Ai nostri lettori Pag. 3 Bo Enrico
Giuseppe Copperi Pag. 6 Valfrè Maria Franca
‘ndé a dreuma! Pag. 31 Reineri Lucia
A l’è la vita Pag. 33 Bo Enrico
Una gita in bicicletta Pag. 50 Cavalli Ivan
Briciole di santità Pag. 52 Tibaldeschi Pier Andrea
Una passeggiata nel centro storico e oltre (seconda parte) Pag. 65 Berati Marisa
2 dicembre 2016 Pag. 110 Bo Cesarina
Da "Giuseppe Copperi"
di
Maria Franca Valfré
[...] Sull’attuale Viale Copperi (allora regione Bannetta) sorsero la sua lussuosa residenza, dal 1966 di proprietà dell’Amministrazione comunale, e altre ville, per lo più seconde case per la villeggiatura di famiglie in vista residenti a Torino. La mondanità della Belle époque avrà un suo spazio sulla stessa via: per generosa iniziativa del Cav. Giuseppe Copperi un’elegante palazzina (oggi proprietà della famiglia Chiola) viene adibita a Circolo Sociale, il “Club”, locale frequentato da villeggianti e notabili della zona. La StampaGazzetta Piemontese dedicò un articolo alla festa che ebbe luogo per la sua inaugurazione il 23 agosto 1897.
L’atmosfera spensierata degli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento riviveva anche nelle feste che animavano Villa Copperi nelle sere d’estate, con invitati di rango che arrivavano dai paesi vicini e da Torino: il parco era illuminato, dopo la cena i balli continuavano fino alle prime ore del mattino. Per il rientro degli invitati, nessun problema nonostante l’ora. Il Cav. Copperi era, infatti, amministratore della Ferrovia Torino-Germagnano e si adoperava per organizzare degli appositi treni.
Il Cavaliere risiedeva a Torino in Borgo Po (16), il soggiorno a Balangero era limitato ai mesi estivi, da agosto fino agli inizi di novembre. Ai primi del Novecento risulta cancellato dall’anagrafe di Torino per trasferimento a Porto Maurizio, Imperia, dove possedeva un’altra villa.
A Balangero il Copperi si era fatto costruire anche un piccolo chalet di montagna nella pineta di Monte Giovetto, dove portava i suoi ospiti in gita per delle merende. Il rimboschimento di Monte Giovetto a pineta è sempre opera sua; nella stessa zona era pure proprietario di un’ampia vigna. [...]
Da "Una gita in bicicletta"
di
Ivan Cavalli
Al termine della Seconda guerra mondiale, e fino agli inizi degli anni ‘60, le occasioni di svago domenicali, dopo una dura settimana lavorativa, erano molto rare.
Durante la bella stagione, sia i giovani che i non più giovani, oltre a partecipare alle sagre paesane – a quel tempo seguitissime –, apprezzavano molto le gite in bicicletta. D’altronde la bicicletta era il mezzo di locomozione più economico e maggiormente reperibile in ogni famiglia.
Si organizzavano così vere e proprie comitive domenicali e le mete, sovente, erano luoghi in cui sorgevano abbazie o santuari. Infatti, essendo la domenica il giorno dedicato al Signore, si cercava di unire il piacere di una gita “fuori porta” con la possibilità di poter seguire la Santa Messa.
Le mete più ambite erano, quindi, il Sacro Monte di Belmonte, il Santuario di Nostra Signora di Loreto a Groscavallo e il Santuario di San Pancrazio a Pianezza.
Quest’ultimo, poi, piaceva molto ai più giovani in quanto, dopo aver assistito alla funzione domenicale, potevano rimontare in sella e spingersi fino ad Avigliana. Qui sulle sponde di uno dei suoi laghi si consumava il pranzo, naturalmente al sacco, e i più fortunati, ogni tanto, riuscivano a fare un’escursione su una barca prestata da qualche abitante del posto. [...]