Prezzo: 500 euro
Eccomi con un'altro strumento di casa Cort, per certi versi molto simile alla Z-Custom ma con qualche piccola e sostanziale differenza.
Caratteristiche tecniche:
Manico: 3 pezzi di acero, a forma di "C" incollato al corpo
Tastiera: palissandro
Corpo: mogano, con venature in acero fiammato e top di hard-rock maple.
Tasti: jumbo
Ponte: TonePros Lic. Locking bridge con corde passanti attraverso il corpo
Pick-up manico: Seymour Duncan SH1 ('59)
Pick-up ponte: SH4 (JB)
Hardware: cromato
I tasti della chitarra sono 24 (prima differenza), con segnaposizioni a forma di "V" in madreperla; la scala del manico è lunga (25.5") - altra differenza - e il radius è di 300 mm (12”).
Possiede un selettore (toggle) a 3 posizioni, con due controlli di volume ed un tono, in grado di splittare i due pick-up e farli suonare in modalità single-coil per una maggiore varietà sonora.
La prova
Da spenta
Come le altre due Cort recensite finora, anche questa acusticamente suona già molto bene, con una buonissima risonanza e rappresentazione dello spettro armonico con un buon bilanciamento fra le varie frequenze.
La presenza del manico in acero, seppur incollato, rende meno scuro il risultato sonoro, grazie alla sua propensione ad esaltare la banda di frequenze medie e medio-acute.
Il risultato finale, per altro, risulta leggermente più brillante rispetto alla Z-Custom grazie alla scala lunga di cui è dotata la chitarra.
Il manico è ben fatto, molto liscio e scorrevole, con uno spessore che è una via di mezzo fra quello classico Gibson (20 mm al primo e 22 mm al dodicesimo tasto) e il Wizard II di casa Ibanez (19 mm al primo tasto e 21 al dodicesimo): 19,5 mm al primo e 21,5 mm al dodicesimo tasto.
Questo conferisce allo strumento un pizzico di agilità in più che proprio non guasta, enfatizzata ancora una volta dalla scala lunga, che rende le corde più tese e quindi più "usabili" nei passaggi veloci.
Non male anche le finiture, anche se si vede che sono state un po' trascurate in favore della funzionalità dello strumento: niente da dire in questo caso, trovo sia la scelta giusta, soprattutto per il prezzo pagato!
Con l'ampli
Suoni puliti
L'accoppiata di magneti JB-'59 è, non a caso, osannata il tutto il mondo, e anche in questo caso non delude.
I suoni puliti sono ottimi: sufficientemente corposi e non troppo squillanti, soprattutto se usati nella posizione al ponte; solo quello al manico, se usato da solo, in certi contesti è un po' troppo scuro, ma credo sia solo questione di gusti.
E' la prima occasione per verificare la validità dello split-coil, e devo dire che il risultato è apprezzabile: si possono ottenere, infatti, sonorità molto fenderiane, anche se con un po' di spessore in più date le caratteristiche costruttive dello strumento.
Si può spaziare fra molti generi senza troppa difficoltà, e anche un po' di sano e grezzo jazz (?!) non riesce male.
Suoni distorti
L'anima della chitarra: i suoni distorti.
Bene, io credo che i pick-up JB e '59 siano fra i più grintosi presenti sul mercato, ed è proprio questo che fanno se montati sulla chitarra in questione: renderla più "sporca" e grintosa mantenendo però una certa raffinatezza.
In questo caso, rispetto alla Z-Custom, ci si può permettere qualche shredding in più, grazie soprattutto alla scala lunga della chitarra e ai suoi 24 tasti.
Grande presenza e bellissimi suoni dal rock più leggero fino all'heavy metal classico; anche power e thrash metal non rendono male, tuttavia trovo che i risultati migliori li si ottengano con distorsioni pesanti si, ma non estreme, proprio per gustarsi appieno calore, dinamica ed espressività di questi magneti.
Come detto, comunque, niente vieta di usarli anche in situazioni più "heavy", la scelta sta al musicista e la mia è solo un 'opinione. Volendo si possono cambiare pick-up, e in questo caso la scelta è davvero vasta.
In sintesi
Ottimo strumento, che definirei professionale, anche se forse qualitativamente parlando non ancora all'altezza di mostri sacri come Gibson o Jackson, ma la vicinanza è impressionante, soprattutto se consideriamo il prezzo, che è metà o anche un terzo rispetto agli strumenti prodotti dalle marche summenzionate.
Come ho detto prima, qualche miglioria può essere fatta e qualche altra può essere apportata dal musicista stesso, ma il prodotto da cui partire è veramente ottimo.
L'unica cosa che, personalmente, mi spiace un po' è proprio la troppa somiglianza con la Z-Custom; nonostante le piccole differenze, infatti, il risultato è grosso modo lo stesso, e trovo che, ad esempio, l'aggiunta di un ponte mobile tipo floyd rose le avrebbe giovato molto.
Per il resto pollice su!