d’ombre, perfettamente studiati, mettono in risalta ciò che non sembrerebbe neppure facile da cogliere con occhio vivo e naturale. La passeggiata, poi, avvince per essere perfettamente accompagnata da note storiche e artistiche, tanto da completarsi quasi come un perfetto testo di storia secolare e dalle vicende perdutesi negli angoli più oscuri di ogni memoria umana. Un’originale raccolta di visioni, come se il tempo volesse rendersi presente e testimone allo stesso tempo; pur lasciando nel silenzio le azioni degli uomini che le hanno realizzate, attraversate, vissute affinché il nostro sguardo possa farsi protagonista di ciò che osserva e la mente se ne avvantaggia per arricchirsi di quello che legge.