Eccomi qui con in braccio due chitarre: Cort g-280 e Cort KX 101.
Entrambi questi strumenti sono equipaggiati con un pick-up humbucker seymour duncan jeff-beck (JB) nella posizione al ponte.
Le ho scelte perché danno la possibilità di provare il suddetto trasduttore su chitarre completamente differenti fra loro e verificare, quindi, le sue prestazioni in condizioni opposte.
Passo ad una descrizione sommaria della prima.
La G-280 ha un’impostazione che si rifà molto alle stratocaster: corpo in frassino (come le primissime fender prodotte), manico in acero avvitato, tastiera in palissandro.
Il ponte è un wilkinson VS-100, e gli altri pick-up montati sono due single coil SSL-1, sempre della Seymour Duncan, di cui in seguito farò una recensione più approfondita.
La KX 101, invece, è costruita con le stesse caratteristiche di una Gibson Les Paul: corpo in mogano, manico incollato anch’esso in mogano e tastiea in palissandro.
Il ponte è un Tone-pros prodotto sotto licenza e l’altro pick-up è un Seymour Duncan ’59 al manico.
La prova
Suono pulito:
l’amplificatore che utilizzo sempre per questo tipo di dimostrazioni è il mio fedelissimo Roland Cube 80, che trovo perfetto in quanto ha un timbro che non “sporca” troppo il timbro originale del pick-up, permettendo così di capire meglio le sue reali caratteristiche.
Sui suoni puliti il jb si comporta piuttosto bene, direi: si riescono ad eseguire eccellenti arpeggi pop, (e lo dice uno che non suona mai queste cose con il solo pick-up al ponte ) anche se adottando la combinazione di ponte+manico il risultato migliore notevolmente. Non essendo questa la sede per parlare del pick-up SSL-1, tralascerò.
Per quanto riguarda gli altri ambiti, bè, posso dire che sui fraseggi blues è veramente accattivante: innanzitutto risponde benissimo alla dinamica, permettendo, quindi, di passare da un suono dolcissimo fino ad uno più irruento, proprio come serve nel blues.
In questo caso sia le melodie che i bicordi rendono benissimo, e la costruzione della chitarra dona quel tocca di “grezzo e rozzo” che non guasta mai
Il JB, comunque (almeno in questa posizione) non è certo adatto per generi come il jazz, ma questo era quasi scontato. Anche il funky non è il massimo, qui, ma per questo genere è praticamente indispensabile utilizzare una combinazione ponte+manico.
Suoni distorti
Qui il pick-up si rivela, probabilmente, nella sua vera natura: le distorsioni! Occhio, non sto dicendo che rende bene solo con le distorsioni mostruose; infatti, anche su quelle molto dolci (al limite del suono pulito, diciamo con il gain a 2-3) i risultati sono ottimi e consentono, per esempio, di suonare un assolo un poco “sporco” laddove prima si era eseguita la parte ritmica con il suono pulito.
Via via che siaumenta la distorsione ci addentriamo con sempre maggior decisione in ambito rock: con gain a 5, infatti, inizia a farsi sentire il crunch croccantissimo e pieno di grinta di questo pick-up. ZZ Top, AC/DC, i primi Scorpions o anche Oasis e Green day sono perfetti con questa impostazione, e godibilissimo l’effetto finale.
Quando poi il gain si fa salire dall’8 in poi si sconfina nei generi più duri.
Anche se il pick-up tende ad essere molto pastoso, sulle ritmiche più serrate con palm muting non perde molta definizione (forse grazie all’enfasi sulle frequenze medio-acute di cui il trasduttore è dotato), ciò nonostante è meglio non esagerare con le frequenze acute: prima di tutto perché il pick-up ne è già molto dotato e in secondo luogo perché anche la costruzione stessa della chitarra tende ad esaltare quella particolare banda audio.
