M1 Italiano in PRIMA media

Programma Italiano M1-M2-M3

ANTOLOGIA

1.“la Favola”

 2. “Il mito”

 3. “Genitori e figli”

 4. Analizziamo la poesia:

5. EPICA

Contenuti di indagine (conoscenze)

1 Ascolto e parlato

2 Lettura

3 Scrittura

4 Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo

5 Elementi di grammatica e riflessione sugli usi della lingua

M2 Italiano in SECONDA media

1.Genere Letterari

2.Dante e il Trecento

Contenuti di indagine (conoscenze)

1 Ascolto e parlato

2  Lettura

3 Scrittura

4 Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo

5 Elementi di grammatica e riflessione sugli usi della lingua


M3 Italiano in TERZA media

1.Il Romanticismo:

2.Il verismo:

3.Il Decadentismo:

4.Il Novecento


NARRATIVA

I racconti del ‘900: struttura, analisi e apporto critico.

Contenuti di indagine (conoscenze)

1 Ascolto e parlato

2 Lettura

3 Scrittura

4 Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo

5 Elementi di grammatica e riflessione sugli usi della lingua

Attività. 1

Attività. 2

GRAMMATICA 01/10/2020

VEDO DOPPIO…?!

Speso le consonanti all’interno di una parola…(ehm, volevo dire…SPESSO!), si raddoppiano. Perché lo fanno? Per non sentirsi sole? Per supportarci nella respirazione? Oppure….

Video introduttivo da visionare a casa: 

https://www.youtube.com/watch?v=9qurTgAjiHkideo

(Guardalo anche più di una volta, con calma! Applica anche a casa la parola d'ordine della PAUSA: se non ci sono felini, ci sono gatti umani da coccolare...)


CONSEGNA

Crea un mazzo di Carte delle Doppie, da utilizzare quando scrivi un testo in occasioni diverse, non solo al Parco! Un mazzo di carte molto speciale, che non si esaurisce qui, ma può aumentare di numero ogni volta che incontri una parola con le doppie che secondo te vale la pena di inserire e che probabilmente ti sarà utile nel tuo futuro impiego, e che ritieni che ti possa  supportare per comunicare più facilmente con amici, compagni, e  in famiglia.

Consegna avanzata: inventa tu un gioco per allenarti con le consonanti doppie. Trova parole che con o senza doppie assumono un senso completamente differente.



CHECK LIST DI AUTOVALUTAZIONE


 


SCRITTURA CREATIVA 02/10/2020

CASA CERCA PAESAGGIO

Noi esseri umani siamo tornati dai luoghi di villeggiatura. Le vacanze sono finite, e le nostre case sono rimaste pazientemente ad aspettarci. Non meritano anche loro una pausa rilassante e rigenerante? Perché non trasferirle per qualche giorno in un luogo diverso?

CONSEGNA

Scegli una tipologia di abitazione: grattacielo, igloo, condominio, casale di campagna. Inventa un annuncio immobiliare al contrario: non case in affitto, ma paesaggi! Puoi prendere come riferimento le descrizioni delle case negli annunci dei siti immobiliari:  Ho guardato con attenzione, a casa, il video.

2. Ho letto con calma il mio testo. (2 punti)

3. Ho eseguito un piccolo esercizio di stretching sulla sedia, per caricarmi di energia. si dalla sua sede abituale per un periodo di riposo e divertimento.  

 

CHECK LIST DI AUTOVALUTAZIONE

1.   Ho cercato su internet l’immagine dell’abitazione che ho scelto.

2.   Ho scelto un paesaggio da proporre, immedesimandomi nella psicologia della casa: dove passa tutta la sua esistenza, di cosa quindi avrebbe bisogno secondo me, cosa potrebbe suscitare interesse, curiosità o entusiasmo.

3.   Ho stilato la descrizione sintetica di un paesaggio che ho scelto, cercando di immaginare quali possono essere le richieste dell’abitazione. (2 punti)

4.   Ho scritto la descrizione mantenendo uno stile serio e formale, senza rinunciare all’utilizzo di aggettivi per descrivere meglio il paesaggio (per esempio: piacevole ombra di pini secolari; originale galleria di arte contemporanea…) (4 punti)

5.   Ho scritto la descrizione soffermandomi su elementi che possono risultare di maggiore interesse per il potenziale cliente.(2 punti)

 

 




Attività. 3

Attività. 4

GRAMMATICA 06/10/2020

Battaglia navale, fra punti e virgole.

Una battaglia navale dove sono gli amici SEGNI DI INTERPUNZIONE (punti, virgole, due punti, punto e virgola) a viaggiare su incrociatori e sommergibili.

Prima di giocare, guarda questo video: per ricordare che ruolo hanno tra mari e oceani i protagonisti della battaglia. 

https://www.youtube.com/watch?v=NsoYeFq4Xys

Una battaglia senza armi, se non quelle dell'attenzione e della strategia, dove l'obiettivo è COMUNICARE in maniera chiara i tuoi bisogni, desideri, progetti, opinioni ed idee.

CHECK LIST DI AUTOVALUTAZIONE

1. Ho guardato con attenzione, a casa, il video.

2. Ho letto con calma il mio testo. (2 punti)

3. Ho eseguito un piccolo esercizio di stretching sulla sedia, per caricarmi di energia.

4. Ho letto il mio testo a voce alta.

5. Ho letto le istruzioni della battaglia navale. (2 punti)

6. Ho giocato seguendo le istruzioni. (2 punti)

7. Ho verificato, al termine della partita, Ho inserito nel mio quaderno, italiano attivo, la mia scheda GIOCO, scrivendo quali elementi della battaglia navale rappresentano il mio punto di forza e in quali posso migliorare.

 

BATTAGLIA NAVALE della PUNTEGGIATURA.

ISTRUZIONI

·         Ogni giocatore ha di fronte a sé due testi: uno in cui inserire la punteggiatura (Scheda GIOCO) e un altro, diverso, per controllare se l’avversario inserisce correttamente la punteggiatura (Scheda di CONTROLLO).

·         I testi in cui i due giocatori devono inserire la punteggiatura sono quindi diversi, ma dello stesso colore (ad es. il primo giocatore deve inserire la punteggiatura nel testo “Gioco dell’Oca” e il secondo deve inserire la punteggiatura nel testo “Torta al cioccolato”).

·         Prima di iniziare il gioco ogni giocatore legge attentamente il testo in cui deve inserire la punteggiatura.

·         Il gioco inizia con un sorteggio (pari e dispari) per decidere chi dei due contendenti ha la precedenza.

·         Il primo giocatore indica all’avversario un punto del testo dove crede vi sia collocato un segno di punteggiatura, indicando anche quale segno (es.: ”Secondo me c’è una virgola nella terza riga, dopo la parola gatto”). Se effettivamente in quel punto è inserito il segno di punteggiatura indicato, il giocatore inserisce il segno di punteggiatura rosso nel punto corretto. Se invece in quel punto c’è effettivamente un segno di punteggiatura, ma diverso da quello indicato (ad es. non c’è una virgola ma un punto e virgola), il secondo conferma che lì c’è un segno di punteggiatura, senza specificare quale. A questo punto la mano passa al secondo giocatore. Si prosegue così, a turno.

 

Attività. 5

SCRITTURA CREATIVA 

IO-PRO-TESTO!

 CONSEGNA

Il governo ha emanato una nuova legge che vieta ai ragazzi della tua età di entrare e fruire dei servizi di un’ esercizio commerciale o di un luogo di ritrovo a cui tieni molto, e che ti è sempre piaciuto frequentare nel tuo tempo libero.

Scrivi una lettera di protesta, e nello stesso tempo di richiesta di sostegno, in cui rivendichi i tuoi diritti!

CHECKLIST DI AUTOVALUTAZIONE

1.    Ho scelto il luogo in cui idealmente mi viene negato l’accesso.

2.    Ho individuato il destinatario o destinatari della lettera: è importante conoscere a chi va indirizzata la mia protesta, affinché sia ascoltata e sostenuta.(2 punti)

3.    Ho scritto una lettera in cui spiego perché è un diritto di tutti entrare in quel luogo.(3 punti)

4.    Ho spiegato quali possono essere le conseguenze dell’esclusione degli adolescenti all’accesso a posti come questo.

5.    Ho escogitato la maniera per rendere la mia lettera visibile ad un vasto pubblico.

6.    Ho trovato uno sponsor in linea con il tema della protesta che mi supporti nella mia campagna per il diritto negato. Lo sponsor può essere un’azienda, organizzazione o personaggio reali o di fantasia.

7.    Ho firmato con il mio nome accompagnato da un alias che veicoli la mia protesta.

 

Attività. 6

 GRAMMATICA

PAROLE & MATTONI.

CONSEGNA

Allarme creatività in una celebre casa di produzione di giochi da tavolo! 

La punta di diamante dello staff dell’azienda è in crisi: ha in mente un passatempo didattico, ma non ha ancora trovato la soluzione per renderlo davvero divertente.  Quello che occorre è una giovane squadra di supporto.

Completa insieme al gruppo il gioco grammaticale, di cui segue una spiegazione sommaria.

“Si gioca in senso orario. Il primo a tenere in mano il libro apre una pagina a caso ed “estrae” una parola, la legge con voce chiara e udibile per tutti. Chi segue dovrà applicare alla parola l’analisi grammaticale e trovarne il sinonimo. Il tutto in un tempo limitato. Se raggiunge l’obiettivo, potrà porre il primo mattoncino dell’opera che si va a realizzare insieme.”

CHECKLIST DI AUTOVALUTAZIONE

1.   Abbiamo verificato insieme il significato di ANALISI GRAMMATICALE e la sua differenza rispetto ad ANALISI LOGICA, e lo abbiamo scritto sul quaderno. (2 punti)

2.   Abbiamo riportato il testo delle istruzioni sul quaderno, e lo abbiamo implementato aggiungendo nuove regole e/o nuovi elementi materiali da inserire nella scatola del gioco che sarà messo in commercio.(3 punti)

3.   Abbiamo modificato i passaggi che riteniamo poco utili o coinvolgenti, sostituendoli con altri, senza perdere di vista l’argomento del gioco, l’analisi grammaticale. (3 punti)

4.   Abbiamo trovato un titolo per il gioco di società.

5.   Abbiamo scelto un’immagine per la scatola del gioco.


....prossimo passaggio: testare il gioco!


Attività. 7

GRAMMATICA E LESSICO

 Parole da ogni DOVE: è qui la festa!


