Georges Brassens
Le Gorille
C'est à travers de larges grilles
Que les femelles du canton
Contemplaient un puissant gorille
Sans souci du qu'en-dira-t-on
Avec impudeur, ces commères
Lorgnaient même un endroit précis
Que, rigoureusement, ma mère
M'a défendu d'nommer ici
Gare au gorille!
Tout à coup la prison bien close
Où vivait le bel animal
S'ouvre, on n'sait pourquoi, je suppose
Qu'on avait dû la fermer mal
Le singe, en sortant de sa cage
Dit "c'est aujourd'hui que j'le perds!"
Il parlait de son pucelage
Vous aviez deviné, j'espère!
Gare au gorille!
L'patron de la ménagerie
Criait, éperdu "nom de nom!
C'est assommant, car le gorille
N'a jamais connu de guenon!"
Dès que la féminine engeance
Sut que le singe était puceau
Au lieu de profiter de la chance
Elle fit feu des deux fuseaux!
Gare au gorille!
Celles-là même qui, naguère
Le couvaient d'un œil décidé
Fuirent, prouvant qu'elles n'avaient guère
De la suite dans les idées
D'autant plus vaine était leur crainte
Que le gorille est un luron
Supérieur à l'homme dans l'étreinte
Bien des femmes vous le diront!
Gare au gorille!
Tout le monde se précipite
Hors d'atteinte du singe en rut
Sauf une vieille décrépite
Et un jeune juge en bois brut
Voyant que toutes se dérobent
Le quadrumane accéléra
Son dandinement vers les robes
De la vieille et du magistrat!
Gare au gorille!
"Bah! soupirait la centenaire
Qu'on pût encore me désirer
Ce serait extraordinaire
Et, pour tout dire, inespéré!"
Le juge pensait, impassible
"Qu'on me prenne pour une guenon
C'est complètement impossible"
La suite lui prouva que non!
Gare au gorille!
Supposez que l'un de vous puisse être
Comme le singe, obligé de
Violer un juge ou une ancêtre
Lequel choisirait-il des deux?
Qu'une alternative pareille
Un de ces quatre jours, m'échoie
C'est, j'en suis convaincu, la vieille
Qui sera l'objet de mon choix!
Gare au gorille!
Mais, par malheur, si le gorille
Aux jeux de l'amour vaut son prix
On sait qu'en revanche il ne brille
Ni par le goût ni par l'esprit
Lors, au lieu d'opter pour la vieille
Comme l'aurait fait n'importe qui
Il saisit le juge à l'oreille
Et l'entraîna dans un maquis!
Gare au gorille!
La suite serait délectable
Malheureusement, je ne peux
Pas la dire, et c'est regrettable
Ça nous aurait fait rire un peu
Car le juge, au moment suprême
Criait "maman!", pleurait beaucoup
Comme l'homme auquel, le jour même
Il avait fait trancher le cou
Gare au gorille!
The English version by Jake Thackray
BROTHER GORILLA
Through the bars of a large enclosure
The village ladies intently stared,
Where a gorilla with massive composure
Was impassively combing his hair.
They were shamelessly interested,
Eyeing devoutly a certain spot,
But my mother's especially requested
I refrain from telling you what.
Brother Gorilla!
The door of the circus lock-up,
Where the noble brute had been put,
By an administrational cock-up
Was unwisely left unshut
"I'm going to lose it at last," he cried,
Swinging lissomely out of his cage,
Referring, of course, to his chastity:
He was just at the difficult age
Brother Gorilla!
Those self-same ladies who previously
Had been licking their lips from afar
Did a bunk, which shows how devious
And whimsical women are.
In the path of the lovesick monkey
There were two who wouldn't budge:
A little old lady, all shrunken,
And a petty sessions judge.
Brother Gorilla!
The old girl said "It would be surprising
And unlikely in the extreme
If anyone found me appetising,
And beyond my wildest dreams!"
