Prezzo: 220/300 euro
Per la sezione amplificatori oggi voglio parlarvi di un vero e proprio gioiellino: il Fender Frontman 212R. Gioiellino non tanto perché celeberrimo ed usato da centinaia di chitarristi famosi ma soprattutto per il suo rapporto qualità prezzo, che è davvero elevatissimo.
Caratteristiche tecniche:
2 Ingressi (Low e High)
Loop effetti
Ingresso ausiliario (aux input)
3 canali: Normal, Drive and More Drive
EQ: Normal: Volume, Treble, Middle, Bass; Drive: Volume, Channel Select Switch, Treble, Mid, Mid Contour Switch, Bass, Reverb
Potenza (RMS): 100W
Impedenza: 4 Ohm
Stato Solido (transistor)
Coni (speaker): 2x50W su 8 Ohm
La prova
Suoni puliti
Come al solito, la prova viene effettuata con una Gibson Les Paul ed una Fender Stratocaster, chitarre con caratteristiche diametralmente opposte e quindi in grado di fornire un vasto raggio di sonorità.
Come detto, la forza di questo amplificatore è il rapporto qualità-prezzo, quindi non possiamo aspettarci i suoni caldi e cristallini dei tipici ampli Fender da 1000 euro in più. Detto questo, non si può non notare subito che il timbro Fender c’è, e si sente. Se abbinato ad una Fender Stratocaster è possibile tirare fuori qualunque tipo di sonorità (ad eccezione solo del jazz, che ha bisogno di timbriche piuttosto scure), grazie anche alla grande sensibilità delle manopole dell’equalizzazione. Godibilissime sono soprattutto le posizioni intermedie con cui dedicarsi tranquillamente al funky o al country.
Con la Gibson Les Paul, ovviamente, il risultato cambia molto, soprattutto in termini di “pancia” sonora. Forse è proprio questo il suo difetto: un po’ troppo scuro anche a tagliare le frequenze basse, ma in fondo è un po’ la caratteristica del Les Paul. Ripeto che i suoni non sono brutti, anzi semplicemente un filo troppo scuri per il mio gusto, caratteristica che, comunque, gli consente di addentrarsi con maggiore credibilità in ambito jazz. Infine, perde un po' in versatilità, a causa del numero ridotto dei pick-up della Les Paul.
Suoni distorti
I distorti sono forse migliori dei puliti, anche se gli manca la dinamica tipica degli amplificatori valvolari, ma in fondo per 300 euro va più che bene così. Tutto il repertorio distorto fenderiano qui rende benissimo; in più, grazie alla presenza di più controlli di equalizzazione, la versatilità è ancora maggiore. Particolarmente azzeccato risulta essere il canale “more drive”, che consente di passare tranquillamente da un suono crunch – buono, ad esempio, per delle ritmiche – ad uno un po’ più carico con cui iniziare un assolo.
Anche il “mid contour” rende bene, soprattutto se abbiamo bisogno di scavare un po’ le medie.
Passiamo alla Gibson Les Paul: a parità di impostazioni si sente un maggior volume e distorsione (com’è normale che sia) ed un suono più carico. Qui la situazione è migliore rispetto a quella dei suoni puliti, dove si può sfoderare un bel po’ di grezzo rock, anche raggiungendo territori tipo ac/dc o guns ‘n’ roses.
A proposito: tirando le somme si può dire che i generi migliori abbracciati da questo ampli vanno dal blues all’hard rock. Volendo ci si potrebbe fare metal, ma è necessario aggiungere un pedale distorsore (come il DS-1 della Boss, che non è eccessivamente invasivo). Anche in questo caso, però, il risultato non è eccezionale, perché la sonorità tende un po’ a slabbrarsi.
Un consiglio: provate a suonare con una Stratocaster modificata con un Jeff Beck al ponte su questo ampli e capirete cosa vuol dire veramente la parola “grinta”.
In sintesi
Come detto prima, niente di eccezionale in termini assoluti, ma è un ottimo ampli per dilettanti o semi-professionisti che non hanno voglia di svenarsi per assecondare le proprie passioni. Unico difetto è forse il peso, purtroppo i combo da 100 watt hanno questo purtroppo. Per quella potenza, secondo me, è più conveniente avere un sistema testa cassa (la schiena ringrazierebbe) ma il costo andrebbe ad aumentare.
Certo, la potenza dell’amplificatore non lo rende particolarmente adatto ad essere suonato in casa (rende bene in sala prove o in concerto), ma anche a bassi volumi si ottengono buoni risultati, cosa che invece con i Fender valvolari non si riesce a fare.