Mister Esperanto ha organizzato una grande festa per riunire le parole che da anni vivono in Italia, ognuna con una diversa origine geografica e culturale. Per ricordare l’evento ha progettato di regalare agli astanti una pubblicazione dedicata ai suoi illustri ospiti. Ad ogni parola viene quindi assegnato uno staff di “mediatori culturali”, specializzati nella raccolta ed organizzazione delle informazioni necessarie a delineare il profilo di ogni parola.

 

CONSEGNA

Progetta insieme ai tuoi compagni la pubblicazione, con le schede dettagliate delle parole che a sorte vengono sorteggiate dal tuo tutor.

Check list di controllo.

1.     Ho ideato il formato della scheda delle informazioni della parola.

2.    Ho indicato l’origine geografica della parola utilizzando un vocabolario on line.

3.    Ho trovato sulla mappa lo stato o gli stati in cui si parla la lingua a cui la parola appartiene.

4.    Ho provato a voce la sua pronuncia corretta cercandola on line.

5.    Sono risalito al suo significato iniziale, che forse nel tempo è mutato.

6.    Ho cercato la parola italiana che corrisponde a questa, tenendo anche conto che forse non esiste una singola parola in grado di tradurla.

7.    Cosa dicono di lei? Ho inventato almeno due titoli di giornale contenente questa parola.

8.    Questa parola ha partecipato a lavori celebri? Ho indicato il titolo di un libro, film o canzone contenente questa parola.

9.    Ho trovato e inserito nella scheda un’immagine che mi piace e che traduce visivamente la parola.

10.  Insieme ai compagni ho trovato un titolo ed un’immagine per la copertina del volume dedicato a questo convegno di parole, e una brevissima presentazione che spiega l’importanza di questo evento.


Attività. 8

SCRITTURA CREATIVA

Giochiamo a conoscerci?

Diventa autore di test di personalità, da sottoporre ai tuoi familiari, agli amici, ai tutor stessi. Per aiutarli ad esplorare il proprio carattere, e a riconoscere e dichiarare a se stessi, con il supporto delle tue domande, quali sono le loro aspirazioni,  i loro sogni e i loro bisogni. E non dimenticare che un test di personalità può invitarci, attraverso la modalità leggera ma importante del gioco, ad affrontare le nostre emozioni, soprattutto quelle che ci rendono più difficile raggiungere i nostri obiettivi. Vale per chi lo propone, e per chi si presta al test.

CONSEGNA

Realizza un test della personalità basandoti sugli esempi riportati. Scegli la modalità che preferisci. I link indicati sono esempi. Puoi trovarne altri on line, per inventarne di nuovi.

Link di supporto: 

https://www.focusjunior.it/comportamento/test-personalita/test-sei-ottimista-o-pessimista/

https://www.curiosauro.it/21760/test-dellalbero-scegline-uno-scopri-la-tua-vera-personalita 

 

CHECK LIST DI AUTOVALUTAZIONE

1.     Ho preso visione dei link a casa.

2.    Ho scelto il tipo di test da realizzare, che contenga immagini e domande.

3.    Ho scelto l’argomento del test.

4.    Ho ideato un titolo accattivante per il mio test.

5.    Ho scritto sul mio quaderno almeno due passaggi del test, ognuno costituito da una domanda e almeno tre opzioni di risposta con relativa immagine.

6.    Le domande e risposte che ho scelto sono semplici e chiare.

7.    Per ogni passaggio ho inserito le immagini che ho scelto nel web.

8.    Al termine del test ho inserito un diverso profilo di personalità che si collega alle domande poste nei passaggi.

9.    Ho sottoposto al test una persona a mia scelta.

10.  Ho condiviso con questa persona le impressioni sull’esito del test.


Attività. 9

SCRITTURA CREATIVA

L' ABC delle storie.

Scrivi una storia utilizzando tutte, ma proprio tutte, le lettere dell'alfabeto!

CHECKLIST DI AUTOVALUTAZIONE

1) Ho scritto sul mio quaderno o su un foglio l'alfabeto completo.

2) Ho evidenziato, prima di iniziare la storia vera e propria, le tre parti principali della storia: a) presentazione dei personaggi e dell'ambiente, b)svolgimento dei fatti e c) colpo di scena finale. Come? Scegli tu fra capitoli numerati o capitoli con titolo, sull'esempio dei libri che hai letto o che trovi in biblioteca. (2 punti)

3) Ho compilato ognuna delle tre sezioni lavorando di fantasia. (4 punti)

4) Ho utilizzato, come iniziale delle parole della storia, tutte le lettere dell'alfabeto. 

5) Al termine della storia, ho controllato se qualche lettera è rimasta inutilizzata, e l'ho inserita nel contesto narrativo, in forma di aggettivo o avverbio. (2 punti)



Attività. 10

A TEATRO 1

Quali sono le figure professionali che collaborano tra loro per dar vita alla magia del Teatro?

Compio una ricerca sul web e scrivo sul mio quaderno la descrizione del lavoro delle seguenti figure professionali:

1-il  regista

2-il direttore di scena

3- lo scenografo

4-il costumista

5-l'attrezzista

6-il coreografo

7-il tecnico delle luci

8-il tecnico del suono

9-gli elettricisti

10-i macchinisti

Ho 30 minuti per terminare il lavoro in modo pulito ed ordinato sul mio quaderno.

Al termine dell'attività mi autovaluto assegnandomi un punto per ogni definizione trascritta in modo corretto ed esaustivo.


A TEATRO 2

DRAMMATURGO per un giorno.

Il Drammaturgo è un autore che scrive opere che vengono rappresentate a teatro. 

A partire dalla codificazione greca, si distinguono due categorie principali:


Che cosa avviene da una pagina narrativa al copione?

Si interviene su:

TEMPO non potendo passare con facilità come in un libro o in un film da un'epoca ad un'altra, da un giorno ad un altro, le battute degli attori danno le indicazioni temporali.

LUOGO in un libro o in un film il luogo dove si svolge la scena può cambiare facilmente, a teatro il drammaturgo deve tenere conto degli spazi principali o studiare con lo scenografo soluzioni a volte rinunciando al realismo delle ambientazioni.

DIALOGHI il drammaturgo deve creare dialoghi trasformando il discorso indiretto in discorso diretto e a volte scrivere monologhi che spieghino gòli sviluppi di una storia.


La STRUTTURA del copione

-TITOLO

-elenco dei PERSONAGGI

- indicazione del QUADRO o dell'ATTO

- numero di SCENA

- didascalia in corsivo che spiega come appare il palcoscenico all'aprirsi del sipario o all'accensione delle luci e quali sono i personaggi presenti in scena.

- seguono le battute con l'indicazione del PERSONAGGIO CHE PARLA solitamente tutto scritto in minuscolo

- prima o dentro la battuta, una eventuale DIDASCALIA INTERNA specifica i movimenti, il volume o il tono richiesto all'attore.


Prendo nota di queste informazioni, costruisco sul mio quaderno una mappa concettuale e con la mappa concettuale alla mano registro un video in cui spiego chi è il DRAMMATURGO e come è composto un COPIONE TEATRALE.


Autovaluto il mio lavoro assegnando due punti ad ognuno degli obiettivi della seguente check list:


A TEATRO 3

Ed ora RECITIAMO!

Per mettere in scena uno spettacolo teatrale gli ATTORI devono lavorare:


Esercitati con i tuoi compagni interpretando un copione teatrale.

Per l'esecuzione dovrai seguire la seguente scaletta:

I tuoi compagni valuteranno il tuo lavoro assegnandoti 2 punti per ogni obiettivo raggiunto con successo.

Attività.11

STORIA DEL TEATRO

L’evoluzione del teatro

Il teatro è una forma di esperienza artistica che fa incontrare linguaggi diversi.

In passato quando si parlava di teatro si parlava di drammaturgia  che era la tecnica di composizione di un testo teatrale. Alte forme di drammaturgia sono ancora oggi considerate la tragedia e la commedia della Grecia antica. Gli autori più importanti erano Eschilo, Sofocle ed Euripide per la tragedia, Aristofene e Menandro per la commedia.

I testi dell’antica Roma invece sono soprattutto comici ed i maggiori autori sono Plauto e Terenzio, che si dedicavano ad un teatro di puro divertimento.

I testi teatrali del Medioevo narrano la storia di santi e di martiri della cristianità.

Nel Rinascimento , con la riscoperta del mondo classico, la commedia che ha i suoi più conosciuti esponenti in Ludovico Ariosto, Niccolò Machiavelli ecc., è suddivisa in atti e scene e viene allestita nelle corti per allietare il principe.

Nella seconda metà del cinquecento il teatro si sposta nelle strade ed è svolto da attori professionisti che si rivolgono ad un pubblico popolare e viene chiamata la Commedia dell’Arte che in Italia la ricordiamo con le maschere di Arlecchino, servo ladro e bugiardo, del chiacchierone e affamato Pulcinella e di altri. In questo tipo di commedia chiamata “di intreccio”, l’indole dei personaggi e il loro comportamento erano fissati, chiari a tutti gli spettatori dall’inizio della rappresentazione; anche il lieto fine era prevedibile. Quindi è basata sulla recitazione di attori che improvvisano da un testo “abbozzato” detto canovaccio. La commedia dell’arte poi si diffonde in tutta Europa, in Inghilterra il maggiore esponente fu William Shakespeare.

Nel Seicento commedia e tragedia raggiungono i vertici più alti in Francia.

Nella seconda metà del Settecento il teatro non parla più di figure eroiche ma di gente comune e quindi il linguaggio diviene più semplice e comprensibile. Autori di tale riforma sono Denis Diderot in Francia  e Carlo Goldoni in Italia.

Infatti, Goldoni, interruppe anni di recitazione “a soggetto”, costringendo l’attore ad abbandonare l’improvvisazione e ad adeguarsi a un copione scritto e imparato a memoria; inoltre, operò il passaggio dalla commedia di “intreccio” a quella di “carattere” incentrata sul carattere psicologico dei personaggi.

Nell‘Ottecento la tragedia e la commedia lasciano il posto al dramma romantico, ricordiamo tra gli autori principali il tedesco Johann Wolfgang Goethe, l’inglese George Byron, il francese Victor Hugo e l’italiano Alessandro Manzoni.

Il Novecento è caratterizzato da una serie di cambiamenti che portano alla nascita di nuovi tipi di teatro come quello politico, di ricerca ecc.

L’esempio più lontano di teatro (come struttura) è quello all’aperto dei greci. Poi in seguito ci sono stati dei cambiamenti fino a che nel Rinascimento nasce l’idea di teatro all’italiana, di uno spazio in cui gli spettatori sono seduti di fronte al palco.

