Il termine diodo risulta dall'insieme di + (elettr)odo, quindi due elettrodi, ed ha origine dal diodo termoionico (1873) in cui un elettrodo, il catodo (dal greco discesa), riscaldato emette elettroni; il secondo elettrodo, l'anodo (salita), rispetto al catodo può essere polarizzato:
positivamente e gli elettroni vengono attratti ed entrano in circolo attraverso la batteria: il componente conduce corrente.
negativamente e gli elettroni rimangono in prossimità del catodo e la corrente nel circuito è nulla.
Quindi il dispositivo ha la proprietà di far scorrere la corrente in un solo senso, dall'anodo verso il catodo, in quanto gli elettroni (cariche negative) scorrono dal catodo verso l'anodo.
Pochi anni prima era stato scoperto, anche se non compreso, il comportamento unidirezionale della giunzione metallo semiconduttore (a punta di contatto) ma la valvola termoionica, concettualmente più semplice, ebbe il sopravvento perchè fu seguita dalla scoperta del triodo come amplificatore di segnali. Solo nel 1940 fu scoperta la giunzione PN come cella fotovoltaica mentre il primo amplificatore a semiconduttore, il transistore, dovette attendere il 1947 con Bardeen e Brattain (a punta di contatto). Nel 1948 Shockley scoprì il BJT, più robusto e realizzabile, ed in seguito il JFET. Fu Shockley che diede vita alla Silicon Valley.
DIODO IDEALE
La definizione del comportamento ideale fornisce un modello di prima approssimazione e una migliore comprensione del funzionamento.
Si utilizzano i versi di tensione e corrente come in figura. Il simbolo adottato indica chiaramente l'unico verso possibile per la corrente.
Idealmente il componente presenta due condizioni di funzionamento:
cortocircuito con V=0 e I>0, polarizzazione diretta, ON, forward, la corrente scorre dall'anodo verso il catodo
circuito aperto con I=0 e V<0, polarizzazione inversa, OFF, reverse, la tensione V è negativa
Anche nel caso ideale è opportuno fissare i valori massimi assoluti:
IFmax (massima corrente diretta) nel caso ON
VBR (tensione di breakdown, massima tensione inversa) nel caso OFF
Graficamente la caratteristica evidenzia efficacemente le due condizioni.
Si osserva che il comportamento è non lineare.
ANALISI DI SEMPLICI CIRCUITI CON DIODI
Si ipotizza una delle due condizioni, V=0 oppure I=0;
si sostituisce al diodo il modello relativo, rispettivamente cc o ca;
si calcola la seconda grandezza che deve risultare compatibile con l'ipotesi, rispettivamente I>0 oppure V<0. Se questo non è verificato significa che l'ipotesi iniziale è errata.
Nel caso di circuiti con un solo generatore e un solo diodo è semplice prevedere lo stato di conduzione: per lo stato ON il terminale positivo della batteria deve essere dalla parte dell'anodo. Se il circuito è più complicato bisogna procedere con l'esperienza, i tentativi o con metodi particolari (4 anno).
DIODO REALE A SEMICONDUTTORE
In realtà non si riesce a realizzare diodi ideali. In particolare per i diodi reali:
Lo stato ON si ottiene a partire da un valore minimo di tensione diretta, detta tensione di soglia. Quindi per portare il diodo nello stato ON la tensione agli estremi del ramo che contiene il diodo deve essere maggiore di tale valore minimo. In funzione della tecnologia realizzativa la tensione di soglia varia da 0,2V per i diodi al germanio a oltre i 3V per i diodi led blu o bianchi. Inoltre la curva ha una pendenza finita anche se elevata: all'aumentare della corrente la tensione aumenta poco, la curva è ripida e la tensione si mantiene relativamente costante.
Nello stato OFF circola una piccola corrente, detta corrente inversa di saturazione IR, che dipende solo dalla temperatura e non dalla tensione esterna applicata
il diodo non commuta immediatamente da uno stato all'altro; un parametro significativo è il reverse recovery time
Si riportano alcuni parametri del diodo High-speed 1N4148
LIMITING VALUES
ELECTRICAL CHARACTERISTICS
IF = 200mA continuous forward current
VR = 100V continuous reverse voltage
Ptot = 500mW total power dissipation
VF=1V (con IF = 100 mA)
VF=0,72V (con IF = 5 mA)
IR = - 25 nA see Fig.5
trr = 4ns reverse recovery time
MODELLI LINEARI A TRATTI DEL DIODO REALE
Si pone l'esigenza di approssimare il comportamento non lineare del diodo reale con un modello più semplice.
