Gioachino da Fiore
beato Giovanni da Parma
al secolo Giovanni Buralli
Parma, 1208 – Camerino, 19 marzo 1289
memoria 19 marzo
Frate Giovanni da Parma, che venne eletto Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori nel Capitolo di Lione del 1247, era un frate colto. Aveva studiato teologia e aveva insegnato nelle università di Bologna e di Napoli. Come Ministro Generale Giovanni aveva cercato la collaborazione del Maestro generale dei Frati Predicatori, Umberto da Romans, anche per affrontare insieme gli attacchi che venivano mossi contro i due Ordini mendicanti. Nel 1254 in particolare il francescano Gerardo da Borgo San Donnino era stato accusato di eresia dai teologi di Parigi per la sua esposizione delle dottrine di Gioacchino da Fiore, nell’anno successivo venne condannato anche dal Pontefice. Giovanni, che aveva difeso Gerardo, si trovò messo sotto accusa: nel 1257. Nello stesso anno, la sua simpatia per gli Zelanti e l'adesione ad alcune tesi di Gioacchino da Fiore lo portarono alle dimissioni al capitolo di Roma,. Egli stesso indicò la persona che avrebbe dovuto sostituirlo: indicò me stesso, allora professore di teologia proprio alla Sorbona.
Come il nuovo Ministro Generale però dovetti insieme con il cardinale Gian Gaetano Orsini, protettore dell'Ordine, istituire un processo contro Giovanni, durante il quale, benché scagionato da ogni accusa di eresia, gli venne imposto l’isolamento forzato. Giovanni scelse allora di vivere per il resto della vita a Greccio. Nel 1289, all’età di 80 anni, chiese al papa Nicolò IV il permesso di recarsi in Grecia a predicare. Morì durante il viaggio, a Camerino, il 19 marzo 1289.
beato Egidio d'Assisi
Compagno di san Francesco, eremita francescano
m. Monteripido, 23 aprile 1262
memoria 23 aprile
Tra i racconti sulla mia vita spesso viene riportato un dialogo caratteristico e interessante che ha avuto luogo tra me e frate Egidio. Una volta, come ci ricorda la sua biografia, frate Egidio si rivolse a me, suo Ministro generale: “Padre, Dio gli ha elargito tante grazie. Ma gli uomini ignoranti e illetterati che non hanno ricevuto di tale pienezza, che cosa devono fare per essere salvati?” La risposta che ebbi dato fu sorprendente anche per me: “Forse Dio conferisce all'uomo nessun'altra grazia, se non solo il potere di amarlo, che sicuramente sarebbe sufficiente”. Di seguito frate Egidio aggiunse: “Può dunque un uomo ignorante amare Dio come può uno studioso?” Con la mia risposta non lasciai dubbio: “Certamente un uomo piccolo e ignorante può amare Dio anche più di un Maestro in Teologia”. All’udire queste parole beato Egidio, nel fervore della sua anima, correndo gridò ad alta voce: “Povera contadina, ama il Signore Dio tuo, e sciocca e ignorante come sei, tu puoi essere superiore anche di fra’ Bonaventura!” Mentre si commuoveva così, fu rapito in estasi e rimase immobile per lo spazio di tre ore.