I transistori sono i componenti base dell'elettronica moderna. Nella forma discreta sono singoli mentre in quella integrata sono decine o milioni all`interno di un circuito integrato.
Si evidenziano due applicazioni fondamentali:
interruttore ON/OFF statico (senza parti in movimento) in elettronica digitale (per la realizzazione delle porte logiche) e in sostituzione del relè ( per il comando di carichi)
amplificatore in elettronica analogica
In un semplice interruttore elettromeccanico il passaggio tra i due stati, cc e ca, avviene perchè si agisce su una parte meccanica in movimento che apre o chiude un contatto.
Invece un interruttore elettronico cambia lo stato del contatto tra i due terminali di uscita, al variare della tensione o corrente di comando (ingresso), senza parti meccaniche in movimento. In altre parole, in funzione del comando di ingresso, il dispositivo presenta alta o bassa resistenza tra i terminali di uscita.
Dal punto di vista della potenza dissipata dal dispositivo, idealmente si vorrebbe:
nel circuito di comando di ingresso una potenza nulla (corrente di ingresso nulla in entrambi gli stati ON/OFF)
potenza dissipata sul contatto di uscita nulla:
nello stato ON perfetto cc, tensione nulla tra i terminali
nello stato OFF perfetto ca, corrente nulla
L'applicazione tipica è quella del pin di uscita di un integrato, che ad es. può erogare meno di 1mA, e che deve gestire correnti molto più elevate sui più svariati attuatori: si dice che è necessaria una interfaccia di potenza, buffer, realizzabile tramite i transistori. Un'altra importante applicazione è la realizzazione delle porte logiche con un uso più limitato di resistenze non gradite perchè dissipano potenza. (la DL impiega resistenze)
Ci sono due tecnologie storiche principali: MOS (contrazione di MOSFET, metal oxide semiconductor field effect transistor) e BJT (bipolar junction transistor). Ci occupiamo dei BJT
Wafer di silicio
I BJT sono formati da tre zone drogate alternativamente, alle quali si accede da tre terminali:
collettore, la zona più ampia
base, zona drogata di tipo opposto alle altre due e a loro intermedia
emettitore
La freccia sul simbolo indica l'emettitore: se uscente il bjt è NPN
Nelle figure si osserva:
una possibile sezione trasversale ( con uno spessore totale minimo di 150 um, notevolmente ridimensionato per esigenze grafiche rispetto alla profondità delle giunzioni)
i simboli grafici NPN e PNP
un circuito di polarizzazione didattico.
Un transistor è come un valvola, un meccanismo che possiamo usare per controllare la portata dell'acqua. Questo controllo può avvenire in tre modi:
Quando una valvola è chiusa può fermare il flusso d'acqua completamente.
Allo stesso modo un transistor può essere usato per creare un circuito aperto tra i pin collettore ed emettitore
Una valvola può essere aperta, permettendo all'acqua di fluire liberamente
Allo stesso modo, nelle giuste circostanze, un transistor può apparire come un corto circuito tra i pin collettore ed emettitore.
Una valvola può essere regolata per controllare la portata d'acqua tra completamente aperta e chiusa.
Un transistor può fare la stessa cosa: il segnale di regolazione in ingresso (che gestisce la valvola) può impegnare una potenza inferiore a quella del segnale regolato linearmente in uscita, con conseguente amplificazione. Il guadagno di potenza è a scapito dell'alimentatore in continua.
E' comprensibile che il funzionamento dipenda dallo stato di conduzione delle due giunzioni (polarizzare significa applicare tensioni costanti):
JE dipende da VBE, JC da VCB
Sono possibili 4 modalità di polarizzazione:
funzionamento da interruttore aperto: JE OFF, JC OFF. BJT interdetto.
funzionamento da interruttore chiuso: JE ON, JC ON. BJT saturo.
funzionamento da amplificatore: JE ON, JC OFF. BJT in regione attiva
funzionamento inverso: JE OFF, JC ON, non si utilizza.
La polarizzazione delle due giunzioni dipende da un alimentatore, da eventuali resistenze o altri BJT, dalla tensione di ingresso.
Ovviamente un BJT non è realizzabile collegando due diodi discreti come in figura a causa dello spessore limitatissimo della regione di base che innesca fenomeni fisici molto complessi. A causa di questa complessità non si spiega in questa sede il significato del termine transistor (transfer resistor, ossia resistenza di trasferimento).
Mentre un normale interruttore richiederebbe un intervento fisico, questo interruttore è controllato dalla tensione al pin base. Ad es. un microcontrollore si può programmare per generare su un pin di out una tensione 5V/0V, HIGH/LOW, per accendere o spegnere un LED.
Quando la tensione sulla base è maggiore di 0,7V, quindi in termini di potenziale Vb>Ve ed Vb>Vc, il transistor si presenta come un cortocircuito tra il collettore e l'emettitore. Quando la tensione sulla base è inferiore di 0,7V il transistor è in interdizione e nessuna corrente fluisce perchè è come se fosse un circuito aperto tra C ed E.
Si osservi che il carico può avere in comune con altri carichi, comandati da altri interruttori, il terminale +5V
Si osservi che il carico è sempre sul collettore, come nel caso NPN, altrimenti la saturazione non è possibile. Il carico può avere in comune con altri carichi il terminale GND.
Un ponte-H è in grado di azionare i motori DC in senso orario e antiorario. È un circuito molto popolare ed è la forza trainante di innumerevoli robot che sono in grado di muoversi sia in avanti che indietro.
Fondamentalmente un ponte-H è una combinazione di quattro transistor con due ingressi e due uscite.
Il livello logico alto interdice il bjt PNP e satura il bjt NPN.
Se entrambi gli ingressi sono alla stessa tensione (stesso livello logico) le uscite al motore saranno alla stessa tensione e il motore non sarà in grado di girare. Ma se i due ingressi sono opposti il motore girerà in un senso o nell'altro.
A causa della componente induttiva del motore sono necessari i diodi di ricircolazione della corrente per proteggere i BJT e tanti altri dispositivi di contorno. In pratica conviene utilizzare ponti integrati se disponibili rispetto ai valori di tensione, corrente e potenza richiesti.
per la condizione OFF:
Vbb=0V pone in OFF JE (IB=0A), mentre VCC pone in OFF JC (IC=0A). Tutte le correnti sono nulle.
Per la condizione ON:
VCE< VCEsat (0,2V per comuni BJT) che ci assicura: un relativo buon cc, una potenza dissipata sul BJT quasi nulla (VCE*IC), la max tensione su Rc relativamente a VCC. Si assume VBE=VBEsat (0.8V per i comuni BJT).
IC<hFEmin*IB. hFE ha valori variabili tra un minimo di 10 e valori oltre 400
FUNZIONAMENTO DA PORTA NOT
Per il circuito precedente è semplice verificare questa funzionalità logica con ingresso Vi ed uscita VCE.