I tre giorni del Segretario Speciale - edizione straordinaria

Il Segretario Speciale - disegno di Rodafà Sosteno

Forse è una fissazione da mezzo canonista e mezzo vaticanista, la cui somma non fa un intero professionista del settore – d’accordo -, eppure l’intensità della vicenda istituzionale e sacramentale che coinvolgerà il padre gesuita Michael Czerny, Segretario Speciale dell’Assemblea Speciale (è davvero un po’ tutto “speciale” in questa tornata sinodale) del Sinodo dei Vescovi per la Regione Panamazzonica, lascia senza fiato.

Venerdì 4 ottobre, alle ore 17, p. Czerny – nominato Segretario Speciale mentre era prete - verrà ordinato vescovo dal Papa nella Basilica vaticana.

Sabato 5 ottobre, alle ore 16, il neovescovo parteciperà al Concistoro pubblico nel corso del quale il Papa lo creerà cardinale.

Domenica 6 ottobre, alle ore 10, il Card. Czerny concelebrerà, assieme al Papa ed agli altri Padri sinodali, la messa di apertura del Sinodo, in qualità, per appunto, di Segretario Speciale - ma ormai vescovo e cardinale - di tale assise.

Una sorta di triduo liturgico incentrato sul Segretario Speciale, dunque, contraddistingue l’inizio di uno dei Sinodi che potrebbe davvero segnare la svolta della storia della Chiesa postconciliare.

Preferendo spersonalizzare del tutto qualunque considerazione al riguardo, registriamo soltanto che, da venerdì a domenica, si concentreranno eventi, in Vaticano, da cogliersi molto al di là della loro semplice rispondenza ai calendari organizzativi.

La Compagnia di Gesù ha, da sempre, un ruolo talmente centrale e fondativo in America Latina che sottoconsiderare la portata di quanto accadrà in meno di 72 ore rischia di portare a gravi fraintendimenti e incomprensioni sostanziali.

Questo ruolo però non può essere indagato in nome di una specie di equidistanza da tutte le opzioni teologiche e le scelte di compromissione con la realtà sudamericana, ma deve essere messo a confronto con le istanze di quella teologia che fu chiamata “teologia della liberazione”, fu declinata come “teologia del Popolo di Dio”, divenne “teologia indigena” (i critici dicono “indigenista”) ed ora si consolida come teologia davanti alla quale la Chiesa Universale è chiamata, dal Papa, a confrontarsi.

Va detto, con chiarezza e probabilmente pure con parresìa, che vi sono opzioni e sensibilità ecclesiali che di tale evoluzione teologica non condividono nulla. Il confronto avverrà proprio intorno a questo nodo che non si scioglie ma nemmeno si può stringere più di tanto. Le urgenti e acutissime esigenze pastorali della “Regione Panamazzonica” impongono determinazioni, anche di vera e propria riforma (nient’affatto rivoluzione) della Chiesa Cattolica, non più rinviabili e non soddisfabili con una semplice riproposizione di modelli ecclesiologici (dal ruolo delle donne al prete, alla liturgia) nati e sviluppatisi in contesti culturali del tutto differenti.

In ogni caso del Sinodo ci sarà modo di parlare e ragionale nel corso del suo svolgimento.

Ora colpisce la solennità ed importanza del suo avvio e pre-avvio nella persona del suo Segretario Speciale.

Il Segretario Speciale di un’Assemblea sinodale – prima annotazione – è “speciale” solo per quella determinata assemblea alla quale viene designato, non acquista cioè una “specialità sinodale permanente”, nemmeno a livello di inserimento nella Segreteria Generale del Sinodo, ma non è certo così se si considera la sua identità episcopale e cardinalizia. Avere un cardinale ‘che è stato’ membro autorevole, anzi decisivo, dei lavori di un Sinodo come questo segnerà nel futuro l’orizzonte ecclesiale, non certo solo amazzonico.

Fin dal 2016 p. Czerny è sottosegretario della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Ora diviene vescovo titolare di Benevento con titolo “ad personam” di arcivescovo.

È nato a Brno, nella Repubblica Ceca, nel 1946 ed è prete dal 1973.

Cardinale arcivescovo di Benevento, la cui diocesi in Italia tuttavia non esiste più (infatti è sede titolare). Sembra un’immagine eloquente. Come se anche per la Chiesa Italiana sia ormai giunto il momento di un Sinodo speciale. Non più rinviabile.

Stefano Sodaro