Sempre per quanto riguarda il metal anche sugli assoli si comporta molto bene, ed è possibile eseguire tranquillamente i fraseggi dei primi metallica, dei megadeth o simili, ma anche artisti di stampo power metal come helloween o blind guardian. Eseguendo questi generi con il JB si può trasferire un po’ di calore e di pastosità a quei suoni che, qualche volta, tendono ad essere un po’ freddini.
Su questa chitarra la prova versatilità è stata centrata in pieno: possibilità di utilizzo, pastosità e calore sono a portata di mano. Un po’ meno la definizione, ma in fondo è normale, ed in ogni caso basta giocare due minuti con i controlli dell’amplificatore per trovare l’equilibrio perfetto fra definizione e pasta.
Dopo aver effettuato la prova sulla Cort G-280, mi accingo a scrivere la recensione riguardo a quella sulla cugina Cort KX 101
La KX 101, invece, è costruita con le stesse caratteristiche di una Gibson Les Paul: corpo in mogano, manico incollato anch’esso in mogano e tastiea in palissandro.
Il ponte è un Tone-pros prodotto sotto licenza e l’altro pick-up è un Seymour Duncan ’59 al manico.
La prova
Suono pulito
Sorprendente come, laddove sulla g-280 il suono del pick-up era sempre abbastanza “spigoloso” e ricco di punch, qui acquisti una gran corposità e massa sonora.
Sicuramente questo cambiamento è da attribuire ai legni che costituiscono la chitarra, ma comunque la “voce” del trasduttore rimane quella, invariata, e quindi con una certa tendenza ad esaltare le alte frequenze, che gli consentono di essere sempre piuttosto intelleggibile.
Su questo strumento il jb acquista molta raffinatezza, permettendo di esplare anche territori più tipici del jazz-fusion (soprattuto in quest’ultimo il risultato non è male).
Naturalmente, anche i suoni blues sono buonissimi, molto adatti, secondo me, a fraseggi melodici ed assoli più che a bicordi e particelle ritmiche (grazie alla sua morbidezza), ma questa è una questione più che altro di gusti. La dinamica, in ogni caso, risponde sempre benissimo.
Altra menzione particolare meritano gli arpeggi in stile pop, molto caldi e morbidi, adatti per situazioni molto intime.
Suono distorto
Cominciamo con un gain leggerissimo (diciamo 2-3 al massimo): il suono si sporca, si, ma sempre a seconda della quantità di forza con cui la mano plettra la corda: se energica andrà in leggerissima distorsione, viceversa con una plettrata morbida o, comunque, nella norma.
Anche qui vale lo stesso discorso fatto per la g-280: il suono è molto adatto per degli assolini o melodie.
Tirando su il gain attorno al 5 arrivano i suoni crunch: il suono, in questo caso, è molto più grosso e compatto rispetto alla g-280, e consente di suonare sì gli stessi generi ma con un po’ di raffinatezza in più.
Non so se sia un bene o un male, ma credo che vari da musicista a musicista.
La sensazione, comunque, è che con queste impostazioni si riesca a tirare fuori un suono più rock, più duro e marcato, indubbiamente più vicino alla timbrica tipica della les paul.
Sensazione confermata portando il gain intorno all 8-9, dove troviamo il tipico suono metal: robustissimo, molto preciso, compatto, roboante e (se portato a livelli estremi, magari con un pedale esterno) distruttivo.
E’ sicuramente più adatta a questo campo rispetto alla g-280, che era fondamentalmente pensata per un territorio rock, dove ci si può permettere un pizzico di “grezzo” in più a leggero discapito della definizione sonora. Qui, infatti, aumentando le frequenza acute, si corre meno il rischio di incontrare l’effetto zanzare della sua cugina.
Infine, vorrei comunque ribadire che il timbro originale del pick-up non rimane invariato, ma acquista solo più corposità: anche le distorsioni più robuste, poi, mantengono sempre quella gradevolissima cremosità che è tipica di questo trasduttore.