Scritto con Mirella Zuchegna.
Presentazione
In questo romanzo, seconda fatica a quattro mani, le autrici mettono di nuovo alla prova la loro creatura, il commissario Sciulli, assieme al suo ispettore Di Donato. Stavolta si tratta di indagare su un duplice omicidio, tanto crudele quanto inspiegabile, dato che le vittime sono le persone più normali del mondo, e normalissimo è tutto il loro milieu. Ma a scavare appena sotto la superficie del tranquillo tran tran degli impiegati o dei piccoli imprenditori, come nel mondo di tutti noi, c’è sempre qualcosa che non torna, e al commissario sembra scontato guardare al mondo come ad un palcoscenico in cui niente è esattamente come sembra; anzi, a volte la realtà nasconde grandi sorprese. Sicché, il commissario Sciulli ha bisogno di tutte le sue qualità umane e professionali per venirne a capo. E naturalmente le indagini portano alla punizione del colpevole.
Tuttavia come nel primo caso, assai più oscuro ed inquietante, anche qui il narratore si prende la libertà (una vera e propria licenza, rispetto alle ferree regole del genere) di mettere a parte il lettore anche di qualche risvolto della vicenda, tutt’altro che secondario, che resta ignoto al sagace investigatore. Tanto per sottolineare, si direbbe, che fare giustizia di fronte alla legge non è ancora sufficiente, per chi ha un’esigenza profonda di verità; che, insomma, non basta la giustizia umana e la professionalità di chi ci si impegna ogni giorno, per ripristinare con l’ordine la tranquillità.
Abruzzese, taciturno, pacato, il commissario Sciulli è soprattutto un uomo solido, capace di vivere il presente in perpetuo collegamento al passato, capace di trovarsi perfettamente a suo agio lontano dalla terra d’origine perché consapevole che la montagna, così aspra e bella, è una patria unica e comune a tutti quelli che in quell’ambiente sono nati. Un uomo che sa stare da solo ma non disdegna l’amicizia e l’allegria, pronto ad incuriosirsi e mettersi alla prova anche in qualcosa di nuovo. Ed è proprio lì, in questo caso, la chiave del suo successo di poliziotto.
Un giallo, dunque, ma non solo.
In quest’opera le autrici dipingono un panorama umano assai variegato: è un mondo popolato da adulti immaturi, impelagati in relazioni di coppia incerte e sterili, o single più o meno consapevoli e contenti. Un quadro ricco di sfumature in una Torino invernale, al tempo stesso accogliente e distratta, il cui fascino maggiore sembra concentrato nella corona di montagne che tanto attraggono il commissario.
Copertina
L'immagine in copertina è della valente pittrice, nonché ottima amica, Silvia Comizzoli di Pavia.
( http://www.silviacomizzoli.com/ )
Il quadro, dal titolo "Silenzio", è stato appositamente dipinto per il libro.
La recensione di Livia Di Giacomo (Progetto Babele)
https://www.progettobabele.it/mostrarecensione.php?id=6767
"Una coppia appartata in auto alla fine di gennaio, un delitto senza spiegazioni possibili, una giornata di sci sfumata per il commissario Sciulli, montanaro abruzzese prestato alle nebbie del Piemonte. Questo il punto di partenza per un’indagine dall’inizio paludoso, in cui subito si capisce che, come in un carnevale, niente è quello che sembra; ma, come in ogni giallo che si rispetti, dopo sorprese, vicoli ciechi e depistaggi, immancabilmente si arriverà alla cattura del colpevole. Resterà però ancora spazio per l’inquietudine, di fronte all’imprevedibile gioco del caso, sempre pronto a rovesciare le attese umane."
Indagini e riflessioni in una Torino invernale e avvolgente: il doppio Carnevale del commissario Sciulli
Torino, inverno: un panorama vasto di umanità un po' perduta in riflessioni senza tempo e un po' incalzata dall'incedere della vita è lo scenario che fa da sottofondo alla storia di un duplice omicidio.
Un signore che porta fuori il cane, una periferia avvolta nella nebbia e due cadaveri in un auto: questo lo scenario di partenza annunciato al commissario Domenico Sciulli.
Insieme alla preziosa collaborazione dell'ispettore Di Donato, il commissario Sciulli condurrà un'indagine districandosi fra rapporti familiari ambigui, relazioni coniugali irrisolte e adulterii che non risultano essere non solo tradimenti carnali, ma soprattutto il sintomo di una maturità perduta o mai conquistata.
“Nonostante avesse avuto occasione nel suo lavoro di incontrare la peggior specie di persone, aveva sempre avuto una certa forma di rispetto per chi era, almeno a suo modo, leale. Quel Ferrero, invece, aveva basato la sua esistenza sull'ipocrisia e sulle bugie”: la classificazione degli uomini e delle donne del commissario Sciulli non rivela una semplice attenzione professionale alla ricerca del colpevole, del reale carnefice, ma piuttosto un interesse e una capacità di osservazione e comprensione dell'animo umano che rende il confine fra vittime e carnefici molto più labile.
I rapporti fra cugini, quelli fra colleghi, che si intersecano ai rapporti familiari più intimi, una zia sola e un po' petulante si intrecciano in un giallo italiano che non racconta solo il mistero di un omicidio, ma anche le suggestioni di una Torino intima e profonda.
Lo scenario brumoso dei monti piemontesi raccoglie e accerchia questa storia intricata, ma ricca, che si apre piano piano al lettore, con un fare cinematografico, in cui chi legge scopre solo alla fine di vedere un film a cui nemmeno il commissario riuscirà ad assistere in maniera così limpida e trasparente.
In mezzo a tutto questo ci sono le imminenti celebrazioni del Carnevale; la festa antichissima della Baìo, avvolta nella nebbia, rimane il simbolo tangibile di quanto la realtà possa diventare surreale e allontanarsi dalla logica, di quanto i rapporti umani possano mutare distrattamente eppure in maniera fatale, di quanto, insomma, nulla sia mai come sembra.
Cesarina Bo e Mirella Zuchegna vivono in provincia di Torino e insegnano nello stesso liceo; con Doppia Coppia sono al loro secondo lavoro insieme.
© Livia Di Giacomo
Momenti di celebrità:-)
A fine ottobre a Limone Piemonte per ritirare il primo premio del concorso Giallo Limone (in giuria Lionello Sozzi e Valerio Varesi)