Diversi racconti narrano che si tratta di me che siamo debitori per le nostre numerose confraternite moderne: o, come dicono alcuni, perché da me partono l’origine e l'idea di queste pie società, o, come altri sostengono, perché prescritto per loro una precisa regola o forma di preghiera (p.e. la cosiddetta “corona di san Bonaventura”). In tante chiese troviamo le cappelle o le immagini che ricordano me come fondatore della "Arciconfraternita del Gonfalone". Questa Confraternita ha preso il nome dalla bandiera o stendardo che esponeva a capo delle sue processioni. Tuttavia il primo nome è legato alla Madonna: "Compagna dei raccomandati della Santissima Vergine" o semplicemente “Raccomandati di Maria Vergine”, perché tra le loro insegne si trovava una rappresentazione della Madre di Dio che protegge i suoi fedeli con il suo manto.
Gli inizi della confraternita del Gonfalone, così come sono tradizionalmente recitati dagli statuti, occorre cercarli nell'esperienza di due canonici della collegiata di S. Vitale: Giacomo e Angelo che recatisi in pellegrinaggio a S. Giacomo de Compostela, ne tornano con un duro giudizio sulla vita della società cristiana dell'epoca. Riunirono dunque a Roma intorno all'immagine della "Salus populi romani" 12 patrizi devoti con la proposta di dare inizio ad una società di carità che rieducasse alla perfezione nella vita di fede (il numero, si dice, che è stato mostrato al nostro Santo in una visione). Il gruppo ricorse all'aiuto del vicario del Papa in Roma, che gli rimise nelle mie mani per dettare loro la regola e l'abito. Alcune leggende vogliono vedere la mia persona ispirata dalla stessa Maria per creare tale Compagna ad imitazione del Terzo Ordine Francescano. Secondo la tradizione, prendono il nome di Raccomandati di Maria Vergine, ma sono anche conosciuti con il nome di Battuti o della Frusta, per l'usanza di flagellarsi in pubbliche processioni di penitenza.
Difficile dare una datazione alla fondazione del sodalizio (c’è chi ci riporta negli anni quaranta del ‘200, gli altri ci orientano verso l’anno 1264). Neanche si conosce con assoluta certezza il luogo ove si radunava la confraternita; alcuni vogliono che fosse la piccola chiesa di S. Alberto al "pozzo Roncone", situata sull’Esquilino, fra S. Maria Maggiore e S. Pudenziana, altri con miglior ragioni, propongono la Basilica di S. Maria Maggiore.
A favore della nuova forma di associazione extra istituzionale si sono schierati gli Ordini Mendicanti, sia per una consonanza del sentire spirituale, sia perché quella sembrava la via onde potersi affermare in Roma, per quietare le paure e i conflitti suscitati dai Chierici della Città al loro riguardo. Nel 1267 il sodalizio venne riconosciuto dal Papa Clemente IV con un breve che oggi è conservato nella Biblioteca Valliceliana di Roma. Nei tempi del mio generalato, fra il 1267 e 1274, i francescani e i domenicani, concorsero ad accrescere il prestigio della confraternita mediante la concessione di valori spirituali di cui godevano i singoli ordini e assumendone la protezione.