Discorso del 12.06.1972 (it)
Dal DISCORSO DI PAOLO VI AI PARTECIPANTI AL 187° CAPITOLO GENERALE DEI FRATI MINORI CONVENTUALI
Lunedì, 12 giugno 1972:
L’ora che viviamo oggi, nella Chiesa e nel mondo, è certamente grande, e diremmo decisiva. È un’ora di grazia che non facilmente potrà ripetersi; è un invito indeclinabile a secondare l’opera dello Spirito Santo, che fa sentire nella coscienza dei credenti l’assillo di salvare il mondo e di prodigarsi per la sua evangelizzazione.
Per alcuni, purtroppo, quest’ansia di rispondere alle esigenze dell’ora si trasforma spesso in una agitazione febbrile che vorrebbe sganciarsi d’un tratto da tutto il passato per seguire vie del tutto nuove o non sufficientemente collaudate. Il rinnovamento della vita religiosa voluto dal Concilio tende, si, a una più saggia disciplina e a una più moderna maniera di venire a contatto con la società di oggi, ma non a scapito del senso vero ed autentico della vita religiosa, che consisterà soprattutto in un progredire continuo nella carità, nello spirito di sacrificio, nella adesione alla parola e alla Croce di Cristo. «Coloro che fanno professione dei consigli evangelici - così si esprime il Concilio stesso - sopra tutto cerchino ed amino Dio che per primo ci ha chiamati, e in tutte le circostanze cerchino assiduamente di alimentare la vita nascosta con Cristo in Dio, donde scaturisce e riceve impulso l’amore del prossimo per la salvezza del mondo e l’edificazione della Chiesa. La stessa pratica dei consigli evangelici è animata e regolata da questa carità. Perciò i membri degli Istituti coltivino con assiduità lo spirito di preghiera e la preghiera stessa, alimentandosi alle fonti genuine della spiritualità cristiana» (Perfectae Caritatis, 2).
Siamo certi che le gravi parole del Concilio troveranno in voi un terreno preparato e un animo particolarmente disposto a comprenderle. Avete scelto una via difficile, la via insegnata dal vostro Fondatore che ha come cardine inconfondibile l’imitazione di Cristo Crocifisso. «A buon diritto - scrive S. Bonaventura - il Beato Francesco è apparso segnato dal sigillo privilegiato della croce, perché ogni sua occupazione esteriore e interiore non ha avuto altro oggetto che il Signore Crocifisso» (Legenda minor, 6, 9).
La via della Croce: ecco il significato genuino della vita religiosa, intesa come Christi seguela secondo gli esempi e la dottrina di Cristo che disse: «Qui vult post me venire, abneget semetipsum, et tollat crucem suam et sequatur me» (Matth. 16, 24). San Francesco, specchio di Cristo, ne è la vivente testimonianza. E voi, che siete stati chiamati a seguire i suoi passi, avete il dovere sempre nuovo, sempre urgente di offrire l’attestazione autentica di questo ideale, ad esempio e a sostegno della Chiesa, in un tempo in cui è così forte la tentazione di togliere dal Vangelo la pagina della Croce.