Attività L1

storia

Attività N.1

L'età preistorica

Attività in: singolo durata 100 minuti

scopo dell'attività: Riprendere ed approfondire le radici storiche

video

Il termine Preistoria è stato coniato nel XIX secolo per dare una periodizzazione scientifica al passato.

Il termine Preistoria (“prima della storia”, dal latino pre, prima, e historia, storia) indica quel periodo di tempo che va dalla comparsa dell’uomo sulla Terra – circa 2 milioni e 500 mila anni fa in Africa – fino all’invenzione della scrittura, tradizionalmente fatta risalire al IV millennio a.C. in Mesopotamia (odierna Iraq).

Alla comparsa delle prime forme di scrittura si fa convenzionalmente coincidere l’inizio della Storia vera e propria, perché l’uomo ha lasciato memoria di sé con testimonianze scritte.

La Preistoria non è un’epoca “priva di civiltà” come a prima vista verrebbe da pensare.

Prima di esprimersi con la scrittura, infatti, i nostri antenati hanno lasciato segni della loro esistenza attraverso l’arte e la tecnica: il disegno, l’incisione o la lavorazione dei materiali, sono connesse allo sviluppo del linguaggio e di forme di organizzazione sociale. Erano inoltre praticate la danza, come attestano le orme di talloni impresse nell’argilla e disposte in modo da far pensare a movimenti ritmici, e la musica, testimoniata dai resti di rudimentali flauti ricavati da ossa forate. In che modo siano sorte queste forme non verbali di espressione resta ancora in gran parte un mistero.

La Preistoria viene solitamente suddivisa in 3 periodi principali:

  1. Paleolitico (o Età della Pietra Antica, da palaiós “antico” e lithos “pietra”) da 2.500.000 a 10.000 anni a.C. Gli umani vivono in gruppi nomadi e praticano caccia, pesca e raccolta. Per un approfondimento leggi Il Paleolitico: fasi e caratteristiche. Riassunto

  2. Mesolitico (o Età della Pietra di Mezzo, da mesos “medio” e lithos “pietra”) da 10.000 all’8000 a.C. Per un approfondimento leggi Il Mesolitico: definizione e caratteristiche.

  3. Neolitico (o Età della Pietra Nuova, da nèos “nuovo” e lithos “pietra”) dall’8000 al 4000 a.C. Nasce l’agricoltura e l’allevamento, da cui scaturiscono importanti conseguenze. Per un approfondimento leggi Il Neolitico: definizione e caratteristiche.

Molti strumenti di indagine scientifica hanno permesso di ricostruire la lunga evoluzione della specie umana, a cominciare dal prezioso testo dell’inglese Charles Darwin, L’origine della specie, in cui è esposta la teoria dell’evoluzione naturale.

Consegna:

Quali sono state le maggiori conquiste dell'uomo durante ognuna delle tre epoche storiche? Rispondi sul tuo quaderno.

Sviluppa a scelta un powerpoint o un video in cui parli dell'età preistorica

Valutazione:

Ho svolto il powerpoint/video(4 punti)

Ho trovato la conquista principale del paleolitico ( 2 punti)

Ho trovato la conquista principale del mesolitico ( 2 punti)

Ho trovato la conquista principale del neolitico ( 2 punti)

Attività N.2

Le antiche civiltà mesopotamiche

Attività in: singolo durata 100 minuti

scopo dell'attività: Conoscere le civiltà del vicino oriente

video e materiali:

Consegna:

In un power point spiega quali erano le 4 civilità mesopotamiche.

Rispondi aiutandoti con internet alla seguente domanda: Cosa rese Babilonia una città prospera nei tempi antichi?

Valutazione:

Ho svolto il powerpoint ( 4 punti)

Il powerpoint ha almeno 2 slide per civilità ( 3 punti)

Ho risposto alla domanda sul quaderno utilizzando almeno 50 parole ( 3 punti)


Attività N.3

La civiltà egizia

Attività in: singolo durata 100 minuti

scopo dell'attività: Comprendere la storia egizia e la figura dei faraoni

video e materiali:

Attorno al 3000 a.C. nella valle del Nilo si sviluppò la civiltà Egizia, che sopravvisse 3000 anni. Le origini del popolo Egiziano non sono ben definite, si pensa che i suoi abitanti furono i influenzati dai popoli del vicino oriente. Un antico storico greco, Erodoto (v. immagine a sinistra), definì la civiltà Egizia un dono del Nilo. L’Egitto sorge in una vasta zona desertica, mentre la valle del Nilo è fertilissima grazie ad un fango chiamato limo, ricco di sostanze fertilizzanti. Lungo il corso del Nilo, fino al delta sul Mediterraneo avvenivano i principali scambi degli Egizi con gli altri popoli che si affacciavano su questo mare. Durante il periodo predinastico la gente della valle del Nilo attraversò un periodo di splendore grazie al limo che aveva reso fertile il terreno e facilitato l’agricoltura. Verso il 3.500 a.C. la grande differenza fra il delta e la valle del Nilo costrinse alla divisione dell’Egitto in due parti: L’

Alto e il Basso Egitto.Gli Egizi erano molto abili nel costruire piramidi e templi in pietra. Le piramidi erano le tombe dei faraoni. All’interno c’era persino una cappella dove si pensava che il faraone pregasse da morto; c’erano delle stanze decorate con pitture e sculture policrome.

Quando una persona moriva sulla sua tomba si posava un libro chiamato "libro dei morti" (v. immagine in basso). Questo libro era diviso in colonne, su cui era scritto tutto quello di cui il morto aveva bisogno nella seconda vita. Per rendere l’anima del morto immortale, bisognava proteggere il corpo dalla decomposizione affidandone la conservazione alla sabbia del deserto, oppure, con l’avvento del nuovo regno, tramite la mummificazione. Durante il regno antico gli egiziani riservavano un particolare cerimoniale al faraone. La salma del morto veniva messa per un certo periodo sotto sale e poi essiccata. Al defunto, ancora prima, venivano tolte le viscere, il cervello ed il cuore, che veniva sostituito da uno scarabeo in pietra. Nei sarcofagi veniva deposto un foglio di papiro su cui erano scritte le formule magiche che consentivano al morto la sopravvivenza nell’aldilà.