Quando si parla di teatro però bisogna considerare anche tutto quello che c’è intorno come la scenografia (all’inizio era un semplice muro poi si è arricchita con la prospettiva e infine proprio con veri mobili) le luci (all’inizio era la luce del giorno, poi le candele e infine l’elettricità) i suoni, la musica ecc.

Come si è evoluto il teatro così ha subito molti cambiamenti anche il ruolo dell‘attore. Tale ruolo si sviluppa in Grecia quando nasce la tragedia, all’inizio ha un ruolo invidiabile ed è privilegiato rispetto agli altri. Anche se era un ruolo molto impegnativo , in genere erano solo tre attori che rappresentavano molti personaggi e lavoravano dall’alba al tramonto.

L’attore a Roma , invece, era considerato come un mestiere infamante e socialmente disonorevole. Esso appartiene alla categoria degli schiavi quindi ha un proprietario.

Dopo la caduta di Roma, nel Medioevo il lavoro di attore viene considerato come un mestiere d’intrattenimento come gli acrobati, i prestigiatori ecc.

Nell’Ottocento l’attore tende ad assumere una certa importanza dal punto di vista sociale.

Il costume

Il costume del teatro tragico greco consisteva in una lunga tunica, dalle spalle imbottite e dalle maniche allungate, in un alto cappello, in scarpe altissime, il tutto completato con una maschera dall’espressione fissa e dalla bocca aperta. L’attore appariva imponente, la maschera funzionava come un megafono e faceva arrivare la sua voce fino agli ultimi posti dell’enorme spazio teatrale.

Nella Commedia, invece, indossano tuniche corte e calzamaglie aderenti, mentre le maschere distinguono un personaggio dall’altro.

Durante il Rinascimento sulle scene del Teatro di corte l’unica preoccupazione è quella dello sfarzo, della ricchezza dell’abbigliamento. La maschera, disegnata spesso da famosi artisti, è un elemento di preziosità. E, nei secoli successivi, 1600-1700, il costume si arricchisce divenendo una meraviglia di scena.

Nel 1880 dalla scena sparisce la maschera e il costume diviene sempre più databile in modo preciso e verosimile. La funzione primaria del costume diventa quella di rappresentare psicologicamente il personaggio.

Abbiamo un immenso tesoro di opere che pur essendo nate per la scena, abbiamo la possibilità di leggere. Leggendo un’opera teatrale notiamo che è costituita da personaggi che comunicano attraverso dialoghi o monologhi. Nei copioni teatrali ci sono anche delle didascalie: brevi frasi che spiegano le azioni e danno indicazioni di come porsi in scena.

Un testo teatrale è un testo letterario che comprende parti scritte per essere recitate e le indicazioni su come recitare. Il copione è un testo non pubblicato ma su un fascicolo usato dagli attori per imparare la parte da recitare.


Consegna:

Leggo e comprendo il testo.

I miei compagni mi valuteranno assegnandomi 3 punti per ogni punto della check list svolto in modo corretto.


Attività. 12

Laboratorio: INVENTASTORIE

"LA FIABA"

Le fiabe sono narrazioni di origine popolare frutto della fantasia che si sono tramandate oralmente. Hanno origini molto antiche e narrano vicende che prendono spunto da paure, credenze popolari  ecc.

Le prime fiabe scritte si sono trovate in India  e risalgono al I- II secolo d.C. In occidente la prima fiaba che è giunta fino a noi fu Amore e Psiche di Lucio Apuelio, scrittore latino del II secolo d.C.

Le fiabe ancora oggi costituiscono un immenso patrimonio di storie affascinanti, da ascoltare e da leggere a tutte le età, infatti, essa non è nata come genere destinato ad un pubblico infantile.

Esse narrano vicende in spazi e tempi indeterminati, offrono un’occasione di divertimento per tutti; compaiono essere soprannaturali dotati di poteri magici, animali parlanti e personaggi umani. I personaggi sono indicati in modo generico.

Si usa un linguaggio semplice legato al racconto orale; sono frequenti le ripetizioni, formule di apertura e chiusura ed anche filastrocche; sono anche molto usati i dialoghi.

Le fiabe raccontano soprattutto le storie della povera gente e si conclude sempre con un lieto fine, i buoni premiati e i cattivi puniti.

La fiaba si apre con una situazione iniziale in cui viene presentato brevemente il protagonista, cioè l’eroe. Emerge poi una complicazione, cioè un problema da risolvere. Poi c’è lo svolgimento cioè la parte avventurosa, diversa in ogni fiaba in cui l’eroe supera le prove con difficoltà. Si giunge poi al finale, solitamente lieto.

Le fiabe sono tante, con trame diverse. Lo studioso Vladimir Propp, mettendo a confronto i personaggi di moltissime fiabe, ha potuto constatare che la storia verte intorno a sette ruoli principali:

Inoltre Propp ha individuato 31 funzioni dei personaggi che possono essere applicate a qualsiasi tipo di racconto:


Consegna:

Realizzo una mia FIABA

I miei compagni mi valuteranno assegnandomi 2 punti per ogni punto della check list eseguito correttamente.


Attività. 13

Laboratorio: INVENTASTORIE

I RACCONTI HORROR

Il racconto horror ha origine dal romanzo gotico in Inghilterra alla fine del Settecento (detto anche romanzo nero o noir).

Il gotico , infatti, prediligeva fantasmi, castelli, mostri ecc., il tutto in un’ambientazione cupa e inquietante.

Questo genere si afferma soprattutto durante il periodo della rivoluzione industriale quando cominciano una serie di tensioni sociali e si viene a creare un clima di tensioni e incertezze.

Nei racconti dell’orrore generalmente le vicende sono ambientate in periodo medievale, in castelli lugubri e in rovina, quasi sempre di notte o con una fitta nebbia. In questa atmosfera tenebrosa appaiono fantasmi o esseri mostruosi, si sentono rumori strani ecc.

I personaggi sono il protagonista che è ovviamente l’eroe, l’eroina che deve essere salvata e l’antieroe che è qualcuno di tenebroso e demoniaco.

La trama è ricca di colpi di scena, imprevisti e capovolgimenti di situazioni che tengono il lettore con il fiato sospeso sino alla fine: solo allora si riuscirà a riannodare tutti i fili sparsi della storia.

L’autore che iniziò a comporre questo tipo di genere fu Horace Walpole, col romanzo il castello di Otranto. L’autrice che fece affermare questo genere fu Mary Shelley che scrisse Frankenstein.

Oggi questo genere continua a mantenere inalterato il proprio fascino grazie a Stephen King, le cui opere sono state trasposte in film di successo.


Scrivo un racconto HORROR per spaventare i miei compagni alla festa di Halloween.

Mi autovaluto seguendo la check list, mi darò tre punti per pgni punto svolto correttamente.


Attività. 14

IL TEMA dalla A alla Z

https://youtu.be/j6LEzjhDQNY 

youtu.be/q-KyYIR40_8 

https://youtu.be/ljXu7EO9QZs 

a-Caro diario, a chi devo dare ascolto? Uno mi dice... l'altro mi dice...

b-Caro diario, ci sono dei momenti in cui bisogna ragionare con la propria testa e schierarsi con certe persone o altre...

c-Descrivi la tua famiglia e la tua casa. Racconta qualche episodio di vita familiare e commenta il tuo rapporto con le persone che vivono con te.

d-Malessere e benessere. Attribuisci un significato ai due termini ed esponi le cause che secondo te determinano questi due stati d'animo. Riferisci delle esperienze personali.

e-Se fossi un genio inventerei...

f-A Natale tutti si scambiano doni: immagina questa festa senza regali. Per te sarebbe migliore o peggiore?

g-I ricordi più belli della mia vita.

h-Come dovrei comportarmi a scuola prima dell'inizio delle lezioni, durante le ore di lezione e negli intervalli? Ammetto sinceramente come mi comporto in realtà.

i- Scrivi una lettera ai tuoi genitori raccontando loro le esperienze, le emozioni, i momenti belli, brutti, di crescita, e il tuo cambiamento in questi primi mesi nella tua nuova scuola.

l- Chissà perchè ci sono delle cose che uno fa con impegno, mettendoci intelligenza, volontà e fatica e altre che proprio non ha voglia di fare. A me capita, ad esempio...

m- "Sono ore che sei chiuso nella tua stanza, che cosa stai facendo?". E' mia madre che mi chiama e non sa come sto bene, chiuso qui dentro da solo.

n- E' lunedì mattina: alle spalle un paio di giornate in famiglia, davanti i giorni della scuola. Che cosa provi? Quali situazioni positive e negative ti si propspettano? Scrivilo in una pagina di diario.

o- La produzione cinematografica più bella che ho visto. Narra la trama, commenta la regia, la recitazione e la fotografia. Esprimi una tua opinione sul contenuto.

p- Il gruppo musicale ... si impone in questi giorni all'attenzione mondiale. Come giustifichi un simile successo? Che cosa attira così tanto l'attenzione dei giovani? Esprimi la tua opinione in proposito.

q-Immagina di avere a disposizione una macchina del tempo che di colpo ti proietta nel futuro e tu ti ritrovi già adulto. Prova a descrivere te stesso e la tua vita come vorresti che fosse. Il testo deve contenere indicazioni relative a:età, aspetto fisico, carattere, atteggiamenti, famiglia, professione, amici, interessi ed altro.

r- Scrivi un articolo di cronaca relativo ad un avvenimento recente.

s- Scrivi la tua autobiografia.

t-Scrivi un racconto giallo. Ricorda che è sempre meglio escogitare prima il finale. Non dimenticare gli elementi essenziali: vittima, colpèevole, movente, arma, indizi.

u-Immagina un mondo nel quale tutto corrisponda ai tuoi desideri. Descrivi l'ambiente, la vita quotidiana, la casa, la scuola, la famiglia e gli amici ideali e spiega perchè vorresti che fossero così.

v-E' giusto che i grandi calciatori vengano pagati milioni? Esponi le argomentazioni a favore e quelle contrarie e quind esprimi una tua opinione.

z- Scrivi al Sindaco della tua città per lamentarti del fatto che nel paese in cui abiti manchino strutture sportive adeguate.


2 punti, ho realizzato una mappa concettuale chiara ed ordinata che mi ha sostenuto durante lo svolgimento del mio tema.

2 punti, ho eseguito il mio lvoro impaginando in modo chiaro e pulito.

3 punti, ho consegnato il lavoro dopo attenta rilettura e si presenta privo di errori di ortografia e punteggiatura.

3 punti, i contenuti del mio tema rispettano la traccia.


