Lotta con il diavolo

ll passo è tratto dal Sermone per la XIII Domenica dopo Pentecoste (Opera omnia, t. IX, Ad Claras Aquas, 1901, pp. 403-404):

Secundo illa anima habet religiosum gestum, quae stat viriliter ad superanda diabolica tentamenta; unde ad Ephesios sexto [6]: Induite vos armaturam Dei, ut possitis stare adversus insidias diaboli; et sequitur: State ergo succincti lumbos vestros in veritate et induti loricam iustitiae. – Ista armatura, qua debemus indui ad hoc, ut possimus superare diabolica tentamenta, est memoria passionis Christi; quae si ad memoriam affectuose reducatur, statim omnes daemones cum tremore effugantur, secundum quod experientia me docuit pluries. Nam semel, cum diabolus, fortiter me stringens in gutture, vellet strangulare, iam non valens prae nimia strictione gutturis clamare, ut a Fratribus adiutorium impetrarem, incipiebam cum ingenti dolore spiritum exhalare; sed habita dominicae passionis memoria, incepi in me compassione dominicae passionis singultus geminare et ignita suspiria loco vocis ad intimis cordis medullis emittere; quo facto, virtute dominicae passionis ego servus crucis, Bonaventura, qui volumen praesens sermonum ad laudem nominis Christi et sanctae crucis honorem compegi, tam crudeli nece profiteor me esse liberatum.

traduzione in italiano: 

"In secondo luogo fa un gesto pio l'anima che sta virilmente ferma per superare le tentazioni del demonio, come è detto nel sesto capitolo della Lettera agli Efesini: Rivestitevi dell'armatura di Dio, perché possiate resistere alle insidie del diavolo; e poi: Dunque state coi fianchi cinti di verità, rivestiti della corazza della giustizia. Questa armatura, di cui dobbiamo coprirci per vincere le tentazioni diaboliche, è la memoria della Passione di Cristo. Se la richiameremo alla memoria con affetto, sùbito tutti i demonii atterriti saranno messi in fuga, come più volte mi ha insegnato l'esperienza. Una volta infatti, mentre il diavolo, stringendomi forte la gola voleva soffocarmi, non avendo io, così terribilmente attanagliato, neppure la forza di gridare per avere soccorso dai confratelli , già stavo per esalare l'anima con terribile dolore. Ed ecco revocando alla memoria la Passione del Signore, cominciai a moltiplicare dentro di me i gemiti, per la compassione colla quale partecipavo alla sua Passione; quindi invece di parole cominciai a emettere sospiri ardenti dalle più intime fibre del mio cuore. Dopo di ciò, per virtù della Passione del Signore, io Bonaventura, servo della Croce, autore di questo volume di sermoni a lode del nome di Cristo e della Santa Croce, dichiaro di essere stato liberato da una morte crudelissima]."

Salimbene nella sua Cronaca (n. 2717) riporta uno dei mie pensieri sul diavolo:

"E, come disse frate Bonaventura, ministro generale, parlando ai frati in un corso di predicazione a Bologna, al quale io fui sempre presente: «Consentire alle suggestioni e  alle tentazioni del demonio, è come se uno volesse gettarsi dalla cima di un'altissima torre e poi, arrivato a metà, pretendere di aggrapparsi a un palo o a una stanga per non precipitare fino al fondo»."