L'Egitto ebbe la più lunga storia unitaria, politica e culturale, fra tutte le civiltà mediterranee, svoltasi senza interruzioni dal 3000 a.C. al IV secolo d.C. La natura del paese, attraversato e reso fertile per tutta la sua estensione dal Nilo, e il relativo isolamento rispetto alle influenze culturali esterne, diedero vita a uno stile artistico uniforme che subì pochi mutamenti nel corso di tanti secoli.

Il corpus di credenze costituenti la religione dell'antico Egitto, influì particolarmente sull'evoluzione della cultura, pur non avendo gli egizi mai concepito la religione come un sistema teologico coerente.

Originariamente esisteva solo l'oceano; ma Ra, il Sole, nato da un uovo apparso sulle acque, generò quattro figli. Due di essi, Gheb e Nut, generarono due figli, Seth e Osiride, e le figlie Iside e Nefti. Osiride privò Ra del dominio sul cosmo, ma venne ucciso e fatto a pezzi da Seth; Iside, sua sposa e sorella, ne ricompose il corpo e lo imbalsamò, aiutata dal dio Anubi, e gli restituì la vita con potenti incantesimi; Osiride divenne così re dei morti e Horus, figlio di Osiride e Iside, sconfisse Seth in battaglia e divenne re della Terra.

L’Egitto raggiunge la sua massima espansione territoriale sotto il regno di THUTMOSI III. (1480-1448 a.C,).

Con l’invasione dei popoli del mare ha inizio la lenta decadenza del regno che, subisce numerose altre invasioni: Hyksos (1670 a.C.), popoli del mare (1200 a.C.), Assiri (670 a.C.), Persiani (525 a.C.), Macedoni (332 a.C.), Romani (30 a.C.).

Fin da prima che il re Manes unificasse l’Egitto, gli Egizi conoscevano la scrittura.

Non tutti gli Egizi conoscevano la scrittura, ma sicuramente la conoscevano gli scribi e i sacerdoti. Per scrivere essi utilizzavano grandi fogli ricavati dalla lavorazione degli steli del papiro, pianta acquatica che cresce lungo fiumi e paludi. Gli steli venivano tagliati in sottilissime strisce longitudinali, che erano poi disposte su un piano e unite l’una all’altra, in modo da ottenere uno strato continuo. Su questo strato ne veniva collocato perpendicolarmente un secondo. Il reticolo così ottenuto veniva bagnato e infine lasciato seccare al sole: la carta era pronta. La scrittura consisteva in un sistema di segni tracciati con un piccolo pennello e corrispondenti ad un oggetto, un animale o una persona. Inizialmente il lavoro degli scribi consisteva nel registrare le uscite e le entrate dei prodotti agricoli che i contadini erano tenuti a versare nei magazzini del re. Con il tempo questo modo di scrivere per disegni si perfezionò, fino a permettere di fissare sulla carta anche le idee, i ragionamenti ed i sentimenti. La scrittura assunse per gli egizi un valore quasi sacro: con essa erano ricoperti tutti i loro monumenti, le pareti dei templi, le statue, i sarcofagi e le bende con le quali era avvolta la mummia.

Nelle più antiche civiltà, in quella Egizia e in quella Mesopotamica, non esistevano libertà né diritti. Il faraone era il padrone di tutto e di tutti: delle terre, degli animali, delle case e di tutto ciò che veniva prodotto nel suo regno. Tuttavia era ritenuto onnipotente perché figlio degli Dei e non doveva essere tiranno, capriccioso e violento, come alcuni dei. In conclusione il faraone delle più antiche civiltà era un sovrano che decideva cosa fosse più giusto per il suo popolo. Invece oggi lo stato democratico moderno fa sì che ciascun cittadino, protetto dalle leggi della giustizia, possa obbedire ad esse liberamente; tuttavia il cittadino è sempre limitato nella sua azione dalle stesse leggi: per questo lo stato è detto stato di diritto.

Consegna:

  1. chi sono stati i più influenti faraoni egizi? fai un breve ricerca su internet. Scegli un faraone, riassumi la sua vita sul quaderno, poi trova un aneddoto su di lui e raccontalo in un video. ( 4 punti)

  2. Racconta la civilità egizia con powerpoint

Checklist di autovalutazione:

  1. ho svolto la ricerca sul faraone ( 4 punti)

  2. Ho svolto il powerpoint ( 3 punti)

  3. Il powerpoint ha almeno 6 slide ( 3 punti)

Attività N.4

La civiltà greca

Attività in: singolo durata 100 minuti

scopo dell'attività: Studiare il principio della civiltà greca

video e materiali:

La storia dei greci non inizia in Grecia o meglio, non inizia nella Grecia continentale, ma sull’isola di Creta dove verso la fine del terzo e l’inizio del secondo millennio a.c. si sviluppa la civiltà Minoica, non sappiamo esattamente quando questo popolo si sia effettivamente insediato a Creta, ma diverse fonti archeologiche ci dicono che molto probabilmente i minoici popolassero l’isola già dal neolitico.

Intorno al secondo millennio avanti cristo la civiltà minoica inizia a crescere molto rapidamente, riuscendo in breve tempo a diventare una delle più grande potenza navali dell’antichità, le loro navi costruite con legno di cipresso solcano le acque del mediterraneo orientale arrivando a commerciare con l’Egitto, da cui si ipotizza che i minoici abbiano appreso la scrittura e siano stati fortemente influenzati sul piano artistico, e in questo senso molti colgono un qualche legame tra la raffigurazione delle divinità egizie e la figura del minotauro, entrambi raffigurati con il corpo di uomo e la testa ti animale.

