La rosa rossa

L'AMICO EDI KANZIAN - Quella rosa rossa passa di mano. Edi l'aveva voluta donare al suo amato poeta del Carso Srecko Kosovel andandolo a trovare nella sua casa-museo di Tomaj, ad una manciata di chilometri da Trieste. Eravamo insieme quel giorno di dicembre, circa un anno e mezzo fa e l'avevo accompagnato volentieri. Quella rosa però mi è rimasta nel cuore. Oggi, 3 luglio 2013, però Edi ci ha lasciati soli. La sua associazione di volontariato culturale con cui per oltre trent'anni, senza usufruire di finanziamenti pubblici, sì era adoperato per realizzare eventi culturali "no profit" a Trieste resta senza una guida. In tutti questi anni avrà realizzato almeno un migliaio di incontri culturali. Era un prolifico generatore di cultura a Trieste. Aveva anche il "potere" di conoscere e frequentare grandi personaggi della cultura e dello spettacolo di tutta Italia. Storica rimane la sede di Contovello, la "Drustvena Gostilna Kontovel", ossia l'Osteria Sociale di Contovello di Carlo Papucci, sul cucuzzolo dell'omonimo colle del Carso triestino, che fu anche sede di un importante centro studi e ricerche intitolato a Niccolò Tommaseo. Avevo partecipato anch'io molte volte negli anni '80 e '90. Mi invitava a suonare per creare degli stacchi musicali per i suoi incontri letterari assieme a diversi invitati di spicco tra cui ricordo: Margherita Hack, Boris Pahor, Bruno Maier, Fulvio Tomizza, Paolo Rumiz, Andrea Centazzo, ........ Non c'era bisogno di un palco con pianoforte a coda, ed era "fuori" dai circuiti dei grandi eventi con il pubblico che chiede il bis o conosce i brani a memoria.

Oltre alla musica c'era anche un saporoso compagno: il vino. Normalmente "Teran" doc appena spillato dalla botte in un calice (un'ottavo alla volta è la dose giusta. La dose che Umberto Saba assaporava tanto volentieri proprio in questo magico posto sotto un ippocastano secolare con vista sul golfo di Trieste).

"Seduto all'osteria, bevo quest'aspro vino".

Reading poetici si chiamavano una volta, al tempo di Allen Ginsberg e di Lawrence Ferlinghetti della Beat generation. Ma questo nuovo reading ideato da Kanzian negli anni '80 non è quello famoso della "Route 66" o di "Easy Rider" o di "Coney Island della mente" di Jack Kerouac orbitante intorno alla Columbia University di New York, ma un reading come forma espressiva con accostamenti di musica e parole che non è un concerto vero e proprio nè una semplice lettura di un libro o un semplice incontro con l'autore. Un reading metropolitano quindi che si affianca ad un reading mitteleuropeo? (sono propenso a chiamarlo proprio così).

Edi aveva anche un fiuto artistico che pochi hanno. Riusciva ad individuare subito la forza espressiva di un poeta, o di un musicista già dal primo incontro. Lui stesso scriveva versi e si sbizzarriva anche a realizzare qualche pubblicazione senza pretese editoriali. Amava il jazz e la musica improvvisata e il canto popolare. Lui stesso aveva suonato la batteria jazz negli anni '60. Avevamo anche diversi amici artisti in comune come Fulvio Tomizza, Bruno Chersicla, Claudio Pascoli, Alfredo Lacosegliaz, Andrejka Mozina, Edy Meola, Gino D'Eliso, Alessandro Vodopivec, Bruno Prodan, Liliana Saetti, Mario Cogno, Agnese Ermacora, Ornella Serafini, Giuseppe Signorelli, Edvino Ugolini, Liliana Bamboschek ed altri, tanti che lo seguivano e lo aiutavano nella gestione di questi incontri culturali e di spettacolo.

Era in sostanza un modo per ritrovare un contatto con il pubblico e lui c'era riuscito piuttosto bene con il suo volontariato culturale, come amava definirlo, dapprima e per decenni in pieno Carso triestino nell'Osteria sociale di Carlo Papucci a Contovello frequentata da Umberto Saba e poi negli ultimi anni a Trieste ospite della Casa della Musica, dell'auditorium delle Assicurazioni Generali, e dell'Hotel James Joyce o sul sentiero Rilke. Guarda caso sempre vicino ai grandi nomi dei letterati della storia di Trieste. E' un caso? Non credo proprio. Questa notte non soffiava la bora parafrasando Kosovel, visto che siamo in piena estate ma, caro Edi è come se avesse soffiato per portarti via, ma io ho voluto tenerti stretto a me. Mi è rimasta in mano .............. una rosa rossa.

Mario Fragiacomo

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Edoardo Kanzian (Trieste, 1939-2013), animatore culturale di Trieste con l'associazione "Il pane e le rose", pubblicista, direttore della rivista "FarePoesia" di Pavia, ha realizzato le raccolte poetiche "Se questa è vita", "Memorie e re-esistenze", "Dalle case di pena". Compare con le sue raccolte in web in "Arteprimanews" e "Il giornale di Rodofà". Ha collaborato con la sua poesia alla rivista "paesaggi di resistenza" dell'associazione "Iniziativa Europea" di Trieste.

http://www.youtube.com/watch?v=vl7j-S7JMY4