The judge intoned with tranquillity:
"To take me for a female ape
Would be the height of improbability".
Even judges make mistakes.
Brother Gorilla!
It would be curious and uncanny,
Say, if the choice were up to you
To ravish a judge or a granny
And you didn't know which to do.
If I were in such a position
And the choice had got to be mine,
I'd beg the old lady's permission
But go for grandma every time.
Brother Gorilla!
Though the gorilla is very proficient
In the role of a paramour
His mental equipment's deficient
And his eyesight's awfully poor.
With a Palaeolithic leer
He gave the old lady the miss
And, grabbing the judge by the ear,
Gave him an introductory kiss.
Brother Gorilla!
In time the gorilla's desires
Were more or less gratified.
The judge, being rather biased,
Couldn't see the funny side.
He was kicking and screaming and wailing
When his moment of truth had come,
Like those wretches he orders daily
To be taken away and hung.
Brother Gorilla!
IL GORILLA
Attraverso larghe griglie,
Le donne della contrada
Contemplavano un possente gorilla
Fregandosene di quel che si dirà in giro.
Con impudicizia, quelle comari
Sbirciavano proprio in un posto preciso
Che mia madre, rigorosamente,
Mi ha proibito qui di nominare.
Attenzione al gorilla...!
Tutto d'un colpo, la gabbia ben chiusa
Dove viveva il bell'animale
Si apre, non so perché. Suppongo
Che dovevano averla chiusa male.
Lo scimmione, uscendo dalla sua gabbia
Disse: “È oggi che la perdo!”
Parlava della sua verginità,
Lo avevate indovinato, spero !
Attenzione al gorilla...!
Il padrone del serraglio
Gridava sconvolto: “In nome di Dio!
È un bel guaio, visto che il gorilla
Non ha mai visto una scimmia femmina! “
Quando la congrega di donne
Seppe che lo scimmione era pulzello,
Invece di approfittare della chance
Se la diede a gambe! [1]
Attenzione al gorilla...!
Proprio quelle stesse che poco prima
Lo covavan con occhi vogliosi,
Scapparono, dimostrando così
Di non avere idee coerenti ;
Ancor più vano era il loro timore,
In quanto il gorilla è ben gagliardo [2]
Superiore all'uomo nell'amplesso,
Diverse donne ve lo diranno !
Attenzione al gorilla...!
Tutti quanti si precipitano
Fuori della portata dello scimmione infoiato,
Tranne una vecchia decrepita
E un giovane giudice tutto d'un pezzo; [3]
Visto che tutte se la stavan squagliando,
Il quadrumane accelerò
Ondeggiando verso le sottane
Della vecchia e del magistrato.
Attenzione al gorilla...!
“Beh!”, sospirava la centenaria,
“Che mi si possa ancora desiderare
Sarebbe straordinario,
E, più che altro, non sperato !”
Il giudice pensava impassibile,
“Che mi si prenda per una femmina di scimmia,
È del tutto impossibile...”
Il seguito gli dimostrò di no.
Attenzione al gorilla...!
Supponete che uno di voi possa,
Come lo scimmione, essere obbligato
A stuprare un giudice o una vegliarda:
Chi dei due sceglierebbe?
Che una simile alternativa
Mi tocchi uno di questi giorni [4]
E, ne sono convinto, sarebbe
La vecchia che sceglierei !
Ma, purtroppo, se il gorilla
Nel gioco dell'amore merita,
Si sa invece che non brilla
Né per il gusto, né per lo spirito.
E dunque, invece di sceglier la vecchia,
Come avrebbe fatto chiunque,
Acchiappò il giudice per un orecchio
E lo trascinò in una boscaglia !
Attenzione al gorilla...!
Il seguito sarebbe divertentissimo,
Ma purtroppo, non posso
Raccontarlo, ed è un peccato,
Ci avrebbe fatto ridere un bel po'.