Mentre le navi minoiche solcano il mediterraneo sulla terra ferma si sviluppa la così detta civiltà dei palazzi, in questo periodo vengono edificati grandi palazzi a Cnosso, Hanghia, Festo e Triada, che rappresentano l’epicentro della civiltà minoica, possiamo immaginare questi palazzi come delle fortezze medievali, almeno per quanto riguarda l’organizzazione, al loro interno vi erano stanze destinate ad artigiani, luoghi religiosi, depositi e magazini ecc, successivamente, in seguito all’eruzione del vulcano dell’isola di Tera (odierna santorini) avvenuta intorno al 1750 una serie di violenti terremoti avrebbe raso al suolo i palazzi costringendo i minoici a lasciare l’isola, ma vi sarebbero ritornati non molto tempo dopo.

Si ipotizza che i racconti dei profughi minoici sulla grecia continentale per quanto riguarda gli effetti dell’eruzione di Tera, possano essere alla base del mito delle origini della civiltà greca, in cui Dei e Titani si combattono in una guerra all’ultimo sangue, provocando violenti terremoti, maremoti e piogge di fuoco sulla terra, coerenti con quanto vissuto dai minoici in fuga.

Il ritorno dei minoici sull’isola di creta avviene presumibilmente intorno al 1600 e in questa seconda fase la loro civiltà diventa ancora più splendente, il numero di palazzi aumentano notevolmente anche se in questa fase abbiamo palazzi più piccoli e la loro “flotta” si pone in diretta competizione con la flotta fenicia che nel frattempo aveva iniziato a muoversi tra le acque del mediterraneo.

La grande ricchezza dell’isola di Creta e la crescente diffusione della navigazione d’altura tra i popoli ellenici, avrebbero fatto di Creta la meta ideale per le scorribande dei pirati, e l’isola di Creta sarebbe stata più volte depredata e in fine conquistata dagli Achei, la cui città più importante era Micene, presumibilmente intorno al 1400 a.C., cui seguirono tra il 1200-1100 a.C. i Dori.

Achei e Dori sono due delle quattro popolazioni provenienti dall’Asia che nel secondo millennio si sarebbero stabilite nella penisola greca, ma di loro parleremo più avanti. Il duro colpo inferto dalle invasioni ed alcuni cataclismi naturali di portata minore rispetto all’eruzione del 1750 avrebbero portato alla definitiva scomparsa della civiltà minoica lasciando molti misteri per quanto riguarda il reale livello di conoscenza tecnica dei minoici e alcuni ipotizzano che la scomparsa di questo popolo abbia in qualche modo ispirato il mito di Atlantide.

Per quanto riguarda la storia continentale della Grecia, come già accennato, la penisola greca fu meta di periodiche migrazioni da parte di numerosi popoli.

Nel II millennio a.C. diverse popolazioni indoeuropee provenienti da oriente, si sarebbero stabilite nella penisola greca ribattezzando con il nome di Ellade, tra queste popolazioni Ioni, Eoli, Achei e Dori saranno quelle più importanti.

Il primo popolo che si insedia nella penisola greca è il popolo guerriero degli Ioni, che si sarebbe stabilito in Grecia intorno al 2000 a.C., successivamente, intorno al 1600 sarebbero arrivati Eoli e Achei che avrebbero spinto gli Ioni verso l’Attica e la Tessaglia mentre Eoli ed Achei avrebbero occupato rispettivamente la Beozia e il Peloponneso.

Tra le varie città achee la città di Micene sarebbe stata quella più grande e importante che in poco tempo sarebbe riuscita a prendere il controllo su gran parte della penisola e grazie alla navigazione d’altura sarebbero riusciti ad entrare in contato con i minoici, commerciando e saccheggiando.

Intorno al XI secolo con l’arrivo dei Dori la penisola greca è attraversata da una nuova fase migratoria che avrebbe portato alla scomparsa quasi completa scomparsa degli Achei mentre gli Eoli si stabiliti sull‘isola di Lesbo e sulle coste anatoliche in Eolide, infine i Dori si sarebbero stabiliti nell’area settentrionale della Grecia espandendosi poi in Acacia e nel Peloponneso

La scomparsa della civiltà micenea coincide con l’inizio di un periodo di decadenza della cultura greca che la storiografia generalmente indica con il nome di “medioevo greco” o “secoli bui” tuttavia questi secoli vedranno l’introduzione in Grecia di nuove tecniche di costruzione e di lavorazione dei metalli, si avrà inoltre una grande diffusione dell’alfabeto fonetico importato dai fenici.

Convenzionalmente la fine dei secoli bui viene fatta coincidere con i primi giochi olimpici avvenuti secondo tradizione nel 776 a.c. la cui istituzione viene coincide con l’inizio dell’età delle polis la cui nascita e la cui autonomia è favorita dalla particolare configurazione geografica le cui catene montuose e numerose isole rendono difficile l’unificazione dei villaggi in un unica entità statale.

Tra il VIII al VI secolo a.C., la civiltà greca inizia ad espandersi anche oltre la penisola greca con la fondazione di numerose colonie in tutto il mediterraneo, queste colonie mantengono invariata la tradizione, la lingua e la cultura della madre patria se bene ogni colonia mantenga una notevole autonomia che avrebbe fatto delle colonie delle vere e proprie nuove polis.

Tra il VI e il V secolo la Grecia attraversa una fase detta “periodo dei tieanni”, in quest’epoca l’intensificazione delle vie commerciali soprattutto tra madre patria e colonie avrebbe portato alla diffusione dell’economia monetaria, inoltre si sarebbe sviluppato un nuovo ceto benestante, fatto di mercanti e artigiani che grazie alle opportunità offerte dal commercio con le colonie aveva acquisito un grande potere economico.

Queste famiglie, che etichetteremo un po anacronisticamente con il termine borghesia greca”, analogamente a quanto sarebbe successo alla borghesia europea nel XVIII, avrebbero iniziato a chiedere maggiore presenza e rappresentanza a livello politico e sfruttando il malcontento popolare, dovuto all’oppressione dei ceti più poveri della società riusciranno ad indirizzare quelle energie popolari contro la nobiltà. Da questa contrapposizione sociale tra nobiltà e classe popolare, la “borghesia greca” grazie all’appoggio popolare sarebbe riuscita a ribaltare i governi presieduti dalla classe nobile, promettendo in cambio alcune importanti riforme sociali.