Attività. 15

GIORNALISTA PER UN GIORNO

Chi è e di cosa si occupa il Giornalista?

Il Giornalista è colui che scrive articoli, reportage, commenti o recensioni per quotidiani e riviste (cartacei e on-line), o chi elabora servizi, interviste e approfondimenti per emittenti televisive o radiofoniche, o ancora chi modera incontri per queste stesse emittenti.

Generalmente, i Giornalisti sono specializzati in un determinato settore, come per esempio:

Il Giornalista può appartenere alla redazione di uno o più giornali e riviste (o di programmi televisivi e radiofonici), e dunque esserne dipendente, oppure può lavorare come freelance, presentando di volta in volta il proprio lavoro a chi ne è interessato.

Esistono due specifici profili di Giornalista:

Entrambi i profili sono regolamentati dalla legge 69 del 3 febbraio 1963.


COME SCRIVERE UN ARTICOLO DI GIORNALE.

Come si scrive un articolo di giornale? Per iniziare a scrivere e impostare un articolo di giornale è necessario conoscere alcune regole. Prima di tutto dobbiamo aver sempre presente il pubblico a cui ci stiamo rivolgendo, i nostri lettori. Per ogni pubblico è necessario adottare un registro ad hoc. Per esempio: se il nostro articolo di giornale sarà pubblicato su un quotidiano, dovrà essere scritto con un linguaggio semplice e chiaro, adatto a tutti i lettori del quotidiano. Se, invece, l'articolo verrà pubblicato su una rivista scientifica, si dovrà usare un linguaggio più specialistico.

 


Consegna:


I miei compagni mi valutano

da 1 a  5 punti per il mio articolo

da 1 a 5  punti per la mia esposizione orale


Attività. 16

LA POESIA

STORIA DELLA POESIA

Francesco Petrarca un giorno scrisse: «Tra tutte le forme d’arte quella che assicura una più lunga sopravvivenza è la poesia, l’unica capace di innalzare monumenti più duraturi del bronzo». La poesia è una delle più antiche forme d’arte. Usata e abusata, spesso, per conquistare giovani fanciulle o per tradurre in versi uno struggente amore non corrisposto. Osteggiata talvolta dagli studenti per l’immancabile compito di doverla memorizzare a tutti i costi, e dunque per questo quasi mai realmente compresa. Ma sempre presente nella vita di tutti noi, nel bene o nel male. Qui offriamo una lista con le dieci tappe più importanti per comprendere a fondo la sua importanza e la sua storia, da Omero ai nostri giorni.

1) Omero

Quando si cerca di ripercorrere la storia della letteratura, dalle sue origini a oggi, non si può non cominciare con lui: «il valente cantore, il più soave tra tutti…». Non si sa se sia realmente esistito, ma le sue opere più celebri, l’Iliade e l’Odissea, costituiscono due capisaldi della poesia greca. Raccontano l’epopea di Achille e Ulisse, scritta e narrata in esametri che da lì in poi diventeranno il genere di verso tradizionale di tutta la poesia greca e latina.

 

2) Catullo

Il più noto tra i “poeti nuovi” latini (neoteroi) si teneva lontanissimo dalla vita politica della Tarda Repubblica romana, e della sua poesia voleva invece farne un ludus per amici. Opere leggere, brevi e con tematiche semplici e quotidiane, e che per questo rompevano con la tradizione omerica, divenuta a suo parere ormai stancante. I suoi versi «Da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein seconda centum…» ispireranno anche Adriano Celentano ed Elvis Presley, che le ricanteranno in 24mila baci e A Little less conversation (a little more action please). Da non dimenticare, poi, la fine poetessa greca Saffo, nata nell’isola di Lesbo. Tematica principale della sua poetica era l’amore non corrisposto. Pare che per lo stesso motivo si sia suicidata lanciandosi da una rupe. Gli aggettivi di uso comune, come “lesbica” o “saffico” derivano da lei.

 

3) Virgilio e Ovidio, i cantori dell’Età augustea

Dopo un’era di numerose vendette politiche, interminabili e sanguinose guerre civili, l’imperatore Augusto pacifica Roma, e per questo promette protezione e sostegno ai letterati del suo tempo. Politica e cultura cominciano così a dialogare e da questo sodalizio nasceranno grandi autori e grandi opere, veri e propri classici della cultura romana, come le Bucoliche di Virgilio. Questo diffuso mecenatismo (da Mecenate, appunto), però, lascerà spazio anche ad un altro tipo di poesia, quella elegiaca — di cui il più famoso cantore è Ovidio (Amores e Ars amatoria) — che si distanzierà dalla politica, mettendo al centro di tutto, invece, l’ozio e l’amore.

 

4) San Francesco d’Assisi e Cielo d’Alcamo, nascita della poesia volgare

Rappresentano le origini della letteratura italiana e trovano nella poesia il miglior modo di esprimersi. Dal latino si passa al volgare. Temi cristiani per San Francesco d’Assisi e il suo Cantico delle creature, poiché nel creato è riflessa l’immagine del Creatore: da ciò deriva il senso di fratellanza («lo frate sole, la sora luna») fra l’uomo e tutto il creato. La poesia lascia poi per un attimo i luoghi religiosi e giunge nelle corti, dove viene spettacolarizzata da giullari e buffoni, che la cantano e la recitano per far divertire i commensali. Sarà Cielo d’Alcamo a portare la poesia giullaresca ai massimi vertici con Rosa fresca aulentissima.

 

5) Dante, Boccaccio e Petrarca

Le “tre corone” della letteratura italiana, spesso incubo di milioni di studenti, tracciano un solco tra ciò che si è scritto prima e ciò che si scriverà dopo. Dante è universalmente conosciuto per la Divina Commedia, ma prima scrisse anche le Rime dove la donna (già prima di Beatrice) diventa la figura principale, pura e angelica, con l’uomo/cavaliere pronto a superare qualsiasi prova per lei. Anche per Boccaccio, oltre alle novelle custodite nel Decameron, la passione dominante fu la poesia. Non fu da meno Petrarca, il precursore dell’Umanesimo, che nel Canzoniere cantò in versi il suo amore per Laura.

 

6) La poesia rinascimentale di Tasso e Ariosto

In un’epoca contraddistinta dal rifiorire degli studi umanistici e dal rinnovamento culturale e scientifico, Tasso e Ariosto inaugurano e concludono la poetica rinascimentale. Ariosto ne l’Orlando Furioso vuole distinguersi dalla letteratura epica e dunque alterna i toni tipici dell’epica con quelli satirici e grotteschi. Tasso, invece, ne La Gerusalemme Liberata, quando narra l’episodio di Tancredi e Clorinda, contrappone il cristianesimo con l’islamismo. Il verso «diè vita con l’acqua ciò che uccise col ferro» è l’anticipazione poetica del secolo che verrà: il Seicento.

 

7) Giacomo Leopardi

Dedicatosi per oltre sette anni allo «studio matto e disperatissimo» nella ricca biblioteca paterna, dopo una profonda crisi spirituale si converte artisticamente alla poesia. La sua fonte d’ispirazione sono i classici, poiché convinto che le epoche passate siano migliori di quelle presenti. Nasce dunque in lui quel «pessimismo cosmico»: l’uomo è destinato a soffrire per tutta la durata della sua esistenza. Un dolore, appunto, Infinito e dunque: «il naufragar m’è dolce in questo mare».

 

8) I poeti maledetti

«Assoluti per l’immaginazione, assoluti nell’espressione, ma maledetti!» Di questa particolare classe di poeti dell’Ottocento, ne fanno parte i francesi Arthur Rimbaud, Stéphane Mallarmé, Paul Verlaine e in parte anche Charles Baudelaire. La figura dell’artista maledetto che sfida le convenzioni della società borghese dandosi ad uno stile di vita caratterizzato talvolta dall’abuso di alcool e droghe, caratterizzerà l’intero Ottocento letterario. In un secolo letterario così denso, non poteva certo mancare una figura femminile. Emily Dickinson, la poetessa americana sempre di bianco vestita, con un linguaggio semplice e diretto, ridusse in versi la drammatica Guerra di Secessione. E l’America, attraverso le sue poesie, scoprì «la superba sorpresa della verità».

 

9) William Butler Yeats

Dublinese e fervente nazionalista irlandese. La sua storia artistica è dunque legata a quella del suo Paese. In An irish airman foresses his death l’eroe sceglie la sua morte non per dovere, essendo la guerra priva di significato alcuno, ma per una sorta di rivincita dell’uomo che trionfa sulla morte stessa.

 

10) Ungaretti e Montale, il Novecento italiano

«M’illumino d’immenso» è il celebre (e brevissimo) verso della poesia Mattina scritta da Ungaretti durante la Prima Guerra mondiale mentre faceva il soldato sul Carso. Il titolo rievoca il momento della giornata nel quale il poeta-fante viene abbracciato da una sensazione di calore dimenticando gli orrori del conflitto. Eugenio Montale, Premio Nobel nel 1975, è forse il maggior interprete poetico dei valori umani. Una visione poetica, la sua, priva di illusioni e impossibilitata nel dare una risposta all’esistenza, come verseggia nella celebre Ossi di seppia. Nel secolo delle ideologie politiche la poesia può diventare anche un manifesto. Lo sapevano bene il cileno Pablo Neruda, il “comunista romantico” Azim Hikmet e il greco Kafavis. Immergetevi nella poesia politica del Novecento attraverso queste raccolte: Canto general; Comunista! Voglio dirti due parole; Cesarione.


Realizzo una linea del tempo raffigurante "LA STORIA DELLA POESIA" e l'allego al mio quaderno digitale.

Preparo un'esposizione orale.

L'esposizione dovrà rispettare i seguenti punti:


I miei compagni mi valutano assegnando 2 punti ad ogni punto della lista realizzato in modo mappropriato.

Attività. 16-1

STRUTTURA DELLA POESIA

Guardo il video proposto dal tutor:

https://youtu.be/aUbx3xQ7XxE 

1.Realizzo con popplet una mappa concettuale da allegare al mio quaderno digitale.

2."Ricetta per fare una poesia”

Prendete una

parola, prendetene due

fatele cuocere come se fosse uova scaldatele a fuoco lento

versate la salsa enigmatica spolverate con qualche stella mettete pepe e fatela andare a vela.

RAYMOND QUENEAU


Il poeta francese Queneau – si legge Cheno - ci suggerisce una ricetta per fare una poesia. Noi sappiamo che per fare una pietanza ci sono decine di ricette diverse e questo vale anche per la poesia. Ma quelle migliori le imitiamo, perciò seguiamo il modello del poeta e proviamo a riscrivere il testo, usando parole e immagini personali. 