Perché il giudice, all'istante supremo,
Gridava “Mamma !”, piangeva tanto,
Come l'uomo a cui, il giorno stesso,
Aveva fatto tagliare il collo.
Attenzione al gorilla...!
[Termineremo questa storia
Con un consiglio ai parrucconi
Spaventati per il famoso attacco
Che uno di loro subì in una boscaglia:
Quando uno scimmione, istigatore d'obbrobrio,
Si aggira per le strade del loro quartiere
Non hanno che a levarsi la toga
O meglio a cambiare mestiere.
Attenzione al gorilla...!]
[1] Il modo di dire francese, alla lettera, significa: “Fece il fuoco dei due razzi”.
[2] Nella loro versione, Mario Mascioli e Nanni Svampa traducono luron con “buontempone”, che è senz'altro uno dei significati della parola. Ma non mi sembra che, qui, ci abbiano azzeccato. L'altro significato comune di “luron” è “gagliardo, vigoroso”, cosa ben compresa da Fabrizio De André nella sua traduzione italiana. Lo stesso Nanni Svampa, nella sua altrettanto celebre versione in milanese, va per tutta un'altra strada.
[3] Nel modo di dire francese, “in legno grezzo”.
[4] Il testo francese ha “uno di questi quattro giorni”, ma è così nel modo di dire.
Versione di Fabrizio De André
IL GORILLA
Sulla piazza d'una città
La gente guardava con ammirazione
Un gorilla portato là
Dagli zingari di un baraccone.
Con poco senso del pudore
Le comari di quel rione
Contemplavano l'animale [1]
Non dico dove non dico come.
Attenti al gorilla!
D'improvviso la grossa gabbia
Dove viveva l'animale
S'aprì di schianto, non so perché,
Forse l'avevano chiusa male.
La bestia, uscendo fuori di là,
Disse: "Quest'oggi me la levo !"
Parlava della verginità,
Di cui ancora viveva schiavo.
Attenti al gorilla!
Il padrone si mise a urlare:
"Il mio gorilla, fate attenzione!
Non ha veduto mai una scimmia,
Potrebbe fare confusione."
Tutti i presenti, a questo punto
Fuggirono in ogni direzione,
Anche le donne, dimostrando
La differenza fra idea e azione.
Attenti al gorilla!
Tutta la gente corre di fretta
Di qua e di là, con grande foga,
Si attardano solo una vecchietta
E un giovane giudice con la toga.
Visto che gli altri avevan squagliato,
Il quadrumane accelerò
E sulla vecchia e sul magistrato
Con quattro salti si portò.
Attenti al gorilla!
"Bah", sospirò pensando la vecchia,
"Ch'io fossi ancora desiderata,
Sarebbe cosa alquanto strana
E più che altro non sperata."
"Che mi si prenda per una scimmia",
Pensava il giudice col fiato corto,
"Non è possibile, questo è sicuro!"
Il seguito prova che aveva torto.
Attenti al gorilla!
Se qualcuno di voi dovesse
Costretto con le spalle al muro,
Violare un giudice od una vecchia,
Della sua scelta sarei sicuro.
Ma si dà il caso che il gorilla,
Considerato un grandioso fusto
Da chi l'ha provato però non brilla
Né per lo spirito, né per il gusto.
Attenti al gorilla!
Infatti lui, sdegnata la vecchia
Si dirige sul magistrato,
Lo acchiappa forte per un'orecchia
E lo trascina in mezzo ad un prato.
Quello che avvenne fra l'erba alta
Non posso dirlo per intero,
Ma lo spettacolo fu avvincente
E la suspence ci fu davvero.
Attenti al gorilla!
Dirò soltanto che sul più bello
Dello spiacevole e cupo dramma,
Piangeva il giudice come un vitello,
Negli intervalli gridava "Mamma!".
Gridava mamma come quel tale
Cui, il giorno prima, come ad un pollo
Con una sentenza un po' originale
aveva fatto tagliare il collo.
Attenti al gorilla!