Per sedare i disordini sociali ed intermediare con il popolo, i nobili sono costretti a chiedere aiuto alla classe “borghesia greca” concendendo loro il governo autocratico che sarebbero diventati noti con il nome di tirannidi.

La sola instaurazione delle tirannidi rappresenta agli occhi del popolo un importante vittoria contro il precedente potere assoluto degli aristocratici, inoltre la nuova classe benestante ha origini umili e, a differenza dell’aristocrazia, non è una classe sociale chiusa, si tratta invece di una classe aperta all’ingresso da parte dei ceti sociali inferiori.

I tiranni impareranno presto a gestire il potere continuando a cercare il consenso popolare e questo avrebbe portato ad una sempre maggiore partecipazione popolare nella gestione della politica e della vita pubblica, e nel V secolo le tirannidi iniziano a trasformarsi in nuovi governi composti da più soggetti politici assumendo generalmente due modelli di riferimento, da una parte si afferma l’Oligarchia e dall’altra si afferma la Democrazia.

Nei governi oligarchici vi è un numero ristretto di soggetti politici, che è comunque maggiore rispetto alle tirannidi e alle monarchie assolute, in questo sistema di governo gli aristocratici mantengono i propri privilegi di casta, e partecipano al governo della polis con cariche a vita.

Nei governi democratici vi è una moltitudine di soggetti politici che avranno il compito di rappresentare il popolo, di fatto il potere è riconosciuto al popolo. Diversamente dall’oligarchia nei sistemi democratici, tutti i cittadini della polis, indipendentemente dalla propria classe di censo, possono partecipare all’assemblea primaria e al consiglio, i cui membri sono eletti oppure sorteggiati e le decisioni pubbliche sono prese a maggioranza popolare.

Queste due forme di governo che si sono sostituite alla tirannide non riusciranno a convivere tra loro e nelle guerre del Peloponneso ci sarà un duro scontro tra le polis democratiche guidate da Atene e quelle oligarchiche guidate da Sparta.

Consegna:

  1. crea una tabella sul tuo quaderno e metti a confronto tra le civiltà fino ad ora studiate le seguenti voci: forma di governo,religione, economia, istruzione.

  2. Racconta la civiltà greca tramite powerpoint

Valutazione:

  1. ho completato la tabella ( 4 punti)

  2. Ho svolto il powerpoint ( 3 punti)

  3. Il powerpoint ha almeno 6 slide ( 3 punti)

Attività N.5

Attività in: singolo, durata 100 minuti

scopo dell'attività: Conoscere le principali potenze greche

video e materiali

L'egemonia di Sparta e Atene

La fama di Sparta e Atene attraverso i millenni

Chi non ha mai sentito parlare di Atene e Sparta? La fama delle due città che hanno dominato la storia greca del V secolo a.C. ha attraversato i millenni. Ancora oggi si girano film per celebrare il coraggio dei guerrieri spartani e si fa riferimento alla democrazia ateniese come a un modello politico esemplare.

Sparta e Atene hanno esercitato la propria egemonia politica, militare e culturale sulle pòleis (città) di tutta la Grecia. Sono state alleate o nemiche a seconda dei periodi (più spesso nemiche), ma sempre rivali. Hanno costruito e consolidato due modelli politici, militari e culturali diversi, ai quali le altre città si sono sottomesse, ispirate o opposte.

Prima di elencare e spiegare nel dettaglio le differenze che le separavano, diciamo brevemente che cosa avevano in comune. Anzitutto, erano due pòleis, due città-stato greche, appartenevano allo stesso mondo, alla stessa civiltà.

Le pòleis greche, pur essendo indipendenti le une dalle altre, erano legate da una comune identità. Questa identità era fondata sulla lingua, sulle tradizioni mitico-religiose e rituali (gli dei, i miti, gli oracoli, le Olimpiadi) e sulla politica.

I Greci hanno costruito la propria identità comune anche nella contrapposizione a quelli che chiamavano “barbari”, cioè tutte le popolazioni straniere (per esempio i Persiani), che non parlavano greco.

Le città greche erano accomunate dal fatto di essere autonome le une dalle altre e di affidare il proprio governo ai cittadini. Ciascuna pòlis stabiliva chi potesse essere cittadino, quindi godere dei diritti politici e partecipare agli organi di governo.

Forme di governo a Sparta e Atene: oligarchia e democrazia

La Grecia antica ha esercitato un’enorme influenza sulla successiva storia europea. Tra le altre cose, l’Europa medievale e soprattutto moderna hanno ereditato in parte dalla Grecia antica la propria tradizione politica.

Fra tutte le invenzioni greche che hanno avuto grande influenza nei secoli successivi, una delle più importanti è senz’altro la democrazia, il sistema politico in cui il governo dello stato è affidato al popolo. Nella Grecia antica, Atene era la città democratica per eccellenza.

Fra le pòleis greche, Sparta e Atene rappresentano due modelli politici alternativi. Sparta è un’oligarchia e Atene una democrazia. A Sparta solo una minoranza degli abitanti ha diritti politici, mentre ad Atene tutti i cittadini hanno uguale diritto di accedere alle cariche istituzionali e di votare i provvedimenti politici. Nella Grecia del V secolo, chiunque prediligesse l’una o l’altra forma di governo guardava ad Atene o a Sparta come a un modello da imitare.

Per capire come funziona politicamente uno stato e confrontare fra loro sistemi politici diversi è utile porsi alcune domande preliminari:

  • chi governa?

  • come è stato scelto?

  • per quanto tempo governa?

  • come sono suddivisi i poteri?

  • quanti organi di governo ci sono e con quali funzioni?

Vediamo nel dettaglio come erano organizzare, rispettivamente, le istituzioni politiche di Atene e Sparta.

In tutte le pòleis, il governo era affidato ai cittadini. Ciascuna città stabiliva autonomamente i criteri della cittadinanza. Ad Atene erano cittadini (e quindi avevano diritti politici) tutti i maschi, adulti, liberi.