Certo, Queneau usa nella sua ricetta ingredienti stravaganti e fantasiosi, ma anche noi possiamo ottenere qualcosa di gustoso.

Usiamo lo stesso schema che ci viene proposto:

Prendete una

........................, prendetene due

............................ Come se fossero ......................

.............................in forno ....................................

Versate ...............................................................

spolverate ........................................................... aggiungete........................................................... ...........................................................................


Esempio:

Prendete una

storia, prendetene due

mescolate come se fossero uova e farina

mettetele in forno a rosolare

versate sciroppo di sogni

spolverate con la fantasia

aggiungete la terra e il cielo

e servitela a chi vuole ascoltare.

3.Rime diverse – assonanze – consonanze - allitterazioni 

Parte prima - La rima -

Senza dubbio la rima è il procedimento più usato dai componimenti giocosi: filastrocche, ninne, nanne, conte, limerick, non-sense. E’ una tecnica che tu sicuramente già conosci. Consiste nella perfetta uguaglianza di suono finale tra due o più parole a partire dalla vocale accentata.

Essa lega, attraverso fili sonori, parole che dal punto di vista del significato possono essere lontane.

Per cominciare ti proponiamo alcune strofe tratte da poesie costruite con rime di diverso tipo, le più facili, delle quali imparerai il nome. Abbiamo però eliminato da esse alcune parole che concludono il verso. Ricostruisci ciascuna poesia inserendo le parole mancanti, che dovrai scegliere tra quelle elencate sotto:


“ L’amorosa spina “ di Umberto Saba

Guarda là quella vezzosa

guarda là quella...................... .......................

Si restringe nelle spalle

tiene il viso nello..................... O qual mai castigo ha avuto? Nulla. Un bacio ha ...................


“ La mia sera ” di Giovanni Pascoli

Il giorno fu pieno di lampi

ma ora verranno le stelle

le tacite stelle. Nei ............

c’è un breve gre gre di...................

Le tremule foglie dei pioppi

trascorre una gioia leggiera

Nel giorno che lampi

che ...............

che pace la............!

ricevuto - campi - smorfiosa - sera - scoppi - scialle - 

4.Nei testi poetici la rima viene indicata con le lettere dell’alfabeto. Le rime uguali sono contrassegnate dalla stessa lettera.

RIMA BACIATA

Sulla neve caduta, rosa e gelata.

di sera l’ombra è lunga, scavata.

Sotto i cespugli quattro pettirossi.

Saltellano sulla sponda dei fossi. b


RIMA ALTERNATA

E s’aprono i fiori notturni.

nell’ora che penso a’ miei cari. b

 Sono apparse in mezzo ai viburni. a

 le farfalle crepuscolari. b


RIMA INCROCIATA

Deserto il camino, il più vasto.

camino del vasto maniero.

dove bruciava un intero.

tronco: più nulla è rimasto. a


Proviamo ora a produrre brevi testi in versi con rime di vario tipo. Il primo testo dovrà essere in rima baciata, il secondo in rima alternata, il terzo infine, in rima incrociata. Per facilitare il tuo lavoro, per ciascun componimento ti proponiamo il verso iniziale e lo schema delle rime:

( rima baciata )

La mia finestra si apre sul mondo a 

lo guardo con occhio ............ a 

Passano nuvole nel cielo ........... b

ascolto il vento: è solo un sussurro. b

( rima alternata )

Io sono il pettirosso

dal cuore color vermiglio,

vorrei avere, se .........

qualche chicco di .....................b

( rima incrociata )

Oggi un nuovo amico ho incontrato

...............................................

già lo sento come un mio fratello b

 ............................................... a

( rima baciata )

Sopra un ramo seccato a

 un corvo si è ..................... a 

è una macchia d’inchiostro ......... .

lo chiamo vola via .......................b

( rima alternata )

Sui campi e sulle strade

fitta la ..............................

Scende per tutto il .............

copre ogni cosa ..................b

( rima incrociata )

Il sole tramonta stanco,

sbadiglia, va a .........................

Con un brivido puoi sentire b

 il gelo che arriva, ......................a

5.Scrivere una poesia rispettando la scansione in versi e rime:

I versi della seguente poesia sono scritti di seguito. Riscrivi correttamente la poesia suddividendola negli undici versi in cui è composta e rispettando le rime alternate ( a bab):

T’ho veduta al dondolo, Elisa, andare su, di volo; in un lieve impeto di risa volare, e poi scendere al suolo; volare, e poi scendere giù: sì, ma per riprendere il volo, ma per risalire più su! E’ questa la sorte di noi, di noi poveri uomini! Noi ci leviamo come fai tu...ma per scendere anche più giù.

T’ho veduta al dondolo, Elisa, 

andare, andare su, di volo;

in un lieve empito di risa

volare, e poi scendere al suolo; 

............................................ 

............................................

 ............................................

 .............................................

Ora svolgi lo stesso esercizio con il testo seguente, per quale, però, non ti diamo suggerimenti:

Di nubi grigie a un tratto il ciel fu sporco; e il tuono brontolò con voce d’orco. Si cacciò avanti, lungo lo stradone, carta, foglie ed uccelli il polverone. Si udirono richiami disperati, tonfi d’imposte e d’usci sbatacchiati. Si vider donne lottare in un prato con gli angeli impauriti del bucato. Poi seminò la pioggia a piene mani tetti e vie di danzanti tulipani; tagliò il paesaggio, illividì ogni cosa in un polverio d’acqua luminosa.

............................................................. 

.............................................................. 

............................................................... 

............................................................... 

...............................................................

................................................................ 

................................................................. 

................................................................. 

..................................................................

 ..................................................................

 ...................................................................

 ...................................................................

6.Cambi in rima:

Il gioco è un po’ più complicato, ma divertente:

1 - Dovete innanzitutto inventare dei “cambi”, cioè delle parole ottenute con un cambio di lettera della parola precedente: esempio:

moro / toro / topo / tipo / tino / vino...

2- La prima parola che avete trovato deve stare alla fine del primo verso della vostra filastrocca

3- Aggiungete ora altri versi, che abbiano lo stesso numero di sillabe del primo e che finiscano con una parola derivata dall’ultima del verso precedente per cambio di lettera:

C’era una volta un moro

che cantava in coro 

cavalcando un grosso toro

con al naso un anello d’oro. 

Un bel giorno venne un topo 

che gli disse “sei un bel tipo !” 

Lo chiuse in uno stipo

poi lo mise dentro un tino

e gli fece bere il vino.


Check list:


Ci valutiamo a vicenda tra compagni!


Attività.17

CECCO ANGIOLIERI

Cecco Angiolieri è uno scrittore e poeta toscano – per l’esattezza senese – contemporaneo di Dante, e per questo conosciuto soprattutto per quei caratteri che lo contraddistinguono dal poeta della Divina Commedia. Cecco Angiolieri è infatti un poeta appartenente a quello che viene definito il filone comico-realistico (detto anche “poesia giocosa”) della poesia toscana delle origini, un movimento poetico che si contrappone a quello stilnovista di cui Dante è esponente. 


Entriamo innanzitutto nella biogriafiadell'autore. 

Cecco Angiolieri nasce nel 1260, a Siena, in una famiglia più che benestante, agganciata agli ambienti illustri e politicamente determinanti del tempo: suo padre è il banchiere di papa Gregorio IX, è guelfo, cavaliere e priore della città senese. 

Della sua infanzia sappiamo poco, ma probabilmente passò quegli anni a Siena e cominciò poi, in gioventù, a combattere nell’esercito guelfo nelle numerose battaglie contro i ghibellini, senza mai distinguersi, però, come soldato e anzi procurandosi diverse multe e accuse come disertore

Importante è, in questo periodo, la battaglia di Campaldino, uno scontro decisivo per le sorti della Toscana che ebbe luogo nel 1289. È uno degli scontri campali determinanti nelle guerre che dei guelfi contro ghibellini che si scontravano soprattutto per il controllo di Firenze e dei suoi possedimenti, e in seguito alla quale cominciò l’inarrestabile avanzata guelfa sul territorio. 


L'amicizia con Dante

In questa battaglia Cecco Angiolieri partecipò attivamente e, come racconta in uno dei suoi componimenti, è qui che incontrò anche Dante Alighieri, combattente insieme a Cecco per l’esercito guelfo. 

Con Dante, Cecco intrattiene in seguito un rapportointeressante e comune per i letterati del tempo: i due si scambiano poesie, spesso in forma di tenzoni, un tipo particolare di componimento attraverso il quale due poeti portano avanti quasi uno scambio epistolare in versi e ingiurioso. Per cause che non conosciamo dopo pochi anni l’amicizia con Dante si rompe.  


L'allontanamento da Siena e gli ultimi anni

Nel 1289, Cecco Angiolieri è costretto ad allontanarsi da Siena, perché messo al bando e negli anni successivi, di cui si sa pochissimo, il poeta si trova spesso a soggiornare fra Romae Verona. Le pochissime notizie che possediamo di questi anni vengono dalle sue poesie e da fonti indirette: Cecco Angiolieri ebbe sicuramente cinque figli, a Roma lavorò sotto la protezione del cardinale Petroni, e nel 1312 poté tornare a Siena. Non sappiamo altro. È a Siena, dopo essere rimpatriato, che Cecco Angiolieri muore fra il 1312 e il 1313. 

Nonostante la grande ricchezza in cui versava la sua famiglia, pare che al tempo della sua morte Cecco Angiolieri fosse ricoperto di debiti, tanto che i suoi figli non vollero accettare la sua eredità: avrebbe comportato il pagamento di grandi tasse.   


Il problema filologico legato alle Rime dell'Angiolieri

Il periodo in cui Cecco Angiolieri compone di più è quello delle battaglie contro i ghibellini e quindi degli anni che precedono l’esilio da Siena. Purtroppo è molto difficile seguire la produzione di Cecco. Molti componimenti sono andati perduti, altri gli sono stati attribuiti per errore negli anni Settanta dell’Ottocento da Alessandro D’Ancona, e fino agli anni Cinquanta del Novecento nessuno aveva ancora notato il problema. Sono stati Mauro Marti e Maurizio Vitale a cercare di sistemare un’edizione dei componimenti di Cecco Angiolieri, definiti generalmente “Rime”, organizzando i componimenti in base alle esperienze della vita del poeta e al presunto succedersi cronologico delle opere. I testi non sono datati e molti neppure sono firmati: ecco il motivo per cui è tanto difficile organizzarli.

