20/05/2012: Torino - Modena 2-0, Toro in A!

Data pubblicazione: 22-mag-2012 8.08.51

Ogni tanto succedono delle cose che ti riconciliano con il mondo.

Dura poco ma e' meglio che niente.

Oggi c'e' stato un combinato disposto che ha avuto questo potere.

Il TORO e' finalmente tornato dove gli compete di stare, sperando che duri, perche' fare lo yo-yo team, come dicono gli inglesi, non e' esaltante.

Una promozione strameritata, merito soprattutto di Ventura, un grande allenatore, ma soprattutto un vero allenatore, al contrario di Lerda che pensava di far giocare i nostri come nemmeno Mourinho al Real ha mai avuto il coraggio di fare.

Un uomo serio ma non serioso, intelligente ma non arrogante, in pratica l'esatto contrario dell'uomo con il parrucchino, quello che truccava i risultati delle partite. Parlo dell'allenatore della seconda squadra di Torino.

Chissa' se gli faranno qualcosa all'isterico capellone, in Italia si sa, se si e' ben difesi (e lui lo e'), di solito non ti succede niente.

A meno che non esageri, se trucchi dieci scudetti come hanno fatto Moggi, Giraudo e Bettega, prima o poi qualcuno ti becca e almeno due te li tolgono.

D'altra parte Moggi e' stato radiato, Giraudo ogni tanto fa capolino con i suoi amici potenti e Bettega e' incredibilmente diventato commentatore televisivo. I suoi arguti commenti e le sue disamine tattiche sopraffine, oltre al suo eloquio fluente, hanno reso imperdibile la trasmissione su Rete 4 che parlava di Europa Legue.

Imperdibile perche' si rideva troppo quando parlava lui.

Nulla fondamentalmente per chi ha distrutto il calcio italiano per diversi lustri.

Ma torniamo a noi.

Un grande Ventura, che ha condotto magistralmente una compagine decorosa, con alcuni giocatori importanti ma non una squadra schiacciasassi.

Lui e' riuscito a ottenere il massimo da tutti quelli che aveva in rosa.

Compreso Bianchi. Ha evitato che fosse dannoso, l'ha reso solo inutile, che era il massimo che il Gerundio potesse dare.

Ricordiamoci anche che questa promozione e' un successo del tanto vituperato Presidente Cairo.

L'ho sempre difeso (il mio collega di Radio Nostalgia Daniele Parola mi e' testimone), beccandomi ogni tipo di insulto e di minaccia.

L'ho difeso pur non condividendo molte delle cose che ha fatto, perche' al contrario dei folli che gli chiedevano di consegnare le chiavi al Sindaco e di sciogliere la societa' (leggetevi i post sui Forum), io ho sempre pensato che se non ci fosse stato lui noi saremmo scomparsi, e sfido chiunque a dire che non sarebbe andata cosi.

Persino mio fratello Davide, tifoso che soffre piu' di me, (alla sua eta' anche io ero cosi), un giorno mi disse che per fare quelle figure era meglio sparire. Il massimo, se lo diceva lui che ama il Toro piu' di qualunque altra cosa, e se dico qualunque potete credermi, si era fatto prendere dall'angoscia e dallo scoramento.

MA, una regola fondamentale nella vita, e il calcio della vita e' la sublimazione e la metafora (come gli scacchi e il Subbuteo) , dice che NON E' FINITA FINO A CHE NON E' FINITA.

Senza Cairo oggi avremmo giocato contro la Villacidrese, questo e' un fatto che nessuno ha il diritto di dimenticare.

Nemmeno quelli che andavano in curva con le bandiere a striscie (a striscie!) giallonere.

Una grande festa, ma per me una soddisfazione contenuta.

Se ti accusano ingiustamente e poi ti assolvono, piu' che gioia immensa, provi sollievo.

La serie A e' il minimo dove possiamo e dobbiamo stare.

Ci hanno provato, la mafia del calcio sosteneva che Torino fosse troppo piccola per avere due squadre in serie A.

E poi con lo giubbendus stedium (a proposito, rendo noto che latino e inglese sono due lingue distinte. Per esempio, si dice MEDIA con la A non MIDIA...e si dice STADIUM e non STEDIUM), non potevano mica correre il rischio che i ragazzini Torinesi tifassero per il Toro, e poi a chi li vendono i loro meravigliosi gadget a striscie?

Ci hanno provato ma fino ad ora non ci sono riusciti.

Perche' ci siamo noi, e NOI siamo il Toro.

Hanno provato a ricordarcelo defecando nel Toro Store di Piazza Castello del mio grande amico Carlo Testa, dopo aver rotto le vetrine e distrutto tutto quello che potevano, ma si sa, questo e' da sempre lo stile giubbe.

Ovviamente quasi nessuno ne ha parlato, e nessuno li ha arrestati NONOSTANTE CI FOSSERO LE FOTOGRAFIE NITIDISSIME DEI DELINQUENTI CHE HANNO COMMESSO IL FATTO.

Domani amici, provateci anche voi.

Scegliete un negozio, sfasciate le vetrine, entrateci ed espletate i vostri bisogni corporali all'interno.

Quando arrivera' la polizia, chiedete perche' voi non potete farlo e i tifosi della giubbe si. Poi informatemi perche' sono curioso.

Voglio anche spendere due parole per lui, per Carlo Testa.

Dopo mio padre lui e' la persona piu' del Toro che io abbia mai conosciuto, e so che quello che e' accaduto nell'indifferenza generale l'ha molto ferito.

Spero che oggi si sia preso la sua rivincita.

Quella vera sara' vincere il derby contro la giubbendus l'anno prossimo. Succedera' nel derby di ritorno, Carlo prenotami il biglietto.

E poi stasera c'e' stata la ciliegina sulla torta.

Il Napoli ha umiliato la giubbendus, massacrandola e dimostrando che la strisciata NON e' la squadra piu' forte, ma solo la piu' "fortunata".

Che ha vinto (scippato?) l'ennesimo scudetto grazie ai mille infortuni milanisti, ai rigori non concessi al Cagliari, al gol di Muntari, ai furti perpetrati ai danni dei loro avversari a Firenze e a Catania, tanto per citarne solo due.

Mister parrucchino si annoia pero', quindi diciamolo piano.

Eh gia', lui che ha urlato per mesi al complotto quando c'era una rimessa laterale contestata, per influenzare gli arbitri e il potere del calcio.

E' stato bravo pero', nel suo essere truffaldino e' stato bravo, ce l'ha fatta.

D'altra parte anche Vallanzasca nel suo campo era il migliore.

La serata si e' conclusa con le facce stravolte dalla contentezza dei Nostri in giro per Torino, e dal primo piano del "giovin signore" ovino che rimuginava sulla sconfitta subita.

Per vincere gli scudetti basta Carta SI, e lui lo sa bene, ma vederlo con una faccia cosi, beh, quello non ha prezzo.