DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI MEMBRI DEL COORDINAMENTO ECCLESIALE
PER L'VIII CENTENARIO FRANCESCANO
Sala Clementina
Lunedì, 31 ottobre 2022
Il prossimo Centenario francescano sarà una ricorrenza non rituale, se saprà declinare insieme l’imitazione di Cristo e l’amore per i poveri. E questo sarà possibile anche grazie all’atmosfera che si sprigiona dai diversi “luoghi” francescani, ciascuno dei quali possiede un carattere peculiare, un dono fecondo che contribuisce a rinnovare il volto della Chiesa.
La prima tappa di questo itinerario francescano, in ordine cronologico (1223), è Fontecolombo, presso Rieti. Prima tappa a motivo della Regola e insieme a Greccio, luogo del Presepe. Si tratta di un invito potente a riscoprire nell’incarnazione di Gesù Cristo la “via” di Dio. Tale scelta fondamentale dice che l’uomo è la “via” di Dio e, di conseguenza, l’unica “via” della Chiesa. Lo esprime con parole memorabili la Gaudium et spes dove si legge: «In realtà, solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo. […] Proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione» (n. 22).
La Verna con le stigmate (1224) rappresenta «l’ultimo sigillo» – come dice Dante (Paradiso, XI, 107) – che rende il Santo assimilato al Cristo crocifisso e capace di penetrare dentro la vicenda umana, radicalmente segnata dal dolore e dalla sofferenza. San Bonaventura scriverà che «la carne santissima» di Francesco, «crocifissa insieme con i suoi vizi», trasformata «in nuova creatura, mostrava agli occhi di tutti, per un privilegio singolare, l’effigie della Passione di Cristo e, mediante un miracolo mai visto, anticipava l’immagine della resurrezione» (LegM XV, 1: FF 1246).