Le decisioni politiche erano prese dalla boulé, un consiglio di 500 cittadini, scelti per sorteggio con un sistema che garantiva un’equa rappresentanza a tutti i demi e i quartieri della città. I provvedimenti della boulé dovevano essere discussi e approvati a maggioranza dall’ekklesia, l’assemblea che riuniva tutti i cittadini ateniesi (alcune migliaia di persone!). Anche i tribunali erano composti da cittadini scelti per sorteggio, mentre l’unica carica elettiva era quella degli strateghi, i generali dell’esercito.

La struttura della democrazia ateniese si era venuta formando nel corso del tempo e aveva raggiunto questa forma organizzativa nel V secolo, soprattutto grazie alle riforme di Clistene.

La democrazia ateniese permetteva un’ampia partecipazione dei cittadini alla vita politica, indipendentemente dalla ricchezza e dalla posizione sociale. Le famiglie aristocratiche della città, tuttavia, hanno sempre cercato di mantenere un ruolo di primo piano nelle istituzioni, sostenendo o cercando di ostacolare le istituzioni democratiche.

La politica spartana funzionava in modo molto diverso. I cittadini (chiamati Spartiati) erano solo una minoranza della popolazione (maschile) ed erano tali per diritto di sangue. A Sparta, cittadini si nasce.Gli abitanti della Laconia (la regione in cui sorgeva Sparta) e della vicina Messenia, conquistate dagli Spartani, erano sottomessi al suo dominio. Alcuni erano schiavi (gli Iloti) e coltivano le terre degli Spartiati, altri erano liberi e dovevano prestare servizio nell’esercito spartano, ma non godevano dei diritti politici (perieci).

Gli Spartiati conducevano una vita molto particolare, interamente dedicata all’allenamento militare. Erano soldati di professione.

A Sparta non tutti i cittadini partecipavano alla vita politica. Le istituzioni spartane erano molto diverse da quelle ateniesi. C’erano due re, appartenenti alle famiglie più importanti della città, il cui compito principale era comandare l’esercito. Il titolo regale si trasmetteva di padre in figlio. Le decisioni politiche erano affidate a cinque magistrati eletti (gli efori) e alla gherousìa, un consiglio composto dai due re e da 28 anziani, eletti a vita.

Atene e Sparta erano molto diverse anche dal punto di vista culturale. Nel V secolo, Atene era la città della filosofia, del teatro e dell’arte, della splendida architettura e dei grandi templi. Sparta, da parte sua, imponeva una rigida educazione militare ai suoi giovani, manteneva l’architettura tipica della Grecia arcaica e non incoraggiava la produzione culturale e artistica.

Nel corso del V secolo, Sparta e Atene sono state prima alleate, nella guerra contro i Persiani, e poi nemiche, nella lunga guerra del Peloponneso. Entrambe le città erano delle potenze militari, ma Atene dominava i mari con la sua flotta, mentre l’esercito spartano era considerato imbattibile nella guerra terrestre. Entrambe hanno esercitato la propria egemonia sulle altre pòleis, istituendo e guidando delle alleanze.

Durante la seconda guerra persiana, quando re Serse attaccò la Grecia, Sparta si fece promotrice di un’alleanza panellenica, di cui poi assunse la guida militare. In questa occasione, Sparta e Atene erano alleate. Mentre gli Ateniesi evacuavano la propria città, rifugiandosi nel Peloponneso, 300 Spartani, guidati da re Leonida, rallentarono l’avanzata dell’esercito persiano allo stretto delle Termopili.

Dopo la vittoria contro i persiani, Atene divenne una potenza imperialista, consolidando la propria egemonia sulle altre pòleis e il proprio dominio sul mare. Convinse alcune città a riunirsi nella Lega di Delo (477 a.C.), imponendo loro di pagare un tributo che di fatto era gestito dagli Ateniesi.

L’aperta rivalità fra Atene e Sparta, inasprita dalla politica aggressiva degli Ateniesi, fece scoppiare una guerra che coinvolse anche tutte le città greche loro alleate e che durò per quasi trent’anni, dal 431 al 404 a.C.

La guerra fu vinta da Sparta, che impose dure condizioni agli Ateniesi, rifiutandosi però di radere al suolo la città, come chiedevano alcuni suoi alleati. Dopo la guerra, non solo Atene non riuscì più a tornare alla potenza e allo splendore passati, ma tutta la Grecia si trovò indebolita e impoverita.

Sparta ha vinto la guerra del Peloponneso e ha poi esercitato la sua egemonia sulle pòleis greche nel periodo immediatamente successivo. Nella rivalità fra Sparta e Atene, però, si può dire che sul lungo periodo abbia vinto la seconda. È vero che ancora oggi ricordiamo la gloria dei guerrieri spartani, ma Atene, con la sua filosofia, il suo teatro e le sue istituzioni democratiche, ha esercitato un’influenza assai più profonda e duratura sulla successiva storia europea e mondiale.

Consegna:

crea due presentazioni, una per Sparta ed una per Atene, riassumendo le loro caratteristiche sociali,politiche ed economiche. rispetta l'indice generale delle presentazioni di storia.

Valutazione:

  1. ho creato la presentazioni di Sparta ( 1 punto)

  2. Ho creato la presentazioni di Atene ( 1 punto)

  3. Ho inserito un immagine per ogni slide ( 1 punto)

  4. ogni presentazione contiene almeno 5 slide ( 2 punti)

  5. Ho inserito una slide di confronto tra Sparta e Atene dal punto di vista economico e politico ( 1 punto)

  6. Ho messo a confronto in una slide la città "greca" con la città " occidentale" odierna ( 1 punto)

  7. Ho inserito le note del relatore ( 1 punto)

  8. Ho descritto in una slide la città di Sparta e quella di Atene ( 1 punto)

  9. Ho esposto in classe davanti ad almeno 2 persone la presentazione ( 1 punto)

Attività N.6

Attività in: singolo, durata 100 minuti

scopo dell'attività:

video e materiali

Le guerre persiane

Le Guerre persiane furono combattute tra le poleis greche e l’Impero persiano; iniziarono nel 499 a.C. e finirono nel 479 a.C.

La prima guerra persiana

Le guerre persiane scoppiarono quando le colonie greche che sorgevano sulle coste orientali del mar Egeo, tra cui Mileto, si ribellarono al dominio dell’Impero persiano. Chiesero aiuto ai Greci del continente; solo Atene ed Eretria mossero in loro soccorso.

