VIAGGIO APOSTOLICO
IN FRANCIA IN OCCASIONE DEL 150° ANNIVERSARIO
DELLE APPARIZIONI DI LOURDES
(12 - 15 SETTEMBRE 2008)
INTERVISTA CONCESSA DAL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
AI GIORNALISTI DURANTE IL VOLO VERSO LA FRANCIA
Volo Papale, venerdì 12 settembre 2008
DOMANDA: Lei ama e conosce la Francia... che cosa La lega più particolarmente a questo paese, quali sono gli autori francesi, laici o cristiani, che L'hanno maggiormente colpito o i ricordi più commoventi che serba della Francia?
BENEDETTO XVI: Non oserei dire che conosco bene la Francia. La conosco poco, ma amo la Francia, la grande cultura francese, soprattutto, naturalmente, le grandi cattedrali, e anche la grande arte francese... la grande teologia che inizia con Sant'Ireneo di Lione fino al XIII secolo e ho studiato l'università di Parigi nel XIII secolo: San Bonaventura, San Tommaso d'Aquino. Questa teologia è stata decisiva per lo sviluppo della teologia in Occidente... E naturalmente la teologia del secolo del Concilio Vaticano II. Ho avuto il grande onore e la gioia di essere amico del padre de Lubac, una delle più grandi figure del secolo scorso, ma ho avuto anche buoni contatti di lavoro con il padre Congar, Jean Daniélou e altri.
Ho avuto ottime relazioni personali con Etienne Gilson, Henri-Irénée Maroux. Ho dunque avuto davvero un contatto molto profondo, molto personale e arricchente con la grande cultura teologica e filosofica della Francia. È stato davvero determinante per lo sviluppo del mio pensiero. Ma anche la riscoperta del gregoriano originale con Solesmes, la grande cultura monastica... e naturalmente la grande poesia. Essendo un uomo del barocco, mi piace molto Paul Claudel, con la sua gioia di vivere, e anche Bernanos e i grandi poeti di Francia del secolo scorso. È dunque una cultura che ha realmente determinato il mio sviluppo personale, teologico, filosofico e umano.