Passeggiando per Balangero Pag. 3 Berati Marisa
Aneddoti di vita balangerese Pag. 29 Cavalli Ivan e Reineri Lucia
L’enigma del Conte Pag. 33 Bo Enrico
Un oggetto singolarissimo: la croce degli Agnus Dei Pag. 88 Tibaldeschi Pier Andrea
...C’è un tempo per ogni cosa Pag. 99 don Magnano Luigi
Soldati balangeresi nella grande guerra Pag. 103 Bo Cesarina
Da "Aneddoti di vita balangerese"
di
Lucia Reineri
Alla Riva dii Babi abitava Cusettu, un uomo già di una certa età che viveva solo e che non aveva nessuna voglia di cucinare. Così, per rimediare dei pasti caldi, non perdeva occasione di chiedere agli amici un piatto di minestra o un po’ di pietanza. Il più delle volte veniva accontentato, ma un giorno Toni ad Baruciu decise di fargli uno scherzo per punire la sua insistenza e la sua pigrizia.
Erano seduti sulla periera a fare due chiacchiere, quando Toni gettò l’amo:
- Stasera Gin mi fa una bella polenta! Quando sono uscito di casa stava mettendo il paiolo sul fuoco e ho già l’acquolina in bocca...-
A quelle parole Cusettu subito esclamò: - Ah, piacerebbe anche a me un po’ di polenta! È da un sacco di tempo che non ne mangio! -
Toni lasciò che l’amico, come il suo solito, insistesse un po’ prima di promettere che gliene avrebbe portato un piatto.
- E con cosa la mangio? - chiese subito Cusettu.
- Con cosa la mangi? Questo proprio non lo so. -
- Io non ho nulla da metterci assieme - insistette l’uomo.
Al che Toni rispose: - Non è affare mio... Ci penserà la Provvidenza -, poi si alzò e se ne andò. [...]
Da "...C'è un tempo per ogni cosa"
di
don Luigi Magnano
[...] Come potrei “gridare sui tetti” la vostra generosità e affabilità nei miei riguardi, so di poter dire anche le difficoltà di accettazione riscontrate perché siciliano e giovane, perché permaloso e testardo, perché non sempre riconosciuto nella mia autorevolezza e osteggiato in alcune scelte operate, così posso serenamente affermare che camminare per le strade di Balangero, conoscere volti, nomi, stranomi, gioie e dolori di tanti di voi, mi dona coraggio e fiducia.
Certo da prete o pastore in cura d'anime come si diceva anticamente, si auspica sempre il meglio e il massimo dalla propria gente. Mai accontentarsi del minimo, del perbenismo dilagante e della superficialità che orienta anche le nostre scelte.
E allora come i Greci che chiedevano al Maestro “Che cosa possiamo fare”, anche io mi sono chiesto “Cosa posso fare per la mia gente!”
Ripristinare tradizioni è cosa buona e giusta, ma non basta perché la tradizione disorientata e mal posta, non educa e non comunica efficacemente il senso profondo di ciò che ha animato la fede di quanti hanno vissuto prima di noi... Riparare le chiese è importante. Anche Francesco d'Assisi colse nell'appello del Crocifisso di riparare San Damiano ma non era sufficiente. Riparare chiese e studiare progetti e finanziamenti è lodevole, ma l'arte ci deve portare al cielo, al mistero, a comprendere che “la bellezza salva il mondo” .. e la vita di ognuno di noi, e ci porta al “più bello fra i figli dell'uomo”!!
Pensare e pregare sono compiti specifici del sacerdote, ma pensare il meglio e pregare bene sono condizioni necessarie perché per questa comunità io continui a donare ciò che di meglio ho e posso fare. Certo non mancano diffidenze e difficoltà, ma questo non mi intristisce: la regola della vita è la varietà che diventa comunione non l'egoismo che si veste di presunzione della buona fede. [...]