I Persiani sconfissero i rivoltosi; Dario I, re di Persia, mosse poi contro Atene ed Eretria, che avevano collaborato all’insurrezione. Eretria venne distrutta, mentre gli Ateniesi, guidati da Milziade, trionfarono sui Persiani a Maratona (490 a.C.).

Per un approfondimento leggi Dalla rivolta ionica alla Prima guerra persiana, riassunto.

La seconda guerra persiana (480 a.C.-479 a.C.)

Alla morte di re Dario, il figlio Serse iniziò i preparativi per una nuova spedizione. Di fronte al pericolo di un nuovo attacco persiano, gli Ateniesi rafforzarono la potenza militare. Temistocle fortificò il porto del Pireo e fece costruire una nuova flotta; Atene e Sparta riconfermarono la loro alleanza e, con altre 29 polis, costituirono la Lega panellenica (480 a.C.).

Il comando dell’esercito fu affidato allo spartano Leonida. Gl Spartani affrontarono i Persiani nella battaglia delle Termopili (480 a.C.) e vennero sconfitti.

La flotta greca trionfò invece a Capo Artemisio, a Salamina, a Platea e a Micale (479 a.C.).

Consegna:

  1. cosa è successo ai persiani dopo la seconda guerra? fai una ricerca su internet, traccia una breve linea del tempo che arrivi fino all'anno 2020

  2. Tramite un video registrato riassumi le guerre persiane.

checklist di autovalutazione:

  1. tramite video di massimo 2 minuti ho riassunto oralmente le vicende dei persiani ( 3 punti)

  2. il video creato non presenta interruzioni ( 1 punto)

  3. il video dura più di 1 minuto ( 1 punto)

  4. tutte le parole sono comprensibili all'interno del video ( 1 punto)

  5. ho creato la linea del tempo ( 2 punti)

  6. Ho specificato quali territori occupano oggi i persiani ( 2 punti)

Attività N.7

Attività in: singolo, durata 100 minuti

scopo dell'attività: Studiare l'Italia prima dell'avvento dei romani

video e materiali

L'italia preromana

L’ITALIA PREROMANA

A metà dell’VIII secolo a.C., momento in cui la tradizione pone la fondazione di Roma, l’Italia presenta una grande varietà di popoli (cartina 1): alcuni di essi fanno parte del substrato mediterraneo pre-indoeuropeo, composto da autoctoni e da immigrati da oltremare, altri invece sono giunti nella penisola in seguito alle invasioni indoeuropee che, a partire dal II millennio, interessano la maggior parte dell’Europa, l’Iran e l’India. Alcuni di questi nuovi popoli, come vedremo tra poco, si sono sovrapposti agli strati indigeni più antichi.

Al substrato pre-indoeuropeo appartengono i Liguri, una popolazione montanara, stabilitasi a nord dell’Etruria e i Sicani, autoctoni della Sicilia, secondo la tradizione spinti verso il sud-ovest dell’isola dai Siculi, provenienti dall’Italia intorno all’XI secolo a.C. Per i loro costumi matriarcali, estranei a quelli delle popolazioni indoeuropee, si ritiene che i Siculi appartengano al fondo mediterraneo e che siano parenti stretti di Enotri, Coni, Morgeti e Itali, tutte popolazioni indigene del sud della penisola, che i Greci consideravano Pelasgi. Tutti questi popoli erano agricoltori e praticavano esclusivamente il rito funerario dell’inumazione.

Italia preromana ( cartina)

I primi tra i nuovi popoli indoeuropei a stabilirsi nella penisola sono i Veneti, di origine illirica, che si stanziano nella zona della foce del Po.

Tra il VI e IV secolo, inizialmente attraverso infiltrazioni e poi con trasferimenti massicci, nella piana del Po si stabiliscono diverse popolazioni celtiche: Insubri, Cenomani, Boi, Lingoni e Senoni, e la loro autorità e la loro cultura si estenderanno fino all’etrusca Felsina.

Nell’VIII secolo, gli Umbri, che un tempo furono il più grande popolo dell’Italia centrale, occupavano l’entroterra della costa adriatica fino al corso superiore del Tevere; la loro lingua era l’osco-umbro, noto soprattutto grazie al testo delle Tavole Iguvine, sette lastre di bronzo che ci hanno dato la possibilità di conoscere i rituali e le divinità protettrici della città di Iguvium (Gubbio).

Nella zona di Ancona troviamo i Piceni, e più a sud i Sabini e i Sanniti, popolazioni sabelliche collegate a Marsi, Volsci, Campani e Osci. Scendendo, sulla costa adriatica, troviamo Frentani, Apuli e Peuceti. Infine, intorno a Tarentum, gli Iapigi e i Messapi, entrambi di origine illirica.

Sull’altro versante, Lucani e Bruttii, si sono sovrapposti allo strato indigeno rappresentato da Enotri, Coni, Morgeti e Itali.

In mezzo a tutti questi popoli, ci sono i Latini, probabilmente i più antichi, e in ogni caso i più importanti dei popoli indoeuropei emigrati nella penisola; la loro posizione in una piana circondata dalle colline, aperta sul mare e collegata all’entroterra da un fiume navigabile, giocherà un ruolo fondamentale nella nascita di Roma.

Al di là del Tevere, tra l’Arno e l’Appennino, infine troviamo gli Etruschi, che, grazie alla loro cultura molto avanzata, riuscirono a estendere il loro controllo a nord fino alla Pianura Padana, e a sud fino in Campania.

Sebbene la penisola italiana fosse abitata da così tanti popoli diversi tra loro, le culture dell’Italia primitiva non erano altrettanto diversificate e, anche se si può riconoscere un costume dominante, gli usi dei vari popoli si fusero e non c’era una divisione netta tra coloro che praticavano esclusivamente l’inumazione, i popoli autoctoni, e coloro che invece facevano ricorso solo alla cremazione, quelli di origine indoeuropea

Presso alcuni popoli la cremazione e l’inumazione erano praticati contemporaneamente, mentre presso altri si sono succeduti nel tempo, per questo i riti funerari non possono essere ritenuti un criterio per definire l’appartenenza etnica. È stata trovata, ad esempio, una necropoli villanoviana a incinerazione, caratterizzata dall’uso di urne biconiche (immagine a sinistra), a Fermo e altre nella provincia di Salerno.