Tralasciando questo problema di natura filologica, comunque fondamentale per comprendere l’evoluzione del pensiero di Cecco, passiamo a spiegare su cosa si concentra la poesia dell’Angiolieri e quali sono i suoi principali caratteri. 


Le caratteristiche della poesia comico-realistica

Il nome di Cecco Angiolieri, insieme a quello di Rustico Filippi, compare in ogni capitolo di storia della Letteratura Italiana insieme alla locuzione di poesia comico-realistica o comico-giocosa. Sono infatti questi due poeti i massimi rappresentanti di questo filone che alla fine del Duecento si contrappone nettamente alla poesia e alla filosofia dello Stilnovo

La poesia comico-realistica è un tipo di poesia che reagisce allo stile aulico e ricercato dello stilnovismo attraverso un linguaggio comune e quotidiano, spesso anche volgare e rozzo. Cecco Angiolieri sviluppa un tipo di poetica che aderisce alla vita di tutti i giorni nei suoi aspetti più bassi e aspri. Parla di donne, anche in modo erotico o in modo canzonatorio, attaccando in particolare le vecchie brutte e sfiorite senza preoccuparsi di utilizzare toni offensivi e crudi. Parla del bere, della taverna e dei piaceri del vino e dei vizi di gola. Si concentra molto sul gioco d’azzardo e quindi sugli ambienti anche malavitosi del suo tempo. Se ricordiamo le tematiche dello Stilnovo vediamo come tutto questo si opponga drasticamente a quel tipo di poesia, ritenuta da Cecco Angiolieri eccessivamente ricercata, filosofica e utopistica e sicuramente incapace di trasmettere le variopinte sfaccettatura della società toscana e della vita comune. 


Scheda dell'opera

Testo della poesia

1. S’i’ fosse foco, ardere’ il mondo;

2. s’i’ fosse vento, lo tempestarei;

3. s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;

4. s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo;

5. s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,

6. ché tutti cristïani embrigarei;

7. s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?

8. a tutti mozzarei lo capo a tondo.

9. S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;

10. s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:

11. similemente faria da mi’ madre,

12. S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui,

13. torrei le donne giovani e leggiadre:

14. le vecchie e laide lasserei altrui.


Parafrasi affiancata

1. Se io fossi fuoco, brucerei il mondo;

2. se fossi vento, gli manderei una tempesta;

3. se fossi acqua, lo annegherei;

4. se fossi Dio, lo farei sprofondare;

5. se fossi il papa, allora sarei felice,

6. perché metterei nei guai tutti i cristiani;

7. se fossi l’imperatore, lo farei senz’altro:

8. taglierei la testa a tutti quelli che mi stanno intorno.

9. Se fossi la morte, andrei da mio padre;

10. se fossi la vita, non starei insieme a lui:

11. lo stesso farei con mia madre.

12. Se fossi Cecco, come in effetti sono e sono sempre stato,

13. prenderei le donne giovani e belle

14. e lascerei agli altri le vecchie e brutte.


Parafrasi discorsiva

Se io fossi fuoco, brucerei il mondo; se fossi vento, gli manderei una tempesta; se fossi acqua, lo annegherei; se fossi Dio, lo farei sprofondare; se fossi il papa, allora sarei felice, perché metterei nei guai tutti i cristiani; se fossi l’imperatore, lo farei senz’altro: taglierei la testa a tutti quelli che mi stanno intorno. Se fossi la morte, andrei da mio padre; se fossi la vita, non starei insieme a lui: lo stesso farei con mia madre. Se fossi Cecco, come in effetti sono e sono sempre stato, prenderei le donne giovani e belle e lascerei agli altri le vecchie e brutte.

Figure Retoriche

-Anafore  “s’i’ fosse…” (vv. 1-5, 7, 9, 10, 12);

-Parallelismo “s’i’ fosse” + condizionale (vv. 1-5, 7, 9, 10);

-Iperbole  le due quartine e la prima terzina sono tutte fondate su continue iperboli;

-Antitesi “morte” vs “vita” (vv. 9-10); “giovani e leggiadre” (v. 13) vs “vecchie e laide” (v. 13);

-Anticlimax (o climax discendente) “fuoco – acqua – vento – Dio” (vv. 1-4); “papa – ‘’mperator” (vv. 5 e 7); “padre – madre” (vv. 9 e 11); “Cecco” (v. 12).

-Chiasmi  “torrei le donne giovani e leggiadre:/ le vecchie e laide lasserei altrui (vv. 13-14).

Commento

Il genere letterario cui appartiene il sonetto S’i’ fosse foco è quello della cosiddetta “poesia comico-parodica”, che discende dalla tradizione goliardica medievale e si pone in contrasto con la linea poetica dominante, impiegando uno stile basso per trattare argomenti quotidiani: l’intento è rovesciare sistematicamente le convenzioni per creare comicità e parodiare abilmente i generi elevati.

In particolare, la corrente realistica a cui fa capo Cecco Angiolieri tende a porsi in uno spirito di contrapposizione nei confronti del dolce stilnovo, rovesciando i tòpoi propri della raffinatissima corrente a cui fanno capo – tra i più noti – Dante Alighieri, Guido Cavalcanti e Guido Guinizzelli.

Dunque, il tono dissacratorio e volutamente provocatorio del componimento S’i’ fosse foco non è da interpretare letteralmente, come uno sfogo estemporaneo contro Dio, il mondo e la propria famiglia, bensì va inteso come un raffinatissimo gioco letterario, sorretto da una forma stilistica estremamente elaborata: le ripetute anafore, oltre a facilitare la memorizzazione, creano, infatti, una studiata struttura simmetrica, che determina un tono ossessivo di continua ripetizione dello stesso tema della distruzione, presentato in forme totalmente iperboliche. Proprio le continue iperboli fanno intuire che nulla di quanto viene detto deve essere preso sul serio. Dal momento che il sonetto vuole essere una presa in giro e un rovesciamento parodico dei generi “seri” ed “ufficiali”, ovviamente Cecco Angiolieri presuppone che il lettore conosca questi ultimi, per poterne apprezzare la parodia. Ad esempio, la struttura del sonetto richiama in modo antifrastico quella del plazer di origine provenzale: mentre lì erano elencate una serie di cose piacevoli, qui, invece, i desideri elencati sono irrealistici e volutamente catastrofici.

Con una forte anticlimax, si parte dalla menzione dei quattro elementi da cui ha avuto tradizionalmente origine il cosmo (fuoco, acqua, vento, Dio), per passare alle due potenze che reggono il mondo medievale (papa e imperatore), fino ad arrivare alla famiglia del poeta (padre e madre), per concludere, poi, con la menzione del poeta stesso al verso 12 (s’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui..). Il tono parodico è inoltre palesato dall’evidente abbassamento del tono nell’ultima terzina, burlesca e divertita: mentre prima prevalgono gli eccessi e le immagini iperboliche, ora il poeta si presenta qual è veramente ed espone bonariamente la sua filosofia di vita, basata sul conseguimento immediato di un godimento tutto terreno: se non può essere né fuoco, né vento, né papa, né morte e vita, allora vorrebbe almeno prendere per sé le donne più affascinanti e lasciare agli altri quelle brutte e poco desiderabili.


Check list:

https://youtu.be/t9FUkXcDmYk 

dovrò immaginare di essere l'autore in un periodo a mia scelta della sua vita.

Seguendo le istruzioini del video realizzerò una pagina di diario da allegare al mio quaderno digitale.

Dovrò scegliere una poesia dell'autore e immaginare di averla scritta proprio nel giorno in cui prima di addormentarmi mi sono seduto alla mia scrivania e illuminato dalla luce di una candela, ho raccontato al mio diario la poesia prima che a chiunque altro, spiegando le emozioni che mi hanno spinto a scriverla, le immagini che vorrei trasmettere attraverso la mia poesia e citando dettagli del periodo storico e dell'ambiente culturale che sto vivendo, che mi hanno influenzato. 


Ci valutiamo a vicenda tra compagni

1.punto ai contenuti del testo informativo riguardo la vita dell'autore.

1.punto ai contenuti del testo informativo riguardo il lavoro dell'autore.

1. punto alla mia mappa concettuale

3.punti alla mia pagina di diario di cui 1.per la struttura 1.per i contenuti 1.per le emozioni che suscita la sua lettura

2.punti per il video in cui espongo i contenuti riguardo la vita e il lavoro dell'autore.

2.punti  per il video in cui leggo la mia pagina di diario.

Attività.18

UGO FOSCOLO

UGO FOSCOLO, VITA

Ugo Foscolo 

Nato nel 1778 a Zacinto, una piccola isola del Mar Ionio che era sotto il dominio di Venezia ma apparteneva al mondo greco, Ugo Foscolo muore solo, senza nessun affetto, in esilio in Inghilterra nel 1827. È ateo. Il padre forse era un aristocratico veneziano decaduto e diventato medico. La madre è Diamantina Spatis, greca. La nascita in un’isola greca, da madre greca, ha un grande significato nella vita del Foscolo. Quando ha 10 anni muore il padre e Foscolo è costretto a diventare responsabile della madre e dei fratelli (comincia a formarsi in lui il problema della figura del padre). Si trasferisce a Venezia con tutta la famiglia, dove inizia a studiare più che altro come autodidatta. Rimane colpito dalla letteratura e dalla filosofia classica, ma studia anche le tematiche approfondite dagli illuministi contemporanei. Desideroso di gloria e di successo, amante del lusso e dei piaceri, attratto e affascinato dall’aristocrazia, ha storie d’amore con bellissime nobildonne aristocratiche. Questi amori però sono causa di inquietudine interiore e di un vagabondaggio sfrenato in tante città d’Italia, Francia e Inghilterra.


La sua prima poesia viene scritta dopo la Rivoluzione Francese, quando prende il potere Napoleone. Foscolo continua a comporre capolavori soprattutto durante il dominio francese nel Nord Italia. Nei suoi testi domina l’autobiografismo che permette di capire facilmente il contesto storico in cui viene scritta la poesia. Foscolo è prevalentemente un poeta. Ma la poesia pur dando gloria non dava ciò di cui sfamarsi. Per questo motivo Foscolo diventa un militare dell’esercito di Napoleone Bonaparte. Lo stipendio che riceve non è comunque sufficiente a far fronte a tutti i vizi che si permette: conseguenza di tutto ciò è l’esuberante indebitamento in cui vive tutta la vita.