Nel caso OFF si può assumere con buona approssimazione che il diodo sia un ca.
Nel caso ON, si possono utilizzare modelli più accurati del cc:
una batteria (per simulare la tensione diretta costante) pari alla tensione di soglia e che si oppone sempre alla corrente diretta.
una batteria in serie ad una piccola resistenza (tensione diretta quasi costante, che aumenta di poco all'aumentare della corrente)
Quindi l'intera caratteristica non lineare è stata approssimata da due tratti di retta che si congiungono in corrispondenza della tensione di soglia.
La tecnica utilizzata ha carattere generale. Tutti i componenti, diodi, transistori ecc, ma anche qualunque sistema che presenta un comportamento elettrico, ad es. i neuroni, si possono modellizzare in modo approssimato utilizzando i componenti base dell'elettrotecnica: generatori di tensione e corrente (indipendenti e dipendenti), resistenze, condensatori, induttori.
Usando componenti lineari eventuali comportamenti non lineari possono essere soltanto linearizzati ( ad es. a tratti come nel caso del diodo).
VERIFICA DI INTEGRITA'
Per controllare se il diodo è integro basta utilizzare il tester in modalità diodo, o di misura della resistenza: scambiando i puntali la misura effettuata deve essere drasticamente diversa; in tal modo si identificano anche i terminali di anodo e catodo: in polarizzazione diretta il puntale rosso è sull'anodo.
I diodi led si dovrebbero illuminare debolmente.
PROGETTO DELLA RESISTENZA DI LIMITAZIONE
Nello stato ON la corrente diretta è limitata solo dal circuito esterno. Inoltre circolando corrente, aumenta la temperatura con il rischio di un aumento ulteriordella corrente circolante.
Ci sono due alternative:
si alimenta il diodo con un generatore di corrente costante; è la soluzione ottimale, anche se la più complicata, e si utilizza per led costosi, di illuminazione, in cui il controllo termico è vitale.
si inserisce una resistenza esterna in serie;
In quest'ultimo caso considerando una semplice maglia e la relativa equazione alla maglia, vedi ES. 1 caso a, per dimensionare R bisogna conoscere: la tensione di alimentazione E, la caduta Vd sul diodo, la corrente desiderata Id.
Risulta R = (E-Vd) / Id; quindi bisogna scegliere il valore commerciale più vicino, meglio se leggermente superiore.
TIPI DI DIODI E APPLICAZIONI
L'unidirezionalità, la non linearità e i vari fenomeni fisici della giunzione PN, consentono diverse applicazioni:
diodi di segnale per l'elaborazione di piccoli segnali e semplici porte logiche
raddrizzatori per rendere la corrente unidirezionale (un solo verso)
limitatori per proteggere da sovratensioni e scariche elettrostatiche
zener per stabilizzare la tensione e generare tensioni costanti di riferimento (conosciute con elevata precisione)
led
fotorivelatori
accoppiatori ottici per la separazione galvanica dei circuiti
condensatori variabili con la tensione inversa applicata
sensori di temperatura
celle fotovoltaiche
....
In questa fase introduttiva utilizzeremo i diodi per
realizzare la famiglia logica DL e verificarne i limiti
utilizzare i diodi led per un semplice output digitale
svolgere esercizi di elettrotecnica non fini a se stessi ma con un risvolto applicativo all'elettronica.
ES. 1
Nel circuito a il diodo è polarizzato direttamente perchè il potenziale positivo della batteria è dalla parte dell'anodo. Sostituendo al diodo il modello con tensione costante si ottiene il circuito in fig. b
Nel circuito c il diodo è polarizzato inversamente perchè il potenziale positivo della batteria è dalla parte del catodo. Sostituendo al diodo il modello con ca si ottiene il circuito in fig. d.
I circuiti b e d sono facilmente risolvibili.