Anche per quanto riguarda lo stile di vita c’era una certa omogeneità. Tranne che sull’Appennino, dove vivevano tribù montanare molto rozze, nel resto della penisola la vita pastorale e quella agricola spesso si fondevano ed erano affiancate dalla caccia e dalla pesca; in ogni caso, l’allevamento transumante continuava a ricoprire un ruolo essenziale, soprattutto in Toscana e nell’Italia centrale.

Nonostante questa relativa uniformità nel genere di vita, c’era comunque una grande varietà di lingue (cartina 2), la maggior parte appartenenti alla famiglia delle lingue indoeuropee (latino, falisco e veneto), e alcune con delle affinità tra loro (umbro e osco). Il ligure e l’etrusco, invece, erano estranee alle lingue indoeuropee, e il messapico e lo iapigio avevano delle affinità con l’illirico.

Oltre a quella etrusca, cui ho accennato poco fa, un’altra cultura evoluta che dominò sui popoli italici fu quella greca.

La colonizzazione greca ebbe inizio nel corso dell’VIII secolo nel mar Tirreno, nel mar Egeo e lungo le coste del mar Nero; per quanto riguarda la penisola italica le colonie di Cuma e Ischia detengono un duplice primato, poiché furono le prime a essere fondate (intorno al 770) e anche le più a nord. Successivamente altre colonie saranno fondate nel sud della penisola e in Sicilia (cartina 3).

Le popolazioni indigene, in alcune aree hanno coesistito con i coloni, in altre invece hanno collaborato e sono state tutte più o meno interessate dal processo di ellenizzazione, che non coinvolse solo le zone costiere, ma anche l’entroterra, seppur in maniera minore, e la stessa Roma, che fin dal VII secolo ha commerciato con i Greci delle colonie e della Grecia continentale, come dimostrano le ceramiche proto-corinzie e corinzie trovate durante gli scavi sul Palatino e nel Foro.


Grazie ai contatti commerciali, anche i Greci, come gli Etruschi, hanno esercitato una profonda influenza su ogni aspetto della cultura romana che si stava formando: il diritto, le istituzioni, l’arte, la letteratura e la religione. I primi poeti epici e tragici, Livio Andronico, Ennio, Nevio e Pacuvio e il commediografo Epicarmo, ad esempio, provenivano da colonie greche. Pitagora è l’esempio principe di questo fenomeno; emigrato da Samo a Crotone intorno al 530, morto a Metaponto, è considerato da Erodoto come l’uomo più saggio e sapiente. La sua influenza si diffuse a Roma e in tutta la penisola e il pitagorismo e il neopitagorismo condizionarono il pensiero romano fino all’epoca dell’imperatore Claudio.

Consegna:

  1. guarda la cartina dell'italia preromana, com'è messa il resto dell'europa?, fai una ricerca su internet e riempi la cartina dell' europa preromana

  2. Qual'è il popolo più antico tra quelli dell'Italia preromana di cui si ha notizia? e perchè? fai una breve ricerca e poi rispondi alle domande sul quaderno.

  3. Tramite un video riassumi quanto appena letto.

Valutazione:

  1. ho riempito la cartina dell' Europa ( 3 punti)

  2. Ho specificato chi abitava l'odierna italia ( 2 punti)

  3. Ho risposto sul quaderno alle domande ( 2 punti)

  4. Ho fatto il video dalla durata di almeno 2 minuti ( 3 punti)

Attività N.8

Attività in: singolo, durata 200 minuti

scopo dell'attività: Studiare le radici e l'evoluzione della città di Roma

video1, Video2, Video3 e materiali

Roma: dalle origini alla fine della repubblica

La nascita di Roma

Nel Lazio,lungo il basso corso del Tevere tra il mare e le colline,a partire dal II millennio a.C. si erano stanziate popolazioni indoeuropee , in seguito denominate Latini,che costruirono i loro villaggi sulle alture, poiché le pianure circostanti erano acquitrinose e dunque impraticabili.

Attorno all’ VIII secolo, tra questi villaggi si impose per importanza quello di Alba Longa (l’attuale Castel Gandolfo), che divenne il centro di un’ alleanza di carattere religioso, la Federazione latina.

In questo stesso periodo, poco più a nord, lungo il Tevere , nel punto in cui si trova l’Isola Tiberina, dove le sponde del fiume sono più vicine e dunque è più facile attraversarlo, ebbe inizio un intenso commercio tra mercanti delle varie popolazioni locali, che desideravano barattare i loro prodotti, da una sponda all’altra, non solo, ma il luogo divenne una via di transito obbligatoria tra gli Etruschi a nord e le colonie greche del sud; nuovi popoli, inoltre, a seguito di tale commercio, si insediarono sui colli circostanti.

Tra questi nuovi insediamenti vi fu anche il villaggio di Roma, sorto sul Palatino,una vera e propria difesa naturale, inaccessibile per eventuali nemici e da cui controllare la vallata circostante proprio nel punto in cui l’isola Tiberina era attraversata dai mercanti e dalla ” via del sale”, il commercio che portava questo prezioso elemento per la conservazione dei cibi dal mare alle popolazioni dell’entroterra.

Se è vero che tradizionalmente si indica nel 753 a. C. la fondazione di Roma, bisogna ricordare che si tratta di una data convenzionale, nel senso che gli storici oggi preferiscono utilizzare il concetto di “formazione”, più che di “fondazione”: la città si formò secondo un graduale processo di aggregazione di gruppi di persone, che man mano costituirono una comunità organizzata.

