Vorrei essere protestante

Desiderio, disegno di Rodafà Sosteno

Wittenberg, 31 ottobre 1517

Trieste, 31 ottobre 2017

Vorrei essere protestante.

Per dire quanto ami chi amo senza limite e giudizio.

Vorrei essere protestante.

Per liberare la mia coscienza da ogni vincolo e sottoporla soltanto all’amore di Dio.

Vorrei essere protestante.

Per scoprire che Parola è ogni gesto, solo il gesto, di fiducia assoluta a qualcuno, che è anche Qualcuno.

Vorrei essere protestante.

Per avere una Chiesa dove uomini e donne possano svolgere il medesimo ministero pastorale

Vorrei essere protestante.

Per abbattere ogni papolatria, ma anche ogni ideologia religiosa e stare nudo – sì nudo – davanti al Cristo.

Vorrei essere protestante.

Perché amo leggere e scrivere. E poi fare silenzio.

Vorrei essere protestante.

Per spezzare il pane e condividere la coppa del vino con chiunque ma non ogni tre ore, perché non si fa l’amore ad orario prestabilito e programmato.

Vorrei essere protestante.

Per non avere altro riferimento che il paradosso della croce.

Vorrei essere protestante.

Per gustarmi quel Dio che c’è quando siamo convinti che non ci sia e che non c’è quando crediamo che ci sia nei luoghi deputati, nelle occasioni comandate, con i riti stabiliti.

Vorrei essere protestante.

Per farmi finalmente una bella risata assieme a Francesco papa e all’arcivescovo di Canterbury Justin Welby alla faccia di tutti i gelosi difensori del dogma disincarnato dalla storia.

Vorrei essere protestante.

Perché mi sento assai più teologa che teologo e non sono poi né l’una né l’altro.

Vorrei essere protestante.

Perché il matrimonio è per tutti. E per tutte. Di qualunque orientamento sessuale e di genere. Proprio anche il mio matrimonio intendo, scuola di amore, ingresso nell’ecumene dell’amore, se no perché mai mi sarei sposato?

Vorrei essere protestante.

Perché Jurgen Moltmann è protestante e lo era Dietrich Bonhoeffer.

Vorrei essere protestante.

Perché Gesù di Nazaret ha protestato contro ogni potere religioso e contro ogni soffocamento d’amore.

Vorrei essere protestante.

Perché la fede è tormento, inquietudine, ricerca, prima che gioia. Troppo facile la gioia a buon mercato.

Vorrei essere protestante.

Perché vorrei dire di credere – vorrei solo – siccome mi piace pregare e non il contrario.

Vorrei essere protestante.

Per far cadere ogni barriera confessionale.

Vorrei essere protestante.

Per terminare oggi 500 anni di una prima storia ed iniziarne, da domani, un’altra.

Stefano Sodaro