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La chanson pour l’Auvergnat
La chanson pour l’Auvergnat
Nell’interpretazione più comunemente accettata, il francese originario dell’Alvernia protagonista della prima strofa fu un certo Marcel Planche che diede rifugio a Brassens quando, durante la guerra, dovette nascondersi per evitare il “service du travail obligatoire” imposto dagli occupanti nazisti e dai collaborazionisti di Vichy.
Elle est à toi cette chanson
Toi l´auvergnat qui sans façon
M´as donné quatre bouts de bois
Quand dans ma vie il faisait froid
Toi qui m´as donné du feu quand
Les croquantes et les croquants
Tous les gens bien intentionnés
M´avaient fermé la porte au nez
Ce n´était rien qu´un feu de bois
Mais il m´avait chauffé le corps
Et dans mon âme il brûle encore
A la manièr´ d´un feu de joie
Toi l´auvergnat quand tu mourras
Quand le croqu´mort t´emportera
Qu´il te conduise à travers ciel
Au père éternel
Elle est à toi cette chanson
Toi l´hôtesse qui sans façon
M´as donné quatre bouts de pain
Quand dans ma vie il faisait faim
Toi qui m´ouvris ta huche quand
Les croquantes et les croquants
Tous les gens bien intentionnés
S´amusaient à me voir jeûner
Ce n´était rien qu´un peu de pain
Mais il m´avait chauffé le corps
Et dans mon âme il brûle encore
A la manièr´ d´un grand festin
Toi l´hôtesse quand tu mourras
Quand le croqu´mort t´emportera
Qu´il te conduise à travers ciel
Au père éternel
Elle est à toi cette chanson
Toi l´étranger qui sans façon
D´un air malheureux m´as souri
Lorsque les gendarmes m´ont pris
Toi qui n´as pas applaudi quand
Les croquantes et les croquants
Tous les gens bien intentionnés
Riaient de me voir emmener
Ce n´était rien qu´un peu de miel
Mais il m´avait chauffé le corps
Et dans mon âme il brûle encore
A la manièr´ d´un grand soleil
Toi l´étranger quand tu mourras
Quand le croqu´mort t´emportera
Qu´il te conduise à travers ciel
Au père éternel
CANZONE PER L'ALVERNIATE
Ecco per te questa canzone
tu l'alverniate che senza ragione
mi hai dato quattro pezzi di legno
quando fuori faceva freddo.
Tu che mi hai dato del fuoco quando
ero perso e senza scampo
tutta la gente quando ho bussato
la porta non m'han spalancato.
Non era altro che un piccolo fuoco
ma il mio corpo aveva scaldato
nella mia anima brucia ancora
e ti giuro che non è poco!
Quando la morte ti chiamerà
quando il becchino ti porterà
che ti conduca attraverso un volo
lassù in alto nel cielo.
Ecco per te questa canzone
tu l'oste che senza ragione
mi hai dato quattro pezzi di pane
quando la vita era fame.
Tu che m'apristi la porta quando
ero perso e senza scampo
la gente rideva nel guardare
vedermi morire di fame.
Non era altro che un pezzo di pane
ma il mio corpo riusciva a sfamare
nella mia anima brucia ancora
come un banchetto regale.
Quando la morte ti chiamerà
quando il becchino ti porterà
che ti conduca attraverso un volo
lassù in alto nel cielo.
Ecco per te questa canzone
tu lo straniero tu senza nome
eri dispiaciuto e mi ha sorriso
quando i gendarmi mi hanno preso.
Tu che non hai applaudito quando
ero perso e senza scampo
tutta la gente rideva e guardava
quel gendarme che m'arrestava.
Non era altro che un poco di miele
ma il mio corpo riusciva a scaldare
nella mia anima brucia ancora
come farebbe un bel sole.
Quando la morte ti chiamerà
quando il becchino ti porterà
che ti conduca attraverso un volo
lassù in alto nel cielo.
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La prière
La mauvaise réputation