La prima forma politica di Roma fu una monarchia elettiva: dal 753 al 509 a.C. la città fu retta dai cosiddetti sette re(che detenevano il comando militare in caso di guerra, amministravano la giustizia e avevano funzioni religiose), eletti dal senato;quest’ultimo era all’inizio un consiglio degli anziani(il termine senato deriva da senex, anziano) delle diverse famiglie romane, riunite in gruppi detti gentes. I Patrizi erano i componenti delle gentes (Patrizi deriva da patres, i capi delle famiglie).

In età arcaica la società romana era divisa in tre tribù e ogni tribù comprendeva dieci cure(termine che significa riunione di uomini). Le trenta curie si riunivano periodicamente in assemblee chiamati comizi curiati, per prendere decisioni di vario genere, si impegnavano inoltre a fornire all’esercito 100 fanti(di qui deriva il vocabolo centuria) e 10 cavalieri per ciascuna curia. Di conseguenza l’esercito romano in età arcaica era formato da 3000 fanti e 300 cavalieri. I comizi curiati decaddero ( assunsero carattere prevalentemente religioso) dopo la creazione dei comizi centuriati.

Questi ultimi nacquero ,secondo la tradizione, per volontà di Servio Tullio ( riforma serviana o centuriata), che divise i cittadini in sei classi sulla base del censo, cioè della ricchezza, per consentire l’arruolamento di strati sempre più larghi di persone, in modo che Roma potesse disporre di un ampio contingente militare: i più ricchi dovevano provvedere al proprio armamento e costituivano la fanteria pesante e la cavalleria;i meno ricchi si sarebbero muniti di armi più leggere, i nullatenenti avrebbero dato il loro contributo come falegnami o fabbri.

La prima classe comprendeva, da sola, 98 centurie(18 di cavalleria e 80 di fanteria pesante), mentre tutte le altre classi assieme fornivano 95 centurie.

L’età repubblicana

Dopo la cacciata dei re, in età repubblicana, le magistrature principali(consoli,pretori,questori,edili e censori) avevano come caratteristica quella di essere collegiali(esercitate da più persone contemporaneamente) ed annuali, mentre indiscussa era la centralità del senato.I plebei erano coloro che non potevano esercitare i diritti politici

Con la riforma serviana, i comizi centuriati, oltre a fornire i soldati per l’esercito, si occuparono, riuniti in assemblea, di prendere le più importanti decisioni di carattere politico, votando per classe, per cui ogni centuria disponeva di un voto: in tal modo, la prima classe, votando in maniera concorde e compatta, finiva con l’assicurarsi sempre la maggioranza.

Con questa riforma la repubblica aristocratica si trasformò in repubblica oligarchica: a detenere i privilegi politi ed economici non erano più le famiglie aristocratiche di antica origine, ma un gruppo ristretto di persone, ossia i patrizi e i plebei ricchi(nobilitas, ossia il gruppo dei noti, degli illustri). I pochi che arrivano al consolato senza essere nobiles vengono detti homines novi.

Ai comizi curiati e centuriati si affiancò un terzo tipo di assemblea,sulla base di una suddivisione territoriale i comizi tributi(4 tribù urbane e un numero notevole di tribù rustiche)

Nel 494 a. C. durante la secessione i plebei elessero i propri magistrati, i tribuni della plebe;nel 451 a.C. Le leggi delle XII tavole;nel 367 con le Leggi Licinie Sestie fu riconosciuto ai plebei il diritto di accedere al consolato;nel 287 la Lex Ortensia ( i plebisciti, le decisioni delle assemblee della plebe, riconosciuti e rispettati da tutto il popolo)

Tra il V e il IV secolo Roma conquistò l’Italia: si impose sulle popolazioni latine, si scontrò e vinse contro la potente città etrusca di Veio, con la vittoria sui sanniti si impose nella zona centrale, con la vittoria su Pirro e Taranto ottenne la supremazia sulla Magna Grecia.

Tra il III e il II secolo a.C. Roma giunse allo scontro con Cartagine, la città fenicia, prima potenza marittima e commerciale del Mediterraneo,la vinse e si assicurò in tal modo l’egemonia sul mare; inoltre, con le guerre macedoniche estese il suo dominio in tutta l’area ellenistica , conquistando la Grecia.

Ci furono poi i tentativi di riforma dei fratelli Gracchi , la guerra civile tra Mario e Silla e la dittatura di quest’ultimo.

Con Mario l’esercito si apre a nullatenenti, italici e alleati e l’arruolamento diviene volontario.

Dopo la guerra civile che aveva opposto Mario a Silla, ma, nonstante i suoi provvedimenti avessero rafforzato l’oligarchia senatoria, la situazione a Roma non era pacificata.

Consegna:

  1. rispondi in maniera aperta e completa alle domande sul tuo quaderno

    1. Che cosa fu la terza guerra servile?

    2. Chi sono i 7 re di Roma?

    3. Per quale ragione Pompeo ottenne poteri straordinari?

    4. Per quale ragione Mitridate si scontrò con i Romani?

    5. Quale fu l’azione di Pompeo in Oriente?

    6. Chi era Catilina?

    7. In che modo venne repressa la congiura di Catilina?

    8. Per quali ragioni il senato si inimicò Pompeo al suo ritorno dall’Oriente?

    9. Che cosa fu il primo triumvirato?

    10. Per quali ragioni Cesare scelse per il suo proconsolato le Gallie e l’illirico?

    11. Come viene spartito il potere fra i triumviri nel 56 a.C.?

    12. Per quali ragioni Pompeo divenne console unico?

    13. Quali furono le ragioni del successo romano in Gallia?

    14. Quali furono gli obbiettivi di Cesare una volta attraversato il Rubicone?

    15. Quali battaglie segnarono il trionfo definitivo di Cesare?

    16. Quali riforme attuò Cesare una volta ottenuto il potere?

    17. Cosa si intende per calendario giuliano?

    18. Quale significato ebbero le riforme di Cesare?

    19. Quale era lo scopo del complotto contro Cesare?

  1. Tramite powerpoint racconta l'intera vicenda dell'impero romano

Checklist di autovalutazione:

  1. ho risposto alle prime 10 domande ( 3 punti)

  2. Ho risposto alle ultime 9 domande ( 3 punti)

  3. Ho raccontato la vicenda dell'impero romano tramite powerpoint ( 4 punti)