Tutto era iniziato quando Lalla aveva deciso di farsi un amante. Non che ne avesse veramente bisogno: in fondo la sua vita era abbastanza soddisfacente, forse un po’ monotona, a voler essere pignoli, ma soddisfacente.
Lalla, però, aveva considerato che con l’avvicinarsi dei cinquant’anni non poteva rinviare ulteriormente la questione. “Cosa fatta, capo ha”, si era detta. Era fatta così: quando si metteva una cosa in testa non c’era verso di toglierla. E lei voleva andare a letto, per la prima volta nella sua vita, con un altro che non fosse suo marito. Insomma, voleva provare e, soprattutto, voleva provare prima di compiere i fatidici cinquant’anni. D’altra parte in tv, sui giornali, nei romanzi non vi erano altro che storie di tradimento e di sesso.
Lalla si era sposata con quello che era stato il suo primo amore. Aveva, allora, quattordici anni; dopo sette anni di fidanzamento si erano sposati e gli anni erano scivolati via. Ora, a quarantanove anni compiuti, si era decisa, dandosi come termine massimo un anno di tempo. Poi sarebbe tornata ad essere la donna posata che tutti conoscevano e la moglie premurosa e attenta cui il marito era abituato.
Il primo ostacolo si presentò nel cercare l’uomo adatto ai suoi scopi. Sicuramente non doveva appartenere al loro giro di amici o conoscenti e neppure essere residente nella loro città. Infatti non voleva correre il rischio di incontrarlo anche “dopo”. Sarebbe stato oltremodo imbarazzante. Aveva trovato un sito, “Incontriamoci”, dove, compilata un’opportuna scheda in cui erano richieste una serie di informazioni considerate fondamentali, si era registrati in un enorme database al quale, poi, accedere. Alcune domande si erano rivelate molto semplici, tipo: “sei donna?”, “cerchi una donna o un uomo?”, altre richieste l’avevano messa in crisi, come quella, solo apparentemente banale, di citare tre cose che si amano e tre cose che si odiano. Lalla, facendo mente locale sulla questione, aveva compilato due lunghissime liste, poi, aveva riflettuto che era meglio dare risposte diplomatiche per non scoraggiare l’eventuale partner. Trovò difficilissimo non apparire troppo frivola o troppo seria o, ancor peggio, scostante. Il test si rivelò lunghissimo e più volte fu sul punto di rinunciare. Quando rispose all’ultima domanda rimase ferma, un istante, davanti al monitor dove era apparsa una finestra con su scritto “Sei sicuro di voler procedere?”. Ci mancava anche questa domanda, sbuffò Lalla. Mise a tacere la sua coscienza, con la quale era ai ferri corti sin da quando aveva deciso di registrarsi presso quel sito, e premette con decisione il tasto invio, quasi volesse affermare con un gesto fisico la propria convinzione. Nel giro di pochi giorni ricevette delle mail da una decina di possibili candidati. Decise di approfondire la loro conoscenza e preparò una serie di cartelle in cui archiviare la posta via via ricevuta. Iniziò così un periodo di intenso lavoro: mantenere vivo il loro interesse, sondare le reali intenzioni senza tuttavia esporsi troppo, si rivelò più faticoso del previsto.
Quando un candidato rivelava un particolare sgradito veniva gentilmente, ma fermamente congedato e la sua cartella finiva, senza ripensamento alcuno, nel cestino. Il primo ad uscire dal gioco fu uno che dichiarò di cercare moglie o, almeno, una relazione duratura.
“Cielo! Di duraturo ho già mio marito”, pensò Lalla, mentre si accingeva a scrivere una cortese risposta di addio.
Poi fu la volta di un tizio che nel raccontarle la propria vita descrisse di un amore sessantottino, nato e subito morto all’interno di una cellula di “combattenti” dell’estrema sinistra. La decisione di Lalla scaturì non per una questione politica, ma perché, dopo un rapidissimo conto, si era accorta che il tipo aveva barato di almeno quindici anni sull’età dichiarata nella scheda.
Il terzo ad essere cestinato fu un tipo dai gusti estremamente raffinati che, alla quarta mail, dichiarò apertamente la sua passione per corde e catene, strumenti indispensabili, a suo parere, per un rapporto sessuale soddisfacente. Lalla, pur avendo deciso di trasgredire, non aveva mai immaginato, neppure nei suoi sogni più spinti, situazioni del genere.
Alla fine ne rimase uno. Un tizio simpatico, capace di sorridere di se stesso e della vita, che sembrava non accampare nessuna pretesa particolare, ma semplicemente si prestava al gioco.
Lalla gli spiegò cosa stava cercando, si fece assicurare che la storia non avrebbe dovuto aver seguito e stabilì la data dell’incontro: il giorno prima del suo cinquantesimo compleanno, ultimo giorno utile, almeno secondo i suoi piani. Continuarono a scambiarsi mail affettuose dove raramente accennavano all’incontro – di questo Lalla gli era grata-, si sentirono per telefono, si scambiarono le foto.
All’avvicinarsi del giorno prestabilito il suo nervosismo aumentò a dismisura. Le sembrò che il marito fosse strano, a tratti di malumore, a tratti diffidente. Lei cercò di comportarsi in maniera naturale, anche se programmò fino nei più piccoli dettagli l’uscita. Trovò proprio in quei giorni una mostra da visitare che sarebbe stata una buona scusa per giustificare l’uscita pomeridiana. Prenotò con largo anticipo una seduta dal parrucchiere e, con la scusa del compleanno, si regalò una sottoveste di raso nero, molto sensuale. La sua agitazione cresceva più si avvicinava all’incontro: le ultime mail scambiate testimoniavano il suo nervosismo. Alla fin fine si erano ridotte a messaggi frenetici del tipo: “Tu che dici: faccio bene?”, “Non è che poi mi pentirò?”, “Nessuno verrà a saperlo, vero?”.
Pazientemente l’uomo cercava di tranquillizzarla e rassicurarla.
“Guarda che non sei la prima donna a tradire il marito”, diceva lui.
“Immagino che ne avrai conosciute tantissime, tu”, replicava acidamente lei.
“Insomma vuoi litigare? È questo che vuoi?”, controbatteva lui.
Schermaglie che si concludevano con Lalla pronta a scusarsi e a giustificarsi con un “Sai, per me è la prima volta”.
Alla sera della vigilia del giorno tanto atteso Lalla guardò la posta per controllare che non ci fossero intoppi di alcun genere. Nessuna mail da parte di lui –come da accordi-, la solita grande quantità di lettere pubblicitarie e l’oroscopo personalizzato per il giorno successivo, servizio cui si era abbonata già da diverso tempo. Aprì quest’ultima:
“Gentile Lalla, questo è il tuo oroscopo per domani 10 giugno:
Gemelli
In ambito lavorativo non potrai fare a meno di dire la tua e sarai apprezzata dai tuoi superiori. In ambito affettivo attenzione ai colpi di testa e ai tradimenti: rischi di essere scoperta e di rovinare un’unione consolidata.
Un consiglio: dedica tempo alla cultura leggendo un buon libro o visitando una mostra.
A domani”.
Lalla rimase stupefatta e incredula davanti allo schermo. Mai che quello stupidissimo oroscopo avesse detto qualcosa di attinente con la sua vita, tranne, appunto, quel giorno…
Sconfitta prese il cellulare, compose il numero di lui: doveva avvertirlo che non si poteva combinare nulla per l’indomani e, tanto meno, per i giorni successivi. Quando, ormai, avrebbe avuto cinquant’anni suonati.