UGO FOSCOLO MORTE  Nel 1808 tenta di arricchire le sue entrate con lo stipendio di professore universitario a Pavia ma pochi mesi dopo la sua cattedra viene soppressa. Nel 1814 crolla l’Impero Napoleonico. Nel 1815 con il Congresso di Vienna le potenze che hanno sconfitto Napoleone si dividono l’Europa dando inizio all’Età della Restaurazione. In Italia tornano gli austriaci: Foscolo sceglie l’esilio prima in Svizzera e poi in Inghilterra. Gli Inglesi lo accolgono con simpatia ma illudendolo: per la sua natura non riusce mai ad integrarsi e viene abbandonato: muore poverissimo in uno squallido quartiere di Londra da solo con la figlia. 


Quando nel 1861 nasce l’Italia le sue ceneri vengono depositate a Firenze, nella chiesa di Santa Croce. In Inghilterra visita anche Manchester, nel Lankshire, e ne rimane inorridito a causa dell’inesistenza dell’aristocrazia, del dominio dei borghesi che avevano come unico obiettivo il massimo risultato economico sfruttando i lavoratori al massimo.



Foscolo e il canzoniere più breve della letteratura italiana: la tensione di voler dire

Il dolore dell’esilio, tema foscoliano per eccellenza, anima il ritmo inquieto di questo sonetto che Foscolo compose negli ultimi mesi del 1802 e nei primi del 1803. Proprio del 1803 è l’edizione definitiva delle sue poesie: è ilcanzoniere più breve della letteratura italiana, poiché conta appena dodici sonetti e due odi. Solo quattro di questi dodici sonetti, quelli cioè definiti “sepolcrali” (ossia «In morte del fratello Giovanni», «Alla sera», «A Zacinto», «Alla Musa»), raggiungono complessità tematica e piena maturità espressiva. Perché Foscolo – e l’Ortis ne era una dimostrazione – era spesso sopraffatto dalla tensione di voler dire e da una volontà espressiva talmente forte che rischiava di soffocare il suo canto. Forse il voler dire era superiore alla possibilità espressiva di cui il giovane Foscolo disponeva; e questo forse spiega l’esigua produzione lirica e i tanti progetti lasciati incompiuti dall’autore.   

 

Una personalità eroica, furiosa ed esuberante

A Foscolo spesso mancava il necessario raccoglimento dalla vita, eroica sì, e sempre in tempesta, al punto che meriterebbe un film hollywoodiano; di rado riusciva a portare a termine le sue furiose ispirazioni. 

Quando la vita lo sopraffaceva, il suo grido orgoglioso restava uno slancio: vinceva la fragilità esuberante di Ortis e non la composta malinconia di Lorenzo Alderani. Questo sonetto, inoltre, rivendica la necessità di una patria spirituale (oltre che fisica) perché Zante (Zacinto) era la sua terra natia e luogo della sua infanzia. 


I due modelli di Dante e Omero: quando la poesia diventa immortale

Vi è poi una sovrapposizione interessante e sottile tra i due modelli poetici di Foscolo: Omero e Dante. Foscolo, e lo si vede bene nell’Ortis, deluso storicamente da quella patria che non riusciva a formarsi, senza rinnegare la grandezza dantesca, guarda però ancora più indietro e glorifica al suo posto il padre della cultura occidentale, il leggendario poeta Omero, cui dedicherà il commosso finale del carme Dei sepolcri. Omero narra dell’eroe cercatore per eccellenza, il ramingo Ulisse, cui Foscolo si sente legato per il comune destino di sventura, e per la ricerca di pace.

Tuttavia questa pace, il sonetto rivela, sarà per Foscolo solo con la morte e sarà proprio il suo canto a sopravvivergli.     

Autore

Ugo Foscolo

Cosa

A Zacinto

Quando

1802 - 1803

Caratteristiche

Sonetto di quattordici versi, tutti endecasillabi, ripartiti in quattro strofe

Movimento letterario

Neoclassicismo

Lingua

Italiano

Frase celebre

«Tu non altro che il canto avrai del figlio, / o materna mia terra»


Testo

Né più mai toccherò le sacre sponde

Ove il mio corpo fanciulletto giacque,

Zacinto mia, che te specchi nell’onde

Del greco mar, da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde

Col suo primo sorriso, onde non tacque

Le tue limpide nubi e le tue fronde

L’inclito verso di colui che l’acque

Cantò fatali, ed il diverso esiglio

Per cui bello di fama e di sventura

Baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,

O materna mia terra; a noi prescrisse

Il fato illacrimata sepoltura.


Parafrasi

Non toccherò mai più le rive sacre

dove abitò il mio corpo di bambino,

Zacinto mia, che ti rifletti sulle onde 

del mare greco, da cui purissima nacqueVenere, e con il suo primo sorriso

rese quelle isole feconde, per cui glorificò 

le tue chiare nubi e i tuoi boschi 

l’opera gloriosa del poeta che cantò il fatalenaufragio, e l’esilio diverso, attraverso 

il quale, bello di fama e sventura, 

Ulisse infine baciò la pietrosa Itaca.Tu solo la poesia avrai del figlio, 

mia terra materna: per noi il fato

stabilì una sepoltura senza lacrime.


Analisi retorico-stilistica

Il testo ha un incipit estremamente forte con tre negazioni in climax: «Né più mai» (v. 1), che apre il primo dei due periodi che compongono il sonetto, entrambi aperti da una negazione. Il primo periodo, come detto, parte da «Né più mai» e termina al v. 11; il secondo parte dalla negazione, al v. 12, «Tu non altro» e termina con il sonetto stesso. Nel primo periodo dominano gli enjambements: «nacque / Venere» (vv. 4-5); «onde / del greco mar» (vv. 3-4); «tacque /le tue limpide nubi» (vv. 6-7); «l’acque / cantò» (vv. 8-9).       

Ci sono poi le anastrofi «vergine nacque / Venere» (vv. 4-5); «l’acque / cantò fatali» (vv. 8-9); «il canto avrai del figlio» (v. 12) Gli enjambements insieme alla catena di congiungimenti sintattici («ove», «che», «da cui», «e», «di colui che», «per cui») e alle anastrofi servono per creare un unico e tortuoso discorso lirico che si modelli sull’irrequietezza della passione soggettiva e che ricordi l’errare tortuoso di Ulisse e del poeta, oltre che le frastagliate coste della Grecia.       

Foscolo quindi, pur adottando uno schema classico, riesce a dissolvere la ritmica tradizionale dei sonetti che volevano la coincidenza di periodi sintattici e strofe. Un altro enjambement con diverso effetto è nella terzina finale (quindi nel secondo periodo): «prescrisse / il fato» (vv. 13-14), che dà risalto al secondo termine, il soggetto, tra l’altro posposto al verbo, che sottolinea in modo solenne l’ineluttabilità del destino («il fato»). A questo andamento ritmico si unisce un sapiente uso delle sonorità; molte sono le allitterazioni, alcune più dolci, «sacre sponde» (v. 1); «fea… feconde» (v. 5); «vergine… / Venere» (vv. 4-5) «o materna mia terra» (v. 13); «ed il diverso esiglio» (v. 11); altre più dure: «L’inclito verso di colui che l’acque / cantò fatali» (vv. 8-9).       

Alla propria patria Foscolo si rivolge usando due apostrofi, una per ogni periodo: «Zacinto mia» (v. 3); «o materna mia terra» (v. 13). Molto elegante è la perifrasi per indicare il poeta Omero, «colui che l’acque / cantò fatali» (vv. 8-9). Si può inoltre rilevare l’uso frequente della sineddoche: «sponde» per indicare le coste (v. 1); «limpide nubi», che è anche ossimoro, per indicare il clima altalenante della Grecia (v. 7); «fronde» per indicare i boschi (v. 7); «inclito verso» per indicare tutta l’opera di Omero (v. 8). È presente una litote: «non tacque» (v. 6), per affermare il contrario: ossia ‘celebrò’, ‘glorificò’.       


Ritratto di Foscolo da giovane 

Un sonetto intriso di temi classici

A Zacinto, sonetto x nell’edizione definitiva delle poesie foscoliane, è denso di temi classici e di sensualità espressiva. «Questo sì è un sonetto tutto senso, tutto colori, tutto cose viste coll’occhio – come le onde lucenti, le nubi limpide ed il verde delle frondi – e viste colla fantasia, che dà corpo al mito, come la pittoresca Venere, che si dislaga dalle onde, o quel peregrino Ulisse, che vedi genuflesso al suolo affiggere un bacio alle scabre rupi patrie!» (G. Manacorda, Studi foscoliani).   


La tematica dell'esilio

Tutto il sonetto è giocato sui temi più cari a Foscolo, il primo dei quali, lo si vede con disarmante chiarezza, è quello dell’esilio. Le tre negazioni in climax riprendono è come se riprendessero un ragionamento sotterraneo del poeta che prorompe nell’incipit lasciando dietro sé tutta la parte implicita: «Né continua la rassegna tacita delle avversità che affliggono il poeta» (Russo). Proprio in quegli anni aveva affrontato disavventure politiche, amorose, familiari. Sperimentava – giovane, bello e dannato, come il suo Ortis – la presenza del nichilismo nella sua vita, che trovava sulla base base filosofica che era il materialismo, dono forse indesiderato del “secolo dei lumi”. Perché la materia è corruttibile, si dissolve continuamente.  


La patria e il bisogno di appartenere ad una nazione

L’esilio segnava la perdita di un'altra delle illusioni foscoliane: la patria, il senso di appartenenza a una nazione, e quindi la difesa assoluta della sua identità poetica e spirituale. Zacinto è come la tomba di queste speranze «ove il mio corpo fanciulletto giacque», dice il poeta, utilizzando un verbo che ricorda in modo quasi esplicito la morte, perché gli infanti giacciono in una posizione orizzontale, di perpetuo riposo, essendo incapaci di reggersi in piedi. Tuttavia la terra genera e inghiotte in un ciclo senza fine, ed è probabile che Foscolo qui evochi un passo lucreziano: «il bimbo, simile al marinaio che i flutti furiosi hanno rigettato sulla riva, giace, tutto nudo, per terra (…) dall’ora in cui, gettandolo sulle rive bagnate dalla luce, la natura lo strappa con sforzo dall’utero materno (Lucrezio, De rerum natura, V, 222-225). La somiglianza è grande, anche per la presenza delle «rive bagnate dalla luce» che ricordano le «sacre sponde» del sonetto, e per la presenza della similitudine col marinaio che è un’apposizione di Ulisse, oltre che espressione vicina alle «acque fatali».  


Venere: emblema di bellezza, amore e grazia

Venere, all’inizio della seconda quartina, riveste una rilevanza tematica decisiva: ella è amore, bellezza, grazia, sorge dal mare e rende fertili col suo sorriso tutte le terre. Anche qui si scorge l’eco di Lucrezio, del suo proemio al De rerum natura, in cui la dea «genitrice degli Eneadi» altro non è che simbolo dell’istinto vitale che anima ogni essere vivente. In Zacinto, vagheggiata e cantata, sembrano concentrarsi tutte le illusioni di Foscolo, come si trattasse del riparo felice della sua adolescenza perduta e delle perdute speranze.  


Il paragone con Ulisse: simili ma con destini diversi

A che serve, dunque, questo vagare alla deriva? Come salvare il senso dell’esistenza? Il paragone con Ulisse sembra quasi un obbligo: entrambi sono raminghi, vagano di terra in terra, senza trovare pace, perdendo anzi quasi la speranza del giorno in cui torneranno; ma solo Ulisse torna, Foscolo invece intuisce che morirà in terra straniera, lontano dalla madrepatria che ha in comune con Ulisse. «E questi figli sono due; lui, il poeta, e Ulisse, simili nell’amore, vicini di patria, ma lontanissimi nel destino, come nel tempo. Palese è l’antitesi tra l’errante Ulisse, che pur bacia la sua petrosa Itaca, ed il poeta, che già presente quel ‘che poi fu’; che egli cioè non rivedrà più la sua selvosa isola natante nell’azzurro» (G. Manacorda, Studi Foscoliani).   


Zante come madre

Il «Tu» al v. 11 completa la panoramica lucente, di natura e mitologia, dell’isola: Foscolo, sempre in cerca di un sostegno materno (lui che, passi il lieve psicologismo, adorava la madre, avendo perso giovanissimo il padre Andrea), si dichiara figlio in senso fisico e spirituale, poeta che eredita la tradizione della poesia greca da Omero in poi. C’è tutto un sentire eroico, un gusto per la proiezione mitica (anche mitologica) della propria persona che è già elemento pienamente romantico con l’esaltazione del soggetto e della sua interiorità.  


La bellezza che si contrappone alla caducità della vita

La bellezza, più di ogni altra cosa, è la chiave di volta della poesia perché ci porta a dare un respiro di eternità a tutto ciò che è caduco. Il rischio di affondare, di naufragare nell’oblio è terribile per un ateo, materialista. È tutt’altro che liberatorio per chi crede che una patria occorra ancora costruirla, e non per sé stessi, ma per chi dovrà arrivare: Foscolosi ostina a parlare di morte e di tombe, di oblio e di Nulla, perché la vera lotta dell’uomo si gioca contro il cieco meccanismo del suo mortale destino; cerca, agendo spesso alla disperata, e con ostinata coerenza, di salvare l’intervento dell’uomo nella storia: cerca il significato, il signum, la sua firma nel mondo. La soluzione foscoliana è laica e luminosa, come il sorriso delle Grazie


Check list:

https://youtu.be/t9FUkXcDmYk 

dovrò immaginare di essere l'autore in un periodo a mia scelta della sua vita.

Seguendo le istruzioini del video realizzerò una pagina di diario da allegare al mio quaderno digitale.

Dovrò scegliere una poesia dell'autore e immaginare di averla scritta proprio nel giorno in cui prima di addormentarmi mi sono seduto alla mia scrivania e illuminato dalla luce di una candela, ho raccontato al mio diario la poesia prima che a chiunque altro, spiegando le emozioni che mi hanno spinto a scriverla, le immagini che vorrei trasmettere attraverso la mia poesia e citando dettagli del periodo storico e dell'ambiente culturale che sto vivendo, che mi hanno influenzato. 


Ci valutiamo a vicenda tra compagni

1.punto ai contenuti del testo informativo riguardo la vita dell'autore.

1.punto ai contenuti del testo informativo riguardo il lavoro dell'autore.

1. punto alla mia mappa concettuale

3.punti alla mia pagina di diario di cui 1.per la struttura 1.per i contenuti 1.per le emozioni che suscita la sua lettura

2.punti per il video in cui espongo i contenuti riguardo la vita e il lavoro dell'autore.

2.punti  per il video in cui leggo la mia pagina di diario.


Attività.19

LETTURA DI UN LIBRO A PIACERE

Scelgo un libro. 

Dopo averlo letto lo passo ad un mio amico e preparo per lui una check list di 5 punti.

Attività.20

IL RACCONTO GIALLO , POLIZIESCO

Guardo il seguente video

https://youtu.be/-02lxFn3Ado

https://youtu.be/dZOAp-


1 .Guardo i video, prendo appunti e realizzo una mappa concettuale da allegare al mio quaderno digitale che descriva i punti principali per realizzare un racconto giallo.

2. Realizzo una ricerca sul web sulla storia del racconto giallo escrivo una descrizione sul mio quaderno digitale.

3. Scrivo un racconto giallo.

4. Rileggo più volte il mio lavoro correggendo punteggiatura, ripetizioni, tempi verbali, pulizia.

5. Realizzo un video o un audio da allegare al mio quaderno digitale in cui leggo a voce alta il mio racconto interpretando i contenuti.


Mi autovaluto dandomi 2 punti per ogni punto della checklist svolto con successo.

Attività.21

IL RACCONTO UMORISTICO

Guardo il seguente video

https://youtu.be/xCCwqDHqO-U 

https://youtu.be/ZNo_


1 .Guardo i video, prendo appunti e realizzo una mappa concettuale da allegare al mio quaderno digitale che descriva i punti principali per realizzare un racconto umoristico.

2. Realizzo una ricerca sul web sulla storia del racconto giallo escrivo una descrizione sul mio quaderno digitale.

3. Scrivo un racconto umoristico.

4. Rileggo più volte il mio lavoro correggendo punteggiatura, ripetizioni, tempi verbali, pulizia.

5. Realizzo un video o un audio da allegare al mio quaderno digitale in cui leggo a voce alta il mio racconto interpretando i contenuti.


Mi autovaluto dandomi 2 punti per ogni punto della checklist svolto con successo.


Attività.22

IL RACCONTO AMOROSO

Come scrivere un racconto d'amore? 

La prima cosa che dobbiamo ricordare è che la scrittura deve essere libera e spontanea. Ricordiamo che i racconti d'amore, si fondano sulle sensazioni dei personaggi. Quindi via libera ai sentimenti quando scriviamo, per creare un legame più profondo con i nostri futuri lettori. Per un buon racconto d'amore, lasciamo libero sfogo alla nostra immaginazione. Successivamente, ci sarà tutto il tempo per riguardare e perfezionare il racconto. Prima di iniziare qualsiasi lavoro di scrittura, è bene organizzare una scaletta, soprattutto se è la prima volta che scriviamo. La scaletta, ci permetterà di avere dei punti di riferimento mentre scriviamo. In più, ci permetterà di evitare ripetizioni e digressioni.

Per scrivere un racconto d'amore, d'importanza fondamentale sono le descrizioni sentimentali dei personaggi. Per raccontare una storia d'amore, non possono mancare due protagonisti principali: un personaggio femminile e uno maschile, caratterizzati in maniera approfondita. Alla loro storia legheremo tutti gli altri personaggi minori, necessari anche loro per la trama. In una storia d'amore, purtroppo, non mancano mai le difficoltà, quindi se vogliamo arricchire l'intreccio del nostro racconto, abbiamo a disposizione due alternative. Possiamo arricchire il racconto con personaggi come il rivale o la rivale di uno dei due innamorati, o inserire più antagonisti, che ostacolano il legame dei due protagonisti.

Quando scriviamo un racconto d'amore, è bene ricordare che i particolari sono importanti. Anche per descrivere le semplici scene. Un esempio può essere la scena di un bacio o di un addio tra i due innamorati. Perché sono importanti? Per mantenere viva l'attenzione e la fantasia del lettore. Inseriamo dunque descrizioni particolareggiate. Spesso infatti, il lettore, maschio o femmina, riesce ad identificarsi con i personaggi. Facciamo quindi attenzione ai dettagli, perché in un racconto spesso contano più della trama.

Per concludere, possiamo regalare ai nostri lettori, e alla nostra storia, un finale molto forte: romantico e felice, oppure struggente e malinconico. In genere, il racconto sentimentale, nella letteratura, prevede quasi sempre il lieto fine. Ma, anche in questo caso, possiamo avere ampia libertà di scelta. A decidere sarà soltanto la nostra fantasia. L'importante è che il nostro racconto d'amore sia coerente, coinvolgente per il lettore e ad alto tasso di romanticismo.



1 .Prendo appunti e realizzo una mappa concettuale da allegare al mio quaderno digitale che descriva i punti principali per realizzare un racconto amoroso.

2. Realizzo una ricerca sul web sulla storia del racconto giallo escrivo una descrizione sul mio quaderno digitale.

3. Scrivo un racconto amoroso.

4. Rileggo più volte il mio lavoro correggendo punteggiatura, ripetizioni, tempi verbali, pulizia.

5. Realizzo un video o un audio da allegare al mio quaderno digitale in cui leggo a voce alta il mio racconto interpretando i contenuti.


Mi autovaluto dandomi 2 punti per ogni punto della checklist svolto con successo.


Attività.23

IL RACCONTO FANTASCIENTIFICO

Guardo il seguente video

https://youtu.be/WdMujI5aF9E 


1 .Guardo il video, prendo appunti e realizzo una mappa concettuale da allegare al mio quaderno digitale che descriva i punti principali per realizzare un racconto fantascientifico.

2. Realizzo una ricerca sul web sulla storia del racconto giallo escrivo una descrizione sul mio quaderno digitale.

3. Scrivo un racconto fantascientifico.

4. Rileggo più volte il mio lavoro correggendo punteggiatura, ripetizioni, tempi verbali, pulizia.

5. Realizzo un video o un audio da allegare al mio quaderno digitale in cui leggo a voce alta il mio racconto interpretando i contenuti.


Mi autovaluto dandomi 2 punti per ogni punto della checklist svolto con successo.


Attività. 25 

ITALO CALVINO

https://youtu.be/C2t8feyYqUA 


I miei compagni valutano il mio video (vedi check list in Progetti)


Attività. 26 

DANTE ALIGHIERI


https://youtu.be/DKmPs4STuyY 


I miei compagni valutano il mio video (vedi check list in Progetti)


Attività. 27

GIACOMO LEOPARDI


https://youtu.be/BqFJEOaquVM 



I miei compagni valutano il mio video (vedi check list in Progetti)


Attività. 28

Riflessioni

Guardo il seguente video proposto dal tutor.

https://youtu.be/_g2t24neY9Q 

Scrivo sul mio quaderno digitale una riflessione sugli aspetti fondamentali del Medioevo e da cosa si differenzia rispetto alle epoche precedenti.