Carissimi ragazzi della terza F, per prima cosa grazie per aver letto il mio libro e per avermi dedicato del tempo. Mi sarebbe piaciuto essere presente di persona in modo da rispondere direttamente alle vostre domande, ma al mattino, ahimè!, sono a scuola proprio come voi. A differenza vostra, però, io continuo a ripetere le stesse classi, ormai da più di venticinque anni…
Le vostre domande sono solo apparentemente semplici, in realtà sono difficilissime. Così, per una volta, mi trovo dalla parte di chi è interrogato e l’interrogazione non si prospetta per nulla facile. Ho paura di fare una figuraccia e di non riuscire a dire tutto quello che penso, ma sono certa che mi capirete e, quindi, non sarete troppo severi nel giudicare.
D. Silvia: come mai una prof. di mate comincia a scrivere racconti?
Il fatto che abbia iniziato a scrivere racconti non è legato al mio essere una professoressa di matematica, ma è legato ad un mio particolare stato d’animo.
Ho iniziato a scrivere un pomeriggio in cui non avevo nulla da fare. Mi stavo annoiando e riflettevo sul fatto che la mia vita scorreva monotona. Mio figlio, ormai grande, non dipendeva più da me. Il lavoro procedeva senza scossoni particolari. Ho pensato, ad esempio, a come sarebbe stato emozionante trovare nel cassetto della scuola in cui ripongo il registro un biglietto inaspettato, intrigante, particolare e così, all'improvviso, mi sono seduta davanti al pc e ho iniziato a scrivere la storia di una anziana professoressa che trova un biglietto rosa infilato dentro al registro. E mentre scrivevo questa storia di fantasia mi sono resa conto che mi stavo divertendo un sacco!
D. Michele: a che età ha cominciato a scrivere?
A 43 anni. Come vedi non proprio da giovanissima, ma ho iniziato a scrivere quando ne ho sentito l’esigenza.
D. Anna: i suoi racconti li usa per insegnare?
Mi piacerebbe, Anna, ma rare volte lo faccio. Non oso e, inoltre, non voglio imporre agli allievi la lettura dei miei racconti: già impongo loro le mie lezioni di matematica! A parte la battuta, qualche volta è successo, ad esempio quando in classe si è creato l’atmosfera adatta o quando qualche allieva mi ha espressamente chiesto qualcosa in proposito.
D. Ilaria: sono racconti autobiografici?
No, non sono racconti autobiografici perché non descrivo la mia vita, ma in molti c’è qualcosa legato alla mia esperienza, al mio modo di vedere la vita, ai miei ricordi.
D. Michele: come fa a capire quando è il momento di scrivere un libro?
Michele, questa domanda è davvero difficile! Vediamo… Non mi siedo mai al tavolino dicendo: “Adesso inizio a scrivere un libro”. Scrivo quando ho qualche idea, poi metto il racconto da parte. Succede che dopo diversi anni i racconti sono tanti (alcuni belli, altri meno) e viene la voglia di vederli raccolti in un libro. Una cosa del genere… (Qui, mi sa, che mi sono giocata un voto alto. Speriamo nelle prossime domande!)
D. Elena: scrive di getto oppure no?
No, non scrivo di getto. Anzi, prima di scrivere penso a lungo: l’idea iniziale, poco alla volta, si sviluppa nella mia mente, prende forma, inizio a “vedere” il protagonista, penso allo sviluppo della storia e, soprattutto, a quello che potrebbe essere il finale. Solamente quando mi sento abbastanza sicura mi metto a scrivere.
D. Alessia: scrivere è un passatempo o è un lavoro?
Scrivere è un passatempo, anche se richiede impegno, costanza, passione come fosse un lavoro.
D. Marco: Pensa di dedicarsi alla scrittura e lasciare l’insegnamento?
No, Marco. Per tre motivi.
1) Se dovessi scrivere per professione non riuscirei più a scrivere nulla perché assillata dalla necessità di farlo. La scrittura è creatività e, a mio parere, alla creatività non si comanda.
2) A me piace moltissimo insegnare matematica.
3) Sono una brava insegnante (almeno così mi dicono i miei ex-allievi) mentre non sono per nulla sicura di essere una buona scrittrice!
D. Marco: se la passione della scrittura è antecedente all’università, perché non ha “fatto” lettere?
Come ho detto prima, la passione per la scrittura è passione recente. Anzi, ti dico una cosa. Quando ho fatto l’esame di quinta liceo scientifico nel consegnare la prova scritta d’italiano tra me e me mi sono detta: “Per fortuna che questa è l’ultima volta che devo scrivere un tema. D’ora in poi basta, non ne voglio più sapere!”. Al liceo, poi, di italiano scritto prendevo sempre cinque e, forse per questo motivo, non amavo particolarmente scrivere. Quindi l’idea di iscrivermi alla facoltà di Lettere non mi è passata neppure dall'anticamera del cervello!
D. Elena: che rapporto c’è fra matematica e scrittura?
Mi piace questa domanda perché mi da la possibilità di parlare bene della matematica! La matematica non è solo logica, che, comunque, è indispensabile anche per scrivere, ma è fantasia, intuizione, astrazione. C’è una bellissima frase che descrive la matematica nel romanzo Inshallah di Oriana Fallaci e che ti riporto con piacere:
La matematica massaggia le meningi come un allenatore massaggia i
muscoli di un atleta. Le irrora di pensiero puro, le lava dei
sentimenti che corrompono l'intelligenza, le porta in serre dove
crescono fiori stupendi. I fiori di un'astrazione composta di
concretezza, d'una fantasia composta di realtà.
No non è vero che è una scienza rigida, la matematica, una
dottrina severa. E' un'arte seducente, estrosa, una maga
che può compiere mille prodigi. Può mettere ordine nel disordine,
dare un senso alle cose prive di senso, rispondere ad ogni interrogativo.
Che cosa te ne pare?
D. Silvia: il sogno da giovane era insegnare matematica o scrivere?
Da piccolina, a dire il vero, volevo fare la camionista! Poi mi hanno convinta che non era il caso e, allora, il mio sogno è diventato quello di insegnare: ho avuto la fortuna di poterlo realizzare. Certo che, adesso, sogno di diventare una brava scrittrice: i sogni sono belli, stimolano, ci fanno tendere ad una meta. Senza sogni sarebbe tutto squallido, non credi?
D. Anna: che cosa pensano i suoi studenti di una professoressa-scrittrice?
I più sono meravigliati: mi vedono nei panni di insegnante di matematica e si chiedono come è possibile la cosa! Poi sono curiosissimi di sapere che genere scrivo.
D: Silvia: qual è il racconto che le piace di più fra quelli scritti?
Altra domanda difficilissima! Lo sa bene l’editrice Luciana quanto sia indecisa nello stabilire quale racconto mi piace di più! Il fatto è che mi affeziono ai miei racconti e, alla fin fine, li amo tutti. Fatte le dovute proporzioni è come chiedere ad una mamma quali tra i propri figli le piace di più! Comunque, per soddisfare la tua giusta curiosità, ho un debole particolare per un racconto matematico, Impossibile, quello in cui racconto di pazienti che si sollevano da terra e salutano con la mano.
D. Alessia: ci sono fonti di ispirazione particolari?
No, nessuna fonte di ispirazione particolare. A volte è una frase che sento o una persona che vedo, altre volte ancora una situazione che osservo: capita che ci sia qualcosa che mi colpisca e mi piace costruirci una storia attorno.
D. Riccardo: come sceglie i titoli dei racconti?
Fossi capace a scegliere un titolo originale! E’ un po’ il mio punto debole. Quasi sempre il titolo è legato al protagonista o all'evento più importante descritto nel racconto. Invidio chi sa inventare titoli che colpiscono…
D. Ilaria: di che cosa parlerà il suo nuovo libro?
Il mio nuovo libro, a differenza del precedente, conterrà un romanzo breve e, in coda, alcuni racconti. Molto probabilmente il titolo della raccolta sarà Alloggio vista mare che è pure il titolo del romanzo breve con cui si apre il libro. E’ la storia di un uomo anziano che acquista un alloggio con vista mare. Ama il mare perché ci ha trascorso tutta la vita per lavoro. Un giorno scopre che stanno per costruire davanti alla sua casa un palazzo enorme che lo priverà del panorama. A quel punto… Beh! Mi fermo qua. Nel caso tu lo leggessi sarebbe un delitto raccontarti il finale!
D. Elena: Chiede consiglio ai suoi studenti per sapere se gli argomenti dei racconti possono interessare?
No, non chiedo. Il motivo è semplice: scrivo se ho qualcosa da dire, se sento l’argomento mio. Se chiedessi, poi, mi sembrerebbe di tornare a scrivere un tema e, come ho detto prima, non sono capace di scrivere dei temi!
Cari ragazzi, spero d’aver soddisfatto alle vostre curiosità e spero d’uscire da questa interrogazione con un giudizio di sufficienza!
Resto a vostra disposizione per qualunque altra domanda, commento o suggerimento.
Intanto vi auguro un ottimo anno scolastico e spero di sentirvi ancora.
Un saluto